lunedì 29 dicembre 2008

GLI OPPRESSI: FUTURI OPPRESSORI

L'uomo può trovarsi davanti alla gioia o al dolore, davanti al successo o all'insuccesso. Ossia davanti a due situazioni diametralmente opposte ed entrambe immeritate. Perché se è vero che nessuno di noi, per quanto si dia da fare, può essere in grado di creare quelle condizioni che portano alla gioia, senza una buona dose di fortuna, senza le circostanze favorevoli o senza l'aiuto e il beneplacito di Dio, che dir si voglia, è altrettanto vero che nessuno di noi ha chiesto di nascere e per ciò stesso il dolore e l'insuccesso ci appaiono altrettanto immeritati. Esiste poi, però e per fortuna, la fiducia, che rende le condizioni avverse sopportabili se non addirittura piacevoli. Basti pensare a quegli appassionati dell'avventura, come Raynold Messner e Ambrogio Fogar, per citare i due più famosi, i quali si pongono apposta in condizioni sfavorevoli, come il ghiaccio, l'avventura in mare, eccetera, per potere avere qualcosa da affrontare e da superare. Senza di questo per loro la vita è priva di attrattiva. E dunque la fiducia diventa indispensabile per potere affrontare la vita, essendo noi tanti Raynold Messner e Ambrogio Fogar che devono affrontare quotidianamente tanti disagi senza bisogno di andarseli a cercare. La fiducia in Dio, ovviamente, che dà un senso alla vita e che rende la vita degna di essere vissuta, anche avventurosa in questo senso. Già si sa che nel mondo regna l'ingiustizia e l'egoismo, i quali creano le condizioni per cui c'è gente che vive in maniera agiata e c'è gente che non riesce neanche a sopravvivere. Purtroppo questa è la realtà. Quello che non si sa o non si vuole sapere o si finge di non sapere è che anche il Padre Eterno vuole che noi portiamo il nostro peso di povertà. Intendiamoci, il peso che vuole affidarci il Padre Eterno è sempre misurato e minore del peso che vogliono affidarci gli uomini egoisti che non sanno e che non conoscono nulla: “Il mio giogo è soave e il mio carico è leggero” dice Gesù Cristo nel Vangelo incoraggiandoci a portare con Lui la nostra parte di sofferenza. Si vorrebbe liberarsi dalla povertà così, con un colpo di spugna, senza accettarla neanche in minima parte. E' così che gli oppressi diventano oppressori (i regimi comunisti insegnano!). E' così che si cerca un benessere esclusivamente materiale, economico, il più trito, senza pensare minimamente che forse una vita più povera economicamente e più ricca di buone relazioni con l'ambiente e con gli uomini attorno ci risulterebbe infinitamente più gradita. E' così che ho sentito un uomo in TV che attribuiva tutto il suo successo e benessere al fatto di continuare a lavorare nella azienda ILVA di Taranto, la quale è gravemente accusata di essere responsabile di forte inquinamento dell'ambiente circostante, accusata di avere provocato tumori nei cittadini che respirano quell'aria. Il benessere di coloro che vivono in povertà non dipenderà dal diventare improvvisamente ricchi secondo il concetto di ricchezza del nostro mondo. Perché la ricchezza di questo mondo produce ingiustizia, produce indifferenza, produce inquinamento e tutto sommato produce una vita povera, se la ricchezza è solamente un conto in banca ma è staccata da quel vivere in armonia con la gente e con la natura! Se Dio permette che ci sia la povertà evidentemente è perché l'uomo tragga insegnamento dalla sua propria povertà, perché impari a cercare il Suo aiuto divino! Certo non per lamentarsi di tutto, per bestemmiare la povertà, per insorgere violentemente contro gli oppressori e per prendere il loro posto diventando oppressori a propria volta!

domenica 28 dicembre 2008

IL RITORNO DI DIO E DELLA PACE NEL MONDO

Gli occidentali hanno lasciato la loro tradizione religiosa cristiana così come gli ebrei e gli arabi che combattono in palestina hanno lasciato la loro tradizione religiosa, altrimenti avrebbero già fatto la pace! Dio è amore e pace e dove c'è pace c'è Dio e dove non c'è pace non ci può essere Dio!
Senza un ritorno a Dio di tutta l'umanità non ci può essere la pace nel mondo, una pace planetaria che coinvolga ogni essere vivente!
Ecco come tornerà la pace nel mondo: tornerà con il ritorno dei popoli a Dio!
Tutti i popoli devono ritornare a Dio!
Il ritorno a Dio dei popoli di Israele e di Palestina segnerà l'inizio del ritorno a Dio di tutti i popoli della terra e il ritorno della pace nel mondo, in ogni parte del mondo!
E' giusto che il ritorno della pace nel mondo abbia inizio in quella terra tanto martoriata che si chiama Palestina e in cui il Signore Gesù nacque come un bambino qualunque, visse, predicò, evangelizzò, compì miracoli, fondò la Sua Chiesa e la sostenne con lo Spirito Santo, morì dando tutto il Suo sangue, risorse gloriosamente e ascese al cielo!

PREGHIERA PER LA PACE

Perché questo spargimento di sangue nella terra che fu di Gesù?
Da parte di due popoli di tradizione religiosa come gli ebrei e gli arabi?
Cosa c'entra Dio, cosa c'entra l'amore con tutto questo?
Non c'è perdono dunque nel cuore di Dio, c'è solo vendetta?
Non c'è amore e tolleranza per il popolo diverso, c'è solo antipatia ed odio?
Nessuno dei due popoli vuole essere un testimone vero del martirio vero, quello che si lascia martirizzare senza dare martirio agli altri?
Il martirio che ha predicato Gesù con le parole e con la vita?
Il martirio che dona la propria vita terrena e conquista la vita del cielo e conquista il rispetto degli altri popoli e conquista la pace per sé, per il proprio popolo e per l'altro popolo e per i propri figli e per i figli dell'altro popolo fino alla millesima generazione?
Sono sessanta anni che vi combattete e che cosa avete ottenuto?
Solo la guerra, il terrore e la morte per i vostri figli e per i popoli stranieri che vi guardano attoniti!
Non c'è nessuno tra di voi che vuole regalare ai propri figli un futuro di pace e di speranza?
Di concordia e di aiuto reciproco?
Di rispetto e tolleranza, di comprensione e perdono per i vostri sbagli reciproci?
Perché non rispettate i negoziati di pace?
Perché non avete rispetto dei migliori di voi che desiderano la pace e che si battono per la pace e che muoiono per la pace?
Ci sono anche persone straniere che desiderano la pace e che si espongono e rischiano la propria vita perché voi scendiate ad accordi di pace!
Fino a quando rifiuterete questo anelito alla pace che si alza da tutto il mondo?
Perché non volete regalare al mondo intero un esempio vivo di pace, di come si fa la pace, di come si vive in pace tra due popoli che si sono a lungo osteggiati?

venerdì 26 dicembre 2008

L'ITALIA

L'Italia è un paese con 20 Regioni. Queste 20 Regioni sono come 20 pacchi dentro i quali non c'è nulla. Sembra che ci sia qualche cosa, sembra che ci siano dei soldi, 50, 100, 10.000, 20.000, 500.000 euro, però non c'è nulla, queste cifre sono solo scritte sul coperchio interno dei pacchi, però all'interno non c'è nulla. Quando tu scegli una Regione devi sperare che sul coperchio interno della scatola ci sia scritta una cifra piccola in denaro, così sai che quella cifra piccola in denaro andrà a qualcun altro, non a te. Se elimini tutte le cifre piccole in denaro, allora ti rimarranno le cifre grosse. Praticamente è come se dovessi fare vedere che quello che in realtà ti interessa non ti interessa e quello che in realtà non ti interessa ti interessa. Questo è il gioco dell'Italia e delle sue Regioni. E ci sono scelte importanti da prendere. E allora tutti con lo sguardo dipinto di chi sta prendendo una decisione importante, mentre in realtà si sa che il fatto che ci sia una cifra grande o piccola non dipende da te, ma tutto dipende dal caso! Dipende tutto dal caso! E allora ci sono quelli che vanno a casa con niente, una ciabatta, una scarpa, una carota, una presa in giro insomma, ci sono quelli che vanno a casa con 10 euro, 100 euro e ci sono quelli, i fortunati, che vanno a casa con 100.000 o 500.000 euro! Ma non dipende da te, dipende dal caso! Però ho sentito che un modo per andare a casa con un bel premio c'è! Ti devi mettere d'accordo prima con il conduttore del gioco! Però devi fare finta di non esserti mai messo d'accordo con lui! E' una specie di complicità sottointesa, fatta di parole dette e non dette! E' così che si fanno gli affari nel nostro paese! E' così che i più furbi, quelli che hanno capito come funziona il gioco del nostro paese, si portano a casa un bel premio, ma mica tutti però, eh no! E se no che figura ci facciamo, se tutti si portano a casa un bel premio? Eh no, non va bene, bisogna fare vedere che la vita è buona e cattiva, che nella vita c'è posto per la fortuna e per la sfortuna o per la sagacia (perché ci va sagacia per questo gioco!!????) e per la non sportività di chi non osa rischiare. E così ci sono anche quelli, poveretti, che tornano a casa con una scarpa di Pupo, con 10 euro, con un affitto scaduto da pagare, con una lettera di licenziamento, con un avviso di garanzia, con una social card!

domenica 14 dicembre 2008

L'AMORE, QUESTO SCONOSCIUTO

L'Amore, questo sconosciuto! In tutto il gran parlare che si è fatto sul come affrontare la crisi economica, non si è mai parlato dell'Amore, che è stato sempre il grande assente della politica! E questo è un fatto emblematico, perché a che cosa possiamo imputare la crisi, se non alla mancanza dell'Amore, infatti è noto che nel mondo c'è cibo per tutti, ma la ricchezza è male distribuita e male organizzata. La stupidità, la superficialità di tutti, la prepotenza e l'arroganza dei potenti la fanno da padrone!
Forse è proprio il tempo di parlarne, perché se non si coglie questa occasione per riportare alla coscienza degli uomini questo grande assente, quale altra occasione si aspetta? Vale la pena di ricordare, così, per inciso, che Dio ha creato il mondo con l'Amore e per l'Amore. Dio non ha creato il mondo con i soldi, infatti non aveva nessun capitale iniziale. Così, detto per inciso!
Qualcuno che conosceva quei quattro ragazzi di Rimini che hanno dato fuoco a un barbone si è meravigliato, perché li conosceva come delle persone serie e serene!
Persone serie che avevano un lavoro! Persone serie, niente da dire, persone serene, però peccato che nessuno ha insegnato loro ad amare! Nella cultura in cui viviamo, sempre più l'emarginato viene visto come una sfida al quieto vivere e al benessere collettivo, viene visto come un pericolo! Ma peccato che non viene visto come una persona con gli stessi diritti delle altre persone, una persona a cui portare rispetto!
- Portare rispetto a quel barbone? E perché mai? - si saranno detti tra sé e sé quei ragazzi, nell'intimo della loro coscienza. Il diritto, in una società dalla violenza strisciante come la nostra, lo si costruisce, non lo si ottiene gratuitamente dal prossimo e nemmeno solo perché esiste una Carta della Costituzione o una Carta dell'Onu sui diritti umani! E se tu sei incapace di costruirti i tuoi diritti, perché sei un barbone, perché non lavori, perché sei diverso dagli altri, perché vuoi vivere della nostra elemosina, perché sei una piaga aperta alla vista di tutti nel nostro bel paesaggio da cartolina (Rimini appunto), allora c'è sempre qualcuno che si sente in diritto di importunarti, di esasperarti, di vessarti, di annullarti moralmente e fisicamente! Pare che quei quattro ragazzi, con tutte le carte in regola per vivere bene nella nostra società, ma senza Amore!, non volessero proprio dare fuoco al senza fissa dimora, ma volessero (solo!) costruirgli un cerchio di fuoco intorno! Peccato però che nelle intercettazioni delle telefonate tra di loro non trapelasse nessun rammarico per la sorte del povero tapino, ma anzi esaltazione per la propria impresa!

domenica 16 novembre 2008

VA' A LAVORARE!

Intelligenza e volontà vanno usate entrambe! Se usassimo solo la volontà ci ridurremmo a fare tante cose, ma che alla fine non servono a nessuno, anche se esteriormente saremmo visti come delle persone “attive”! Dobbiamo anche trovare il tempo per fermarci e pensare a “che cosa” dobbiamo veramente fare! Ecco che qui entra in gioco l'intelligenza! La quale, a sua volta, se non è sostenuta dalla volontà, rimane sterile! Ecco perché, di per sé, la legge anti-fannulloni non serve a nulla! Perché si richiama alla sola volontà, staccata dall'intelligenza!
Una legge qualsiasi, o un codice di leggi, parlando più in generale, viene rispettato da un popolo, più o meno bene, se questo popolo è già preparato per questo codice, se la vita del popolo già rispecchia in qualche modo il codice che si intende fare rispettare! Così è inutile cercare di fare rispettare un codice troppo lontano dalla vita stessa che il popolo conduce, così come è inutile aggiungere ogni volta tante diverse leggi, che poi non saranno rispettate, perché si deve fare assumere ad un popolo un comportamento nuovo alla volta, non tanti comportamenti tutti assieme!
Così come è impossibile ottenere, dall'oggi al domani, la legalità là dove oggi c'è la mafia! E poi la nostra Costituzione (articolo 1) dice: l'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro! Ma se è proprio in quelle zone che il lavoro manca, allora come si fa ad ottenere la legalità se viene meno il primo fondamento della nostra Costituzione? Forse bisognerebbe cambiare questo primo articolo della nostra Costituzione in: l'Italia è una Repubblica fondata sul rispetto e la convivenza civile! E poi però bisognerebbe adeguare tutte le altre leggi in modo che funzioni davvero così!
Immaginiamo una civiltà rurale ideale, come poteva esserci una volta (sappiamo che neanche una volta funzionava bene perché c'erano i grandi proprietari terrieri e c'erano i contadini sfruttati)! Immaginiamo che in questa civiltà, ogni persona, ogni famiglia possieda un proprio pezzo di terra da potere coltivare e nel quale potere allevare degli animali o dove potere svolgere delle altre attività! In una società siffatta è certamente più facile potere immaginare che ognuno viva del suo lavoro! Infatti, per male che vada, ognuno possiede un terreno da potere coltivare e potere vivere, bene o male, di sussistenza, dei frutti della propria coltivazione o allevamento! E la proprietà terriera sarebbe garantita dalla successione di padre in figlio! Questa, sebbene possa sembrare una società rurale, garantisce però un minimo di garanzia a tutti gli abitanti! Garantisce almeno il possesso della terra! E' un concetto antico di lavoro, ma almeno si poggia su qualcosa di ben concreto!
Nella nostra società odierna, invece, si nasce e quando si diventa maggiorenni non si ha nulla! Rinchiuso tra quattro mura in un appartamento, un giovane non possiede un terreno di famiglia su cui potere subito fare lavorare le sue braccia! Può studiare e lavorare in altro modo, d'accordo, ma non tutti possono avere questa possibilità! C'è una cultura diffusa che identifica troppo il disoccupato come uno scansafatiche! Se il disoccupato non trova il lavoro, allora vuol dire che non s'impegna, perché “i posti per lavorare ci sono”! Ecco che allora c'è una realtà, la disoccupazione, che accomuna giovani del sud (dove la disoccupazione è maggiore e dove la mafia ti offre una possibilità, illegale ma concreta, di lavorare) e giovani del nord! Questa purtroppo è una triste realtà e non serve fare i predicatori: “Se non lavori è perché non vuoi lavorare, è perché non ti impegni abbastanza”! E' che la società si è allontanata troppo da quella rurale ideale nella quale ognuno poteva sperare di potere lavorare nel proprio terreno! E' che la società reale non è quella immaginata o auspicata dal nostro ordinamento giuridico! Allora, o si continua a dire ai disoccupati del nord: voi siete tutti fannulloni in malafede e ai disoccupati del sud: voi pure siete tutti fannulloni in malafede e in tanti casi perfino mafiosi e la colpa è solo vostra, o si trova una soluzione a questo stato di cose! Come si diceva prima, una legge si può sperare che venga osservata da tutti i cittadini, quando appartiene alla vita vissuta, al proprio sentire!
Io credo che debba sparire del tutto, nella nostra cultura, questa concezione del disoccupato come fannullone! Come si può generalizzare? La società non è più quella di una volta! Adesso che siamo in crisi economica è pure dimostrato che in questa società, così com'è, qualcosa evidentemente non va! Al sud tanti non hanno la possibilità di trovare lavoro, e al nord, anche se in misura minore, tanti non hanno la possibilità di trovare lavoro, per diversi motivi, ma la sostanza non cambia, è sempre la stessa e non si può dire così facilmente il perché e giudicare! E non è solo la frustrazione di non potere rivolgersi ad un impiego che impiega le energie del disoccupato, ma anche e soprattutto la frustrazione di sentirsi inutile, di sentirsi un peso per la società civile, di sentirsi anche giudicato malamente per questo! E' assolutamente indispensabile che il disoccupato non si senta in colpa per il suo stato, così che venga integrato nella cultura, nella società civile! E' il primo passo! Se tutti i cittadini riconosceranno questo, se riconosceranno nella disoccupazione non necessariamente un demerito, ma semplicemente uno stato di cose, allora potranno anche nascere quelle leggi, quelle forme legali a tutela del disoccupato! Perché, come si diceva, la legge nasce, prima ancora di essere “legge di stato”, nella cultura di un popolo!

giovedì 13 novembre 2008

IL RICCO EPULONE E IL POVERO LAZZARO

Non posso fare a meno di completare con una visione evangelica quanto è stato detto!
Il Cristo racconta (Vangelo di Luca 16, 19-31) la parabola di un ricco, che vestiva di porpora e di bisso e tutti i giorni banchettava lautamente. Lazzaro, dice il Cristo, era un mendicante che stava alla porta di questo ricco, coperto di piaghe e non poteva nemmeno sfamarsi con ciò che cadeva dalla sua mensa! Lazzaro riceveva la pietà dei cani, che venivano persino a leccare le sue piaghe, ma non la pietà di questo uomo ricco. L'epilogo è che Lazzaro muore e viene portato dagli Angeli nel seno del patriarca Abramo (non dice “in paradiso” perché le porte del paradiso si apriranno per i giusti solo alla morte e Risurrezione di Cristo, cioè a Redenzione avvenuta). Anche il ricco muore e il Vangelo dice che è “nell'inferno tra i tormenti”. Così la situazione si è completamente invertita e il ricco, da dove si trova, levando gli occhi, vede di lontano Abramo e Lazzaro e prega Abramo di ristorarlo in qualche modo: “manda Lazzaro a intingere nell'acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua, perché questa fiamma mi tortura”. Ma le sue preghiere non possono venire ascoltate! Qualcuno dirà che questa è una visione ingenua, infantile se vogliamo. Però ad una profonda analisi questa è una visione evangelica (è raccontata dallo stesso Cristo, la Verità in persona!) che spiega e giustifica certe situazioni terrene altrimenti inspiegabili! Con questa parabola finalmente si capisce chi è il vero povero tra i due! Il vero povero è colui che ha il cuore chiuso, colui che pure avendo tutti i beni terreni, non sa riconoscere il grande favore avuto da Dio e non sa aprirsi a Dio e all'amore, perché non sa avere pietà del mendicante che tutti i giorni sta alla sua porta! Ecco che allora si capisce che la sofferenza del mendicante Lazzaro non è senza scopo! Infatti la sofferenza di Lazzaro è un tentativo, estremo se vogliamo, da parte di Dio di aprire il cuore chiuso del ricco! Tentativo che non raggiunge il suo scopo, perché il ricco rimane con il cuore chiuso, ma non si può dire che Dio non abbia compiuto questo tentativo, usando la sofferenza di Lazzaro, il quale invece viene premiato, e non tanto per la sua povertà terrena ma soprattutto perché ha il cuore già pronto per Dio!
Questo è il giusto modo di vedere il significato dei poveri nel mondo e il divario che c'è tra la gente dei paesi ricchi e quella dei paesi poveri! Attenzione, dunque, perché se non riusciamo a vedere Dio nel povero, non riusciremo a vederlo nemmeno nel mondo futuro! Attenzione a riconoscere quale è la nostra vera chance, che non è quella di arricchirci e fare carriera passando sopra a tutti, ma è quella di amare! E i poveri sono il test più importante che Dio fa con noi, per vedere se davvero siamo capaci di amare! Perché noi stessi siamo poveri e che cosa abbiamo infatti che non lo abbiamo ricevuto da Dio?

mercoledì 12 novembre 2008

MENO MALE CHE ADESSO NON C'E' PIU' HITLER (2)

E' così che ad una forma antica di sopraffazione se ne sostituisce una nuova! Anticamente esistevano gli schiavi. Uno schiavo se la poteva passare bene o male a seconda se il suo padrone era un padrone umano o un oppressore. Certi padroni amavano i loro schiavi come se fossero dei figli! I poveri erano poco o per niente tutelati dalle leggi. Oggi esistono molte leggi che tutelano i poveri, però la legge da sola non basta! Anzi, spesso la legge diventa una copertura, è una finzione che facendo credere che la legge venga rispettata, permette ai nuovi prepotenti di sopraffare i nuovi poveri! Allora i nuovi poveri non si ribellano perché è fatto loro credere di vivere in un paese in cui regna la legalità! La legge e i diritti umani vengono aggirati molto comodamente, così di fatto si vive in condizione di illegalità e di ingiustizia! Finché il rispetto totale del prossimo non entra profondamente in tutti i cittadini sarà sempre così! Accanto alla legge dovremmo anche tenere sempre presenti i diritti umani, i quali sono anche stati scritti nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, approvata dall'Assemblea delle Nazioni Unite il 10 Dicembre 1948 (60 anni fa)! Qualora l'applicazione di una legge andasse contro questi diritti umani si dovrebbe trovare il modo corretto di applicarla, tenendo conto dei diritti umani! Bisognerebbe modificare opportunamente o cancellare, a seconda del modificarsi e dell'evolversi della società, quelle leggi che, applicate nel nuovo contesto societario, non garantissero più il rispetto dei diritti umani!

martedì 11 novembre 2008

MENO MALE CHE ADESSO NON C'E' PIU' HITLER

Parafrasando il titolo di una canzone di Edoardo Bennato: “Meno male che adesso non c'è Nerone”. Sì, perché Hitler sosteneva che il forte aveva il diritto di sopravvivere sul debole e non c'era bisogno di altre considerazioni di tipo etico o religioso! La natura allo stato brado, la natura che dà sfogo ai suoi istinti e arriva persino a uccidere il suo simile. L'uomo che arriva a uccidere l'uomo suo simile! Non c'era bisogno di altro per Hitler!
E invece oggi:
-Se cerchi lavoro ti chiedono se hai esperienza di lavoro. E se non ce l'hai ti attacchi! E se nessuno ti fa fare esperienza, come fai? Ti attacchi lo stesso!
-Un mio amico è pittore. Per potere esporre gli chiedono in quali gallerie ha già esposto i suoi lavori. In nessuna galleria! Ma se nessuno lo fa mai esporre come fa a farsi una reputazione? Si attacca anche lui!
-I paesi in via di sviluppo sono indebitati con i paesi ricchi. Devono lavorare solo per potere pagare il debito. Ma come possono svilupparsi se non viene allentata la morsa del debito? Si attacchino anche loro!
-Un bambino viene ucciso prima che venga alla luce e la società civile è d'accordo!
Se potesse parlare urlerebbe per non essere ucciso. Ma per potere essere ascoltato deve almeno nascere per potere emettere un vagito! E allora che si attacchi anche lui!
C'è una differenza tra il Main Kampf di Hitler e queste situazioni?
Se c'è è solo quella che queste ultime sono giustificate in nome di una etica corretta!

lunedì 10 novembre 2008

UNA CENTRALE DI ENERGIA NUCLEARE PULITA SENZA INTERRUZIONE E SENZA GUASTI

Un problema dell'umanità di oggi è quello di trovare delle fonti di energia pulita o forse è solo quello di incentivarne al massimo l'utilizzo e di trovare il modo di aumentare la quantità di energia pulita che già si produce. Fonti di energia tradizionali come il petrolio e il carbone già sappiamo che rilasciano gas inquinanti come CO e CO2 e che vanno ad aumentare l'effetto serra dell'atmosfera, il quale sarebbe la causa dei recenti sconvolgimenti climatici del nostro pianeta. Se è vero che non è stato possibile, per gli scienziati, trovare una prova inconfutabile della relazione diretta tra produzione di CO2 e effetto serra, e questo è stato il pretesto per molti, tra i quali Bush, per infischiarsene del problema, è anche vero che non si può aspettare di trovare questa prova inconfutabile, perché potrebbe essere troppo tardi! E poi, dato che il carbone e il petrolio sono destinati ad esaurirsi in qualche decina di anni, siamo fatalmente destinati a cercare o a incrementare altre fonti di energia, possibilmente pulita! L'energia nucleare non è pulita! Un solo incidente ad una centrale nucleare, come quello accaduto nel 1986 a Cernobyl, rischia di inquinare con particelle radioattive interi paesi e continenti e a parere mio non è saggio correre questo rischio! Inoltre c'è il problema delle scorie! I rifiuti di produzione di energia nucleare, anche se sepolti in sicurezza, rimangono radioattivi per decine di migliaia di anni e non credo che sia saggio nemmeno consegnare ai posteri un pianeta imbottito di rifiuti radioattivi con il rischio di incidenti che potrebbero verificarsi e con il rischio di inquinamento delle falde acquifere! Abbiamo anche il dovere di pensare ai posteri e non è poi così scontato il fatto che riescano a gestire un problema che rischia di accumularsi sempre di più! La prudenza è una virtù e va esercitata, insieme alla preoccupazione per chi abiterà il pianeta dopo di noi! Stando così le cose, non posso non fare una considerazione dettata dal mio misticismo. I politici, quando parlano di questi problemi, non fanno queste considerazioni, o perché non hanno questo tipo di visione o perché sanno che saranno derisi! La considerazione che intendo fare è semplicemente quella che siamo nelle mani di Dio Padre che conosce tutti i nostri bisogni! A volte basta solo riconoscere che siamo ad un punto oltre il quale non possiamo più procedere e dobbiamo solamente attenderci il Suo aiuto, invece di continuare sulla strada sbagliata, come se la soluzione dovesse venire solo da noi! Questo non vuole dire di non cercare soluzioni alternative, ma vuol dire di rimettersi a Dio e cercare soluzioni mantenendo la calma e la fiducia, certi che il Suo aiuto non mancherà, e soprattutto vuol dire di non intestardirsi su soluzioni sbagliate e pericolose, come se tutte le soluzioni dovessero venire solo da noi e non con il Suo aiuto!
A dire il vero esiste anche l'energia nucleare pulita, che è l'energia di fusione, però gli scienziati non sono riusciti a realizzarla se non a scopi distruttivi (la famosa bomba H, la bomba all'idrogeno)! Nell'energia nucleare di fusione, due atomi piccoli (come l'Idrogeno) si riuniscono e formano un atomo più grande (Elio) e così facendo si produce energia. Invece nell'energia nucleare di fissione, che è quella delle nostre centrali e (ahinoi) delle bombe di Hiroshima e Nagasaki, un atomo grande (Uranio) si divide e produce atomi più piccoli insieme ad energia e insieme a particelle radioattive! Gli scienziati non riescono a realizzare l'energia nucleare pulita perché per fare unire tra di loro gli atomi di Idrogeno occorre che l'Idrogeno sia tenuto a pressioni e temperature altissime. In realtà però, noi una centrale di energia nucleare pulita già ce l'abbiamo! E' il sole! Nel sole si produce energia nucleare perché al suo interno ci sono quelle condizioni di pressione e temperatura altissime che fanno sì che gli atomi di Idrogeno vadano ad unirsi tra di loro, formando Elio ed energia, la quale energia viene irraggiata fino a noi sulla terra!
In una visione mistica, in una visione semplice dell'universo, ma non per questo banale, a me piace pensare che noi abbiamo già la nostra centrale di energia nucleare pulita e questa centrale è il sole. Io credo che a noi non resti altro da fare che riuscire a sfruttare al meglio la sconsiderata quantità di energia pulita che il sole già produce costantemente senza interruzione e senza guasti!

sabato 8 novembre 2008

LA VERITA' NELL'UNITA'

In prospettiva di un cammino di dialogo tra le diverse religioni, mi accingo a scrivere il mio pensiero sulla figura del Cristo nel cristianesimo e nell'islamismo. Innanzitutto so che il Corano dice di credere in ciò che è stato rivelato precedentemente ed infatti la rivelazione della Bibbia è anche patrimonio religioso della religione islamica. In secondo luogo so anche che la rivelazione del Corano, ispirata direttamente dall'Arcangelo Gabriele al profeta Maometto è suscettibile anche di modifiche, le quali dovrebbero derivare da una corretta interpretazione di ciò che vi è scritto, anche considerando il tempo e la cultura nelle quali è stato scritto il Corano e il tempo e la cultura diversi nei quali il Corano viene interpretato. Questo non è blasfemia, perché è scritto anche nello stesso Corano! E non può essere che così, perché Iddio si è servito, per la rivelazione del Corano, di Maometto, che pur essendo considerato, dai musulmani, il più grande tra i profeti, resta pur sempre un uomo! Quando Dio si serve di una creatura umana, per rivelare Se stesso, la creatura umana non viene annullata! Così anche per la Bibbia! Va letta pensando sempre il contesto, la cultura e il tempo e il luogo nei quali è stata scritta! Valga come esempio la “legge del taglione”: occhio per occhio e dente per dente! Dal profeta Mosè, che parlava per conto di Dio, il popolo eletto degli ebrei ha ricevuto questa legge di giustizia dell'occhio per occhio e dente per dente (Es 21,24)! Per il momento Iddio stesso non poteva consegnare agli ebrei una legge di giustizia migliore, superiore, perché gli ebrei di quel tempo ancora non erano maturi per riceverla! Ma il Cristo, quando venne, disse (Mt 5, 38-41): “Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente; ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra; e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due”. E anche (Mt 5, 17-18): “Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto”. E un discorso analogo si può fare per il matrimonio, quando il Cristo dice: Mosè vi ha permesso di dare l'atto di ripudio alla moglie per la durezza del vostro cuore ma da principio non fu così e poi cita il Libro della Genesi dicendo: l'uomo non divida ciò che Dio ha unito! Quindi la rivelazione guarda anche all'uomo e alla sua evoluzione o anche al suo degrado! Perché la salvezza dell'uomo è al centro della rivelazione di Dio e non può prescindere dalla stessa evoluzione dell'uomo in meglio o in peggio! Detto questo, vengo al punto che mi sta a cuore! Ho un libro in cui sono riportati dei versi del Corano:
Perché Dio è un Dio solo, troppo alto e glorioso per avere un figlio”.
Creatore originale dei cieli e della terra, come potrebbe egli avere un figlio se non ha una compagna e se lui da solo ha creato tutte le cose?”
Hanno detto: Dio si è preso un figlio; Sia gloria a lui, egli è colui che basta a se stesso, a lui appartiene tutto quanto c'è sul cielo e sulla terra. No, voi non potete dire questo! Vorrete forse dire di Dio quello che non sapete?”.
Evidentemente qui il Corano sembra volere negare la verità in cui i cristiani credono, dell'incarnazione di Dio! Però, ad una attenta analisi, qui il Corano non nega proprio nulla e segue un ragionamento coerente e che non si può assolutamente confutare!
Infatti qui il Corano nega la possibilità di “prendersi un figlio” da parte di Dio!
Assolutamente vero! Infatti noi cristiani non crediamo che “Dio abbia preso un figlio” tra tutti gli uomini: noi crediamo dell'esistenza del Figlio dall'eternità, da prima di tutti i secoli. Lui stesso, il Figlio, uguale al Padre, eppure distinto. Il fatto che Dio abbia preso una carne umana non è assolutamente lo stesso che dire che “Dio ha preso un figlio”, come se avesse elevato una creatura qualunque al Suo livello! Piuttosto, nel prendere una carne umana, Dio è sceso al nostro livello e tutti ci ha elevati al Suo livello!
Dio è un Dio solo e da solo ha creato tutte le cose, dice il Corano! Assolutamente vero! E' il mistero della Trinità: la Trinità di Dio non nega l'Unità di Dio. E' un Dio solo in tre persone! Volendo fare un passo in più, la rivelazione (Vangelo di Giovanni) dice anche
come Iddio ha creato tutte le cose: per mezzo del Figlio!
Io non credo che questo serva a screditare colui che ha scritto il Corano, Maometto, perché anche se evidentemente lui pensava ai cristiani, non si può dire che ciò che ha scritto,
e nella maniera in cui lo ha scritto, vada a negare veramente quelle verità in cui noi crediamo! Non dimentichiamoci che ci sono alcuni protagonisti e scrittori dei Libri della Bibbia che sono giunti a maledire il giorno in cui sono nati, il che equivale a negare fondamentalmente l'unica verità complessiva della Bibbia: l'amore di Dio! Eppure Dio ha permesso che costoro fossero protagonisti e scrittori della sacra verità! Infatti Dio sceglie chi vuole! E anche, come dice il Cristo nel Vangelo (Mt 11, 27): “Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare”!
In altre parole la rivelazione, qualunque rivelazione è un dono di Dio!
Io credo che Maometto sia stato scelto da Dio per guidare il popolo arabo verso la conoscenza della verità e dell'amore di Dio, anche se Dio gli ha negato la possibiltà di vedere la gloria dell'Incarnazione di Dio! Poi Maometto, nello stesso Corano, ha scritto di credere a ciò che era già stato rivelato in precedenza!
La logica conclusione è che siamo tutti depositari della verità che ci è stata data nella rivelazione, sia essa la Bibbia o il Corano, e che però abbiamo anche il dovere di approfondire la rivelazione stessa, di non credere che siamo diventati oramai interpreti infallibili della rivelazione!
Il Corano dice che è più gradito a Dio chi è più devoto a Lui e dunque Dio non fa preferenze di religioni di appartenenza, né per i cristiani e né per i musulmani!
Penso anche che Dio ha dato una grande responsabilità ai cristiani, avendo essi il dovere di illuminare le genti e come hanno risposto tanti cristiani? Le crociate ne sono un esempio! Allora, se i cristiani non assolvono al loro dovere, anzi si comportano da violenti, ecco che Iddio permette che una coltre nera di nebbia densa avvolga tutta la terra rendendo a tutti i popoli impossibile giungere alla conoscenza di Dio e della verità! Ma ognuno deve assumersi le sue responsabilità, sia cristiano o musulmano o a qualunque religione appartiene! La verità è che Dio ci chiama alla Verità nell'Unità! Unità tra i popoli e le religioni! Solo se i popoli e le diverse religioni cercheranno la Verità nell'Unità la potranno davvero trovare!
Il Corano dice che è più gradito a Dio chi è più devoto a Lui! E Gesù il Cristo, il Salvatore del mondo disse: “Chi vuole essere il più grande tra di voi sia come colui che serve”!

venerdì 7 novembre 2008

PERCHE' LA SINISTRA NON E' ANDATA AL GOVERNO?

Perché la sinistra italiana non è andata al governo? La sinistra accusa (giustamente a parer mio) la destra di malgoverno, però essa stessa non ha nulla di veramente propositivo! Finché non capiscono quali sono i problemi veri della gente! Finché non capiscono a che cosa aspira l'uomo e Chi è che possiede le chiavi dell'uomo e di tutti i suoi problemi e di tutte le sue aspirazioni sarà sempre così! La Parola di Dio è eterna, è sempre quella e “non passerà mai”, così dice il Cristo nel Vangelo! La politica da sola non basta, se i politici stessi nelle loro decisioni non si fanno ispirare direttamente da Chi conosce veramente l'uomo, se non si fanno ispirare dal Vangelo o se non sono guidati direttamente dall'Amore! Infatti ogni decisione fatta escludendo l'Amore finisce per non cogliere nel segno, alla fine si rivelerà una decisione deludente! Presto o tardi si rivelerà l'inganno! Si pensa tanto ai problemi sociali, ma la struttura della società rimane fondamentalmente la stessa, al massimo si mette una pezza qua e una pezza là e nulla di più! Perché non andare direttamente al problema? Ci sono dei senza fissa dimora che in inverno muoiono per il freddo mentre voi avete tutte le porte aperte! E' mai possibile che sprecate tante parole e vi accapigliate tra di voi e nessuno che salga alla barra di comando sappia emanare un decreto legge che sia in grado di dare una sistemazione, sia pure modesta e precaria, ma al riparo dalle intemperie del clima, a questi figli del Signore e fratelli nostri? Vi preoccupate tanto dell'economia, anche se i conti non tornano mai e voi siete quelli che non badate a spese quando si tratta dei vostri stipendi e indennità! Ma pensate alle cose veramente vitali! Se una fabbrica rilascia sostanze nocive nell'atmosfera, sostanze che ci fanno ammalare e morire di tumore, allora l'attività di quella fabbrica va sospesa! Senza tergiversamenti! Avete paura che l'economia vada in crisi e che i cittadini si ribellino? Ma siete voi che dovete fare capire ai cittadini che vi state occupando di problemi seri e i cittadini allora si adegueranno! Ma finché voi siete i primi che rubate e approfittate delle contingenze immediate, porterete i cittadini a fare come voi e anche peggio! Intanto l'economia già è andata in crisi e che cosa avete ottenuto? L'uomo deve essere al centro dell'interesse della politica! Ma non l'uomo inteso come percentuale! Il 90% dei cittadini oggi ha mangiato, allora va bene perché negli altri paesi oggi ha mangiato soltanto l'80% dei cittadini! Pensare all'uomo vuol dire pensare a ogni uomo inteso individualmente, fosse anche il più brutto e povero! Pensate all'uomo, pensate agli uomini! “Quello che vorreste fosse fatto a voi, fatelo anche voi a loro”! Questo è l'Amore! Se farete così tutte le cose si aggiusteranno, anche l'economia! L'uomo deve essere al centro dell'interesse politico e non l'economia!

giovedì 6 novembre 2008

OBAMA L'ABBRONZATO!

Obama l”abbronzato”.
Così è stato chiamato da Berlusconi. Invece di dare un chiaro segnale di rispetto e di felicitazione motivandolo col fatto che per la prima volta un uomo di colore è diventato presidente degli U.S.A., il cavaliere Berlusconi non riesce ad andare più in là di una battuta che per molti inevitabilmente suonerà ambigua.
Questo perché con ogni probabilità il nostro presidente del Consiglio non coltiva e nutre dentro di sé questa xenofilia (amore per lo straniero) e al momento decisivo incappa in queste gaffe(s).
E Veltroni e Franceschini che a motivo di questo hanno mostrato la loro indignazione non sono degli imbecilli, come sono stati chiamati dal “cavaliere” che di cavalleresco ha ben poco, riuscendo ad offendere tutti!
Perché il “cavaliere”, con la posizione di prestigio in cui si ritrova, visto da tutti, perde continuamente queste occasioni per dare dei chiari e limpidi segnali di concordia e di rispetto, in un clima mondiale ambiguo e pieno di tensioni, clima nel quale ogni parola ambigua può essere interpretata in malo modo da chiunque nel mondo, con le nefaste conseguenze che conosciamo!

FORZA OBAMA!

Vorrei esprimere la mia soddisfazione per la vittoria di Barack Obama alle elezioni U.S.A. Anche Berlusconi era felice e gli altri della sua combriccola con lui, tanto è vero che ha detto che vuole cambiare il nome del suo partito: non più Forza Italia, ma Forza Obama! Subito pronto a dare consigli, la volpe! Con la gioia e la soddisfazione della vittoria di Obama mi spingo sulle ali dell'entusiasmo e auspico presto una vittoria dell'opposizione anche in Italia, non so quando e non so come, ma sento che avverrà presto! Così i due amici Berlusconi e Bush potranno ritrovarsi di nuovo insieme (in forma privata) e congratularsi a vicenda di come sono stati bravi a costruire la loro fortuna sopra i migliaia di morti che hanno fatto le loro guerre! E sull'atmosfera di cupo terrore che hanno seminato in tutto il mondo! Anche Al qaeda ci ha provato, ma non è riuscita a fare più morti di loro due e a seminare più terrore! Eh, Al qaeda, ma qui c'è gente brava a seminare terrore, più di te, che stai scherzando? L'articolo 11 della Costituzione Italiana dice che l'Italia ripudia la guerra anche come strumento per risolvere le controversie internazionali! Dunque l'appoggio dato dall'esercito italiano a Bush non è altro che un'ennesima trasgressione alla Costituzione Italiana! Oramai la Costituzione Italiana è diventata solo un promemoria, non ha più alcun valore legale! Mi sono commosso fino alle lacrime nel vedere la vittoria di Obama festeggiata con tutta la gioia di cui erano capaci da giovani da una pelle bianca e più che bianca, lattiginosa! E' una cosa normale, dovrebbe esserlo, perché l'amore non conosce differenza di razza, però mi sono commosso perché nel clima che oramai respiriamo, mi sembra un miracolo anche quello! Non so quanti, da noi, riescono a festeggiare il semplice fatto che uno di colore sia riuscito a giungere vivo in Italia dopo una traversata in mare su mezzi di fortuna! Il futuro presenta nuove sfide. Le popolazioni che il sistema capitalistico sfrenato ha affamato vengono qui da noi e noi non possiamo respingerle semplicemente dicendo che questa è la nostra terra, perché a dire tutta la verità la terra non è nostra, questa è solo un'invenzione politica che va avanti da tempo! Un popolo si identifica per la sua comunità e per la sua cultura e non per la terra che occupa!

mercoledì 5 novembre 2008

PERCHE' SONO USCITO DALLA CASTA - DI WILLER BORDON

Ho acquistato il libro di Willer Bordon dal titolo: “Perché sono uscito dalla casta”, Ed. Ponte alle Grazie, anno 2008. Willer Bordon è un parlamentare che, appunto, “come regalo per il suo compleanno 2008” si è fatto il regalo (enorme, grandissimo) di uscire dal parlamento, ossia dalla “Casta” dei privilegiati parlamentari e ha rassegnato le sue dimissioni! Tra l'altro in questo libro, oltre agli scandalosi privilegi illegali della “Casta”, racconta della incredulità e incomprensione dei suoi colleghi parlamentari nell'annunciare loro le dimissioni e soprattutto il motivo delle sue dimissioni! Sì, perché in questo mondo di privilegiati che ci governano, tutto deve avvenire per scambio. Il gesto completamente gratuito non appartiene alle loro menti! Se io compio un gesto estremo, come è quello di rinunciare alla carica di senatore, lo devo fare, secondo loro, per ottenere qualcosa in cambio. E' il gioco della domanda e dell'offerta, del ricatto politico! E invece no, l'unica cosa che si proponeva di ottenere Willer Bordon era proprio quella di andarsene da quel mondo di privilegiati senza legalità alcuna, secondo il suo dire! Certamente che avendo fatto così, otterrà qualcosa, anzi otterrà moltissimo, ma secondo la logica del seme che cade in terra e muore e produce molto frutto, secondo la logica Evangelica che è la logica della vita e non secondo la interessata logica del ricatto politico. Intanto, come primo frutto ha ottenuto di poterci regalare questo libro di denuncia dell'illegalità che regna nel parlamento! Io ne ho lette un centinaio di pagine al momento. Quello che ne viene fuori è che il parlamento, più che a un luogo dove la legalità regna sovrana, essendo esso stesso la sede e la fonte della legalità, assomiglia a un gioco tipo il monopoli, dove esistono molte occasioni per fare tanti affari. Per esempio se riesci a diventare presidente di una commisione parlamentare speciale, riesci a intascare il tuo bonus di più di 3000 euro, e tutti si prestano a questo gioco meschino, pensando a se stessi e non a rappresentare il popolo che li ha eletti! Un luogo dove le leggi vengono fatte e poi subito disfatte, proprio come potrebbe fare un bambino di 3 anni che fa vedere che è capace di rinunciare al suo gioco e te ne fa un regalo e poi subito dopo te lo richiede indietro! E' stato il caso del taglio dello stipendio del 10 per cento, poi subito dopo ristabilito con un aumento immediatamente successivo di uguale consistenza, però sotto diverso nome! Ed è il caso, veramente scandaloso, della legge del finanziamento pubblico ai partiti! Nell'Aprile 1993 gli italiani, interpellati con un referendum, hanno deciso, con una percentuale del 90%, di abrogare la legge del finanziamento pubblico ai partiti! Ma ecco che subito, nell'autunno di quello stesso anno, viene approvata una legge che ripristina il finanziamento pubblico ai partiti, però sotto un altro nome, sotto il nome di “rimborso per spese elettorali”! Ma quello che è veramente scandaloso è che con leggi successive questo rimborso è stato aumentato con ogni trucco possibile fino a passare, dalle 200 lire per elettore iniziali del 1993, ai 5 euro attuali! Davvero c'è qualcosa di inspiegabile in questo, direi di demoniaco! Per questo Willer Bordon propone di nuovo un referendum, per riprovare a cancellare questo scandalo del finanziamento pubblico ai partiti! A Willer! A lassa sta' e nun ce niente da fa', lo vedi! Lascia che questa classe venga cancellata in una volta sola, che come tu giustamente hai previsto, una classe cosiffatta è destinata a scomparire per propria insussistenza!

giovedì 30 ottobre 2008

CHI SEMINA VENTO RACCOGLIE TEMPESTA!

In questa epoca, mai come prima, gli uomini hanno la possibilità concreta di rendersi conto che sono tutti interdipendenti gli uni dagli altri. Quando acquistiamo il pane, quando prendiamo l'autobus, quando prendiamo l'aereo, quando camminiamo semplicemente per strada, e in tutte le attività del vivere quotidiano, continuamente ci affidiamo agli altri, a corpo morto! Questo ad esprimere la realtà dell'unico Corpo Mistico Universale di Cristo (vedi post dell' 8 febbraio) di cui tutti facciamo parte. E' sempre stato così (perché Cristo è oggi, ieri e sempre) però in altre epoche sicuramente questo era meno evidente. Ognuno aveva un più largo spazio di autonomia, almeno in apparenza. Non era così evidente l'interdipendenza di tutti gli uomini. Si viveva in piccole comunità e si provvedeva autonomamente, o quasi, ai propri bisogni. Allora viviamo nel paradosso che proprio in questa epoca, nella quale tutti ci sentiamo inestricabilmente interdipendenti, subiamo in maniera maggiore la soggezione del potere. Del potere economico, del potere militare, della forza bruta insomma! Ma il potere siamo noi! E di chi dobbiamo avere paura, di noi stessi? Il terrorismo è la stessa cieca violenza sia quando è terrorismo di kamikaze che quando è terrorismo di stato, degli stati che uccidono civili e militari con le bombe! Non c'è nessuna differenza! Le grandi superpotenze minacciano continuamente gli stati più piccoli di atti terroristici e poi infine li compiono! I terroristi kamikaze usano il potere allo stesso modo delle superpotenze: il potere di minacciare e il potere di distruggere, di uccidere! Ma è potere quello che distrugge? No, è solo impedire che gli altri usino il vero potere, che è quello di costruire in armonia e santa pace! Tutti dovrebbero rendersi conto che il potere autoritario è sempre più fuori luogo nella nostra epoca! Il vero potere è quello della cultura, dell'intelligenza, dell'amore, del dialogo, del rispetto verso le minoranze! Invece il governo italiano intende usare in maniera massiccia il potere autoritario, proprio quando dovrebbe usare il dialogo! I professori e gli studenti non sono soldati armati o kamikaze pronti a farsi saltare in aria, anzi rappresentano ciò che è più lontano dal potere autoritario, perché rappresentano la cultura. Gli studenti poi rappresentano la cultura spoglia di ogni potere economico o militare! E allora quale migliore occasione di instaurare un dialogo con loro? Chi semina vento raccoglie tempesta! Se seminate dialogo e accondiscendenza, raccoglierete dialogo e accondiscendenza. Se invece seminate chiusura alle ragioni dell'altro e autoritarismo raccoglierete chiusura e ribellione!

mercoledì 29 ottobre 2008

IN CHE COSA CONSISTE QUESTA CRISI ECONOMICA?

In che cosa consiste questa crisi economica? C'è troppa gente che vive al di sopra delle proprie possibilità, mi ha detto un amico che si interessa di economia. Così il denaro non ha più il potere di acquisto che aveva prima o che si sperava che avesse. Con esso non ci si può acquistare tutto ciò che si pensa che possa servire. Ma il problema vero effettivamente dov'è? Sta nello scardinamento della società così come la conosciamo, sta nel rinunciare a certi privilegi o diritti che si ritenevano acquisiti. Se ci si sapesse accontentare, se fossimo in grado di fare delle rinunce. Se fossimo in grado di vedere ridotto il nostro potere di acquisto. Se fossimo in grado di accettare la perdita del posto di lavoro e restare fiduciosi, senza andare in escandescenza. Quando ci sono rivoluzioni nel modo di vivere, che vanno a toccare i privilegi o i diritti acquisiti delle persone, purtroppo le persone, è storia, finiscono per perdere il controllo e si fomentano disordini e anche nascono i presupposti perché si scatenino le guerre. Come al solito, il vero problema effettivamente sta dentro di noi. La soluzione sta in quanto noi riusciremo a mantenere la calma e a superare il cambiamento, senza scatenare guerre particolari o generali contro chi è ritenuto responsabile (vero o presunto) della nostra nuova condizione di disagio. Quando ero un ragazzino, mio fratello, di qualche anno più grande, di idee utopiche comuniste rivoluzionarie, mi aveva prospettato la possibilità di un mondo in cui ognuno lavorasse per il bene comune e in cui ognuno potesse soddisfare i suoi bisogni secondo la sua propria necessità, senza appropriarsi indebitamente di ciò che andava oltre lo stretto necessario. Il tutto senza bisogno di denaro. Non è l'idea ad essere sbagliata, perché questa è anche l'idea del Creatore, ma è che l'uomo è ancora impreparato a questo tipo di società. E poi è sbagliata l'idea della rivoluzione armata. E' sbagliata l'idea della guerra per fare finire tutte le guerre! Però ora di fatto noi siamo obbligati a misurarci con questa idea: l'idea in cui ognuno lavora per il bene comune e non per accaparrare per sé tutti i benefici! Quando il denaro perde il suo valore, come avviene in una crisi economica, è proprio questo l'ideale di società a cui ognuno di noi deve guardare per camminare in avanti e per non ripiegarsi su se stessi, in una guerra tutti contro tutti perché a ognuno è stato sottratto un pezzo di terra o è stato decurtato lo stipendio o è stato aumentato il carico di lavoro, eccetera.

martedì 28 ottobre 2008

SIAMO IN CRISI ECONOMICA

Siamo in crisi economica. Eppure non cambiano i criteri secondo i quali dare una direzione al mondo. Resta sempre il criterio della massima produttività e profitto. Si sono riusciti a trovare migliaia di miliardi, tra Europa e Stati Uniti per ridare fiato all'economia, mentre non si sono trovati 30 miliardi all'anno per risolvere il problema della fame del mondo. E dai, continuiamo ad alimentare questo sistema economico ingiusto basato sul profitto fino all'ultimo centesimo, sul clientelismo, sull'usurpazione dei diritti dei diseredati, su coloro che non hanno una terra e uno straccio di diritto nel sud del mondo e anche nel nord del mondo. Ormai nulla può fare invertire la rotta a coloro che si sono posti alle redini del mondo. E giustamente il governo ha pensato di tagliare i fondi al sistema scolastico. E già, perché dobbiamo dare i soldi a questi giovani che non producono nulla, stanno seduti solo ad imparare, ma che cosa devono imparare? Ci sono solo tre cose da imparare, secondo Berlusconi: le famose tre i, che sono impresa, inglese e internet. Allora che cavolo ci fate ancora seduti sui banchi? Forza, andate a lavorare, andate a produrre!

lunedì 27 ottobre 2008

ERA ORA CHE QUALCUNO CI PENSASSE!

Era ora che qualcuno ci pensasse! Nessuno si era accorto che nella pubblica amministrazione ci stavano i fannulloni che succhiavano i soldi dello stato senza produrre nulla! Ma per fortuna il ministro Brunetta di questa destra al potere ha trovato la manovra vincente! Via, con questa destra al governo è stata cancellata finalmente una volta per tutte questa piaga sociale del fancazzismo! Eh che diamine!
Eh, no, cari governanti di destra, non è così facile! Non è così facile decidere chi è produttivo e chi no! Solo perché uno se ne sta al suo posto seduto alla sua scrivania e timbra in orario il cartellino, voi credete che sia produttivo, ma poi bisogna vedere che cosa fa seduto tutto il giorno a quella scrivania! Eh già, ma a voi non interessa sapere davvero cosa fa, cosa non fa, cosa pensa e cosa non pensa e perché fa e perché non fa, a voi interessa solamente l'esteriorità! E' come quando andavo a scuola! Se uno era interrogato e dimostrava sicurezza, anche se era totalmente ignorante in quegli argomenti, riusciva a cavarsela con un bel voto! Viceversa se uno sapeva e confessava davvero di non sapere qualche cosa veniva penalizzato per questo! Io non sono mai stato capace di mostrare ai professori di più di quel che sapevo davvero! E' così che si premia l'esteriorità! E' così che si incoraggia l'esteriorità! Se poi ai dipendenti pubblici fate indossare un bel doppiopetto blu in stile Berlusconi, in stile imprenditore, in stile venditore di aria fresca, allora sì che avrete raggiunto il vostro scopo, l'esteriorità perfetta! Allora l'amministrazione pubblica sarà piena di cianciaroni, di manichini vestiti di tutto punto che parlano e parlano e sorridono e ti vogliono dimostrare l'indimostrabile, proprio come quei venditori che ti fermano per strada o entrano nelle case e ti vogliono convincere che il prodotto che vogliono venderti è buono e per farlo ti raccontano mille menzogne e sono disposti a raggirarti con mille astuzie! E a uno così, che ti sorride e ti stordisce con mille parole, a un manichino vestito da funerale, che cosa vuoi dire? Gli vuoi dire che non è produttivo? Invece la vera produttività sta nella forza interiore delle proprie idee, dei propri convincimenti! Non consiste nell'esteriorità, nel farsi vedere attivi, magari iniziando a rovistare nei cassetti facendo finta di cercare qualcosa quando entra un capufficio! In verità voi state creando solamente un paese di falsi improduttivi!

venerdì 24 ottobre 2008

SONO INNAMORATO DELLA PUREZZA

Sono innamorato della purezza. Di una purezza inviolata come quella della Santa Vergine. I fomiti si agitano in me. Io non sono stato un puro, assolutamente puro e sempre puro nella mia vita. Dio ha donato a me tanta liberazione rispetto a come ero prima. Per me è gioia pura quando il mio spirito riesce a librarsi nelle vette della purezza, dove il desiderio del sesso è totalmente respinto, non per noia, ma per amore della purezza e amore a Dio che mi chiama ad essa. Ma non c'è in questo un “disturbo psicologico” come molti sarebbero pronti a credere. Perché poi questi molti illustri psicologhi non conoscono davvero quello che avviene tra le anime amanti di Dio e Dio, quelle che si sono consacrate a Lui prendendo l'abito e quelle che si sono consacrate a Lui con una vita nel mondo, ma santa vita. E' come dice Lui nel Vangelo: “Non tutti possono comprendere questo. Ci sono eunuchi nati tali, fatti tali ed eunuchi che lo sono diventati per il Regno di Dio”. E' Dio che crea tutte le vite, con le diverse inclinazioni. Crea gli uccelli del cielo, i pesci del mare, tutte le bestie, gli angeli eterei, e agli uomini ha dato l'impulso sessuale per potere procreare la specie. Poi a qualcuno di questi ha donato una purezza angelica. Io non sono tra questi e infatti ho sempre sentito che la mia vocazione è per il matrimonio, anche adesso che sono senza compagna e da lungo tempo. Ma posso sentire la bellezza della purezza inviolata, posso sentire l'amore per una purezza inviolata. Dentro di me non c'è nessun attaccamento che non sia Dio e l'amore di Dio. Sento che l'amore di Dio lo vivrei bene amando una compagna. Anche procreando ma senza quella ossessione sessuale che ci vogliono fare entrare a forza dalle orecchie, dappertutto, basta accendere la TV o sfogliare i giornali. Ognuno agisca pensando solo a Dio, all'amore di Dio e all'amore del prossimo che è amore di Dio e non pensi di rifugiarsi in altri beni o piaceri. Noi saremo ricompensati secondo la nostra buona volontà e impegno e non secondo i nostri buoni o meno buoni risultati. Sia lode a Dio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.

lunedì 20 ottobre 2008

ANORESSIA

Anoressia, la malattia del non-amore verso il proprio corpo. E non ci si può amare da se stessi! Se uno non si sente amato non può amarsi da se stesso, perché per amare bisogna almeno essere in due! “Ama il prossimo tuo come te stesso”. Se io amo il prossimo riesco anche ad amare me stesso. Se mi sento amato, allora riesco anche ad amare il prossimo! Una cosa rimanda all'altra perché si cresce insieme con gli altri!
Ho seguito ieri sera lo speciale del Tg1 dedicato a questa malattia. Una specialista ha detto: chi è anoressico ha l'idea fissa di essere in sovrappeso e bisogna sradicare in lui questa idea. Identificando l'anoressia con questa idea sbagliata! In realtà chi è anoressico soffre di un inconscio disamore verso il proprio corpo! Soffre di una fisicità non vissuta nel modo corretto e vorrebbe vedersi scomparire ed è per questo che ogni chilo è di troppo, perché il rapporto anima-corpo non è vissuto nel giusto modo! Non c'è nulla da fare! Il Signore ha detto: “Amatevi!” e Lui “sa cosa c'è nel cuore dell'uomo!”. Ogni volta che non amiamo, ogni carezza non data è come un piatto di minestra negato. Lo spirito ha le sue proprie leggi, così come ce le ha il corpo! Uno spirito non nutrito dall'amore languisce e muore e non ci si può sottrarre a questa legge spirituale così come non ci si può sottrarre al deperimento organico se non si mangia! Avete voglia di nutrirvi di razionalità, di positivismo, ma queste non impediranno ai figli della nostra epoca di deperire spiritualmente e anche fisicamente per non avere mangiato, anzi per non avere nemmeno gustato, del cibo dell'Amore!
Noi che siamo spiriti in un corpo abbiamo bisogno anche delle attenzioni in senso fisico. Bisogna che chi soffre di questa malattia dell'anoressia riceva continuamente queste attenzioni, carezze, abbracci! Nulla sia fatto in modo forzato! Queste attenzioni devono essere sentite, desiderate, cercate, sia da parte di chi le dà che da parte di chi le riceve! Allo stesso modo la bulimia è un dare quelle attenzioni al proprio corpo ingurgitando una quantità smodata di cibo! L'anoressico si guarda allo specchio e non si piace anche perché ricerca dei canoni della bellezza fasulli tipici della nostra epoca. Bisogna imparare a vedere la bellezza del corpo anche nell'utilità del corpo. I piedi sono belli perché mi fanno correre veloce verso chi amo, le braccia e le mani sono belle perché mi fanno abbracciare e carezzare chi amo. Perché mi fanno fare dei lavori utili verso chi amo. Gli occhi sono belli perché mi fanno guardare con amore o perché sanno abbassarsi con pudore. Per un bambino la sua mamma è sempre bella perché riceve da lei quegli abbracci e quelle attenzioni date con amore. La bellezza senza utilità è troppo disincarnata e non significa nulla, mentre la sola utilità senza la bellezza è troppo razionale e manca di quel pizzico di incanto che c'è e che ci vuole in tutte le cose e che sempre ci sfugge malgrado ogni sforzo per razionalizzarlo. Così come la verità e l'amore, che non vanno mai disgiunti. L'amore nella verità e per la verità e la verità nell'amore. Infine lasciamoci amare dal Signore. Egli ha detto che ci ama tutti di un amore incommensurabile, che nemmeno siamo in grado di capire fintanto che siamo vivi su questa terra e ha dato perfino il Suo Santissimo Corpo per dimostrarcelo! Ecco dove possiamo incontrare il Signore nel Suo Santissimo Corpo: nella Santa Eucarestia! E se questo non ci basta, perché effettivamente abbiamo bisogno di una persona in carne e ossa a cui riferirci ci ha donato il sacramento della Confessione in cui un ministro di Cristo ci ascolta, ci consiglia aiutato dalla Grazia di Cristo, pur non potendo comprenderci come potrebbe fare Cristo e ci dà il perdono in nome di Cristo! Cristo stesso ha voluto tutto questo perché Egli sapeva che la nostra fisicità ha bisogno di un riscontro molto concreto! Affinché possiamo non dubitare seriamente del Suo amore e del Suo perdono!
Quindi lasciamoci amare dal Signore rinvigorendo la nostra fede. Purtroppo nel nostro mondo non c'è amore e raramente si incontra chi è disposto a donarci amore. Quindi facciamo che siamo noi, lasciandoci amare dal Signore, a non dubitare del Suo Santissimo e incommensurabile amore e in questo modo saremo noi come una sorgente d'acqua viva per gli altri in modo che questo fiume d'amore divino continui a scorrere per le vie del mondo.

domenica 12 ottobre 2008

ERA L'ERA DI PRODI

Era l'Era di Prodi. 2006-2008. Il partito dell'Unione delle forze di centro-sinistra aveva un bel simbolo da cui emanava un senso di gioia e armonia delle diverse forze di centro-sinistra. Poi si è voluto creare il Partito Democratico. Si vuole per forza creare, fare, anche quando non c'è niente da fare, perché il partito c'era già. E per questa smania di creare, di fare, di essere protagonisti, si finisce per distruggere quello che c'è già. La mia simpatia e la mia stima è cento volte a favore di Veltroni piuttosto che di Berlusconi, ma mi sembra che Veltroni abbia un modo troppo cerebrale di fare politica. Tante belle idee tirate fuori dal suo cappello a cilindro, idee condite di tante belle parole, idee innovative di fronte alle quali nessuno potrebbe trovare niente da ribattere. Eppure.... a che cosa servono tante belle idee? Se poi per realizzarle non si guarda in faccia a niente e si distrugge quello che c'è già? Sembra che si abbia bisogno di chissà quale idea piovuta dal cielo per riuscire! Così, forte delle sue idee, il signor Veltroni ha lasciato da sole le forze di estrema sinistra e dei verdi. Le quali forze si sono riunite nell'unica lista del partito della sinistra arcobaleno. Sembra che il simbolo stesso che ha adottato la cosiddetta sinistra arcobaleno racchiuda in se stesso una scarsa determinazione. Tre partiti, ognuno dei quali aveva un simbolo che aveva anche un valore storico, hanno adottato un simbolo formato da una accozzaglia di colori appena accennati e sbiaditi buttati lì così. E la debacle è stata grande: pure riuniti insieme, i tre suddetti partiti non sono riusciti a raccogliere quel minimo di voti (4%) necessario per essere rappresentati in parlamento! E così ora i tre partiti non hanno una rappresentanza parlamentare, a discapito delle forze di sinistra e del pluralismo. Un bel risultato, non c'è che dire! Eppure ancora adesso il signor Veltroni si vanta di avere “semplificato” la politica. Se la “semplificava” ancora un po' di più finiva per dare pieni poteri a Berlusconi, il quale non si fa certo pregare per accaparrarseli! Se la sinistra ha un concetto cerebrale della lotta politica, invece la destra sembra che abbia un concetto idolatrico della lotta politica! Sembra che il concetto cardine della politica della destra di oggi (e di ieri, basta solo cambiare il nome) sia quello di “dare ragione a Berlusconi”! Sembra che l'idea portante della destra sia questa: Berlusconi! Sembra quasi che ogni intervento di un rappresentante della destra sia fatto con l'intento di citare Berlusconi, di difendere Berlusconi, di ripetere cose già dette da Berlusconi. Il tutto senza una vera coscienza critica, solo con l'intento di destabilizzare la sinistra e di rafforzare la posizione di Berlusconi! La destra non ha una vera idea politica. Il suo vero obiettivo è quello di rafforzare il potere e il potere è rappresentato in primo luogo da una persona: Berlusconi!

martedì 7 ottobre 2008

LE MIE ASPIRAZIONI ERANO ASPIRAZIONI UMANE

Le mie aspirazioni erano aspirazioni umane. Studiare matematica e fisica. Lavorare insegnando o in altro modo. Sposarmi. Fare un cammino di fede insieme ai fratelli.
Seguire la fede di Cristo dovunque e comunque Cristo volesse.
Ho studiato matematica e fisica, ma non a scuola, da solo, e non quanto avrei voluto, ma quanto è piaciuto a Dio. Ho lavorato, attualmente non lavoro.
Ho condiviso la fede coi fratelli, ma spesso sono costretto a vivere la fede in solitudine, perché i fratelli non possono capire.
San Giovanni della Croce ha scritto che quando in un'anima l'amore di Dio cresce molto, Dio trasforma quell'anima in una piaga di Cristo vivente.
E ancora Cristo ha detto alla profetessa del nostro tempo Vassula Ryden: “Ti scruteranno per trovare un errore”! Ecco a che cosa aspirano gli uomini: a trovare “un errore” nei prescelti da Dio.
Ma non c'è errore: c'è che tu sei diventato una piaga vivente di Cristo.
Tutto ciò che sei e che fai non può essere gradito agli uomini i quali rifuggono da ciò che è la Croce di Cristo.
Non c'è nulla di splendore umano: “Guai a voi quando tutti gli uomini diranno bene di voi!” ha detto Cristo.
Non può esserci gloria e splendore umano, semmai splendore divino, quando Dio si degna di risplendere in un Suo prescelto.
Cristo stesso ha preso sopra di sé tutto il peccato del mondo e si è sentito Egli stesso un maledetto da Dio.
Voi non conoscete veramente che cosa significhi portare la Croce di Cristo e portarla con Santa Letizia. Significa essere crocifisso proprio in quelle cose che ti aggradano di più, in quelle cose che si ritiene legittimo avere.
Significa accettare proprio queste privazioni e significa difendere la volontà di Dio contro gli uomini, anche quando questa volontà di Dio ci crocifigge!
Ciò che mi abilita (?) davanti agli uomini è la sincera profondità delle mie aspirazioni.
Ciò che mi abilita davanti al Verbo di Dio è che Egli ha fatto di me un crocifisso che possa condividere la povertà esistenziale di chi ha fallito i propri legittimi obiettivi umani!

domenica 5 ottobre 2008

DOVE TE NE SEI ANDATA ?

Dove te ne sei andata?
Perché è finito tutto?
E' finito tutto all'improvviso?
Una unità all'improvviso divisa in due.
Senza una ragione plausibile.
Ieri un monte di bene e domani all'improvviso la più totale estraneità.
Più non ti sei fidata.
Non hai più visto un uomo forte che ti rendesse forte la vita.
Hai visto un uomo lontano da ciò che pensavi e che volevi.
Un uomo impazzito e che avevi paura che facesse impazzire anche te.
All'improvviso estranei.
Non è più servito parlarti.
Ormai l'incantesimo era rotto e sarebbe restato rotto per lunghi anni.

venerdì 3 ottobre 2008

SETTE LUCI PER IL CONFLITTO ISRAELO-PALESTINESE

Iddio è sempre presente e attivo e Egli vuole la Pace.

Ognuna delle parti in conflitto e ognuno appartenente ad esse cerchi di ricucire il suo proprio rapporto con Dio.

Mansuetudine e Giustizia. Sottomissione e Mancanza di avidità. Umiltà e Generosità.
Solerzia e Riconoscimento dei diritti dell'altro.

Chi vuole essere il più grande sia il servo di tutti come il Signore Gesù che è venuto per servire e non per essere servito”. Questo va bene anche per coloro che non credono nella divinità del Cristo ma credono solo nella Sua missione di Profeta.

Agli occhi di Dio il più grande è chi è più devoto, dice il Corano.

Lasciate che i fanciulli, i bambini decidano per il futuro di Palestina e Israele. Non fate decidere ai grandi, che in più di cinquant'anni si sono dimostrati incapaci di decidere per il bene!

Le donne siano l'esempio fulgido dell'Amore e della Pace. Nessuna donna sia soldato o kamikaze, né da una parte e né dall'altra! Maria, Madre di Gesù, venerata anche dai musulmani sia a questo esempio di amorevole dolcezza e sottomissione, guida e conforto. Sia maestra che indichi la via verso il Signore e per la Pace e l'Amore. Per entrambe le popolazioni, per gli ebrei e per i palestinesi.

giovedì 18 settembre 2008

L' ITALIA E' UNA REPUBBLICA FONDATA SULLA CACIARA!

L'Italia è una repubblica fondata sulla caciara! Per tutte le cose non si fa altro che una gran caciara! Tutti parlano, tutti vogliono dire la loro, tutti vogliono avere a tutti i costi una opinione. Se si spendesse metà del tempo che si spende per discutere a vuoto, per fare cose concrete o anche solo per fare silenzio (cosa di gran lunga più efficace) sicuramente il nostro sarebbe un paese migliore! Ma noi troviamo già la nostra ricompensa nello straparlare. Una volta che abbiamo parlato e straparlato, poi le cose possono andare come vogliono (più di una ricompensa non si può avere, infatti). Se invece io non avessi una opinione riguardo a un dato argomento, o anche se ce l'avessi ma me la volessi tenere per me, per prudenza, sarei visto come un essere inane, un buono a nulla! Siamo inguaribilmente ammalati di superficialità! E' così che si è formata la figura del cosiddetto “opinionista”! Uno che ha la sua funzione sociale solo nel parlare, nell'esprimere le sue opinioni! Anche io credo di avere una funzione sociale! Non per esprimere le mie opinioni, ma solo per il fatto di avere una opinione! Cioè solo per il fatto di esistere e di usare in modo retto la mia libertà e la mia coscienza, ho sicuramente una funzione sociale! Ma non sono tenuto a esprimere sempre la mia opinione perché “non date le cose sante ai cani e non mostrate le vostre perle ai porci altrimenti vi si rivolterebbero contro”!

martedì 15 luglio 2008

STATE ATTENTI ALLA TELA DEL RAGNO!

Quest'oggi ho dovuto, per l'ennesima volta, dire a qualcuno, questa volta a un mio amico, di guardarsi dal maligno, perché egli tende a oscurare le coscienze, vuole fare apparire ogni cosa sotto una luce cattiva. Sì, noi crediamo nell'esistenza del maligno, del diavolo, di satana, del nemico dell'uomo e di Dio, dell'angelo ribelle decaduto perché la superbia si è impadronita di lui, che era il più bello tra le creature create da Dio. Non è che noi ci crediamo perché è comodo attribuire ogni male a lui, quasi a scagionare noi stessi dal male! Noi ci crediamo perché è una verità rivelata da Dio! Non è che credere nella sua esistenza appiana tutte le difficoltà e risolve tutte le perplessità. Un angelo dedito al male, il principe del male, il padre della menzogna. Non è che ci si creda senza un minimo di turbamento. Tuttavia quello che ci è stato insegnato lo rende credibile: non è che egli fosse cattivo, ma lo è diventato nella misura in cui si è allontanato egli stesso da Dio, diventando superbo! Questi sono misteri che rendono credibile la cosa! In quanto alla infinita misericordia di Dio, nulla può toglierci o aggiungerci nulla, anche allontanandosi da Dio! Sono i due estremi entro i quali tutti noi ci dobbiamo muovere: da una parte l'infinita misericordia di Dio e dall'altra l'infinita libertà che Dio stesso ha dato alle Sue creature, che per quanto perfette e recanti l'impronta divina del loro creatore, sono pur sempre delle creature che hanno dei limiti e non portano con loro tutta l'immensità della misericordia di cui è capace il Creatore. Onde per cui tutti noi siamo posti in questo spazio di libertà, tra gli angeli che ci muovono al bene e gli angeli ribelli che ci tentano al male. A che giova sapere che esiste satana? A che giova sapere che esiste un'intelligenza dedita al male? Giova il saperlo perché rende attive le nostre difese! Così ora possiamo sapere che dietro una trama, una trama qualsiasi della nostra vita quotidiana, che sembra dovuta al caso, alla fatalità della vita, all'ingenuità degli uomini, ci può essere e c'è una tela intessuta dal ragno che è satana e che opera cercando di non farsi vedere, per fare cadere nel peccato le creature di Dio, creature delle quali è invidioso, essendo egli stato cacciato dal paradiso!

NON SCORAGGIAMOCI! MAI!

Che cosa ci fa vivere bene? Che cosa ci mette al mondo? La consapevolezza di fare bene il nostro dovere. Allora, coraggio! Anche con fatica! Anche se per farlo è come se dovessimo raschiare il terreno con le mani! Sicuramente i nostri sforzi otterranno dei risultati dei quali gli altri si avvantaggeranno e dei quali ci ringrazieranno, o prima o poi! Ce ne sarà anche per noi, non sarà tutto così pesante e difficile, però cominciamo! A una prima fase in cui tutto sembra duro e inutile, seguirà senz'altro un'altra fase in cui è come se il nostro scavare nella dura terra finalmente avesse trovato una sorgente da cui attingere bene e felicità. Allora, in questa fase, non sarà più così difficile, non come prima, fare bene il nostro dovere! Sarà una fase ricreativa! Allora, non scoraggiamoci! Mai!

lunedì 7 luglio 2008

LA SOCIETA' DI OGGI.

Menzognera. Attaccata alle banalità. Sempre pronta a correre dietro gli idoli: soldi, sesso, successo. Sempre pronta a discorrere di idiozie e a premiare il punto di vista degli idioti. Sempre pronta a ridurre al silenzio chi ti porta la verità. In fuga dalla verità, dal silenzio, dal vero amore, dal vero sacrificio, dalla sincerità, dall'innocenza. Amante del pettegolezzo. Quando ricevi un rimprovero o pensi di ricevere un torto ti imbestialisci. Sempre pronta a rifiutare un aiuto a chi ti chiede un vero aiuto, in nome di mille idiozie che tu sai inventare sul momento. Quando aiuti lo fai sempre con sufficienza e commiserazione, non senza umiliare chi ti ha chiesto l'aiuto. Sempre pronta a piangere, a ingigantire ad arte i tuoi guai perché tutti in coro facciano il lutto su di te. Sempre pronta a calpestare gli altri pur di avere un posto al sole. Blasfema. Nemica di Cristo e del Suo messaggio. Ipocrita. Nemica della povertà di Cristo. Nemica della Croce di Cristo. Tu dici di essere cristiana e vuoi vendetta e non perdono.

venerdì 4 luglio 2008

LA VITA ETERNA E' CHE CONOSCANO TE O DIO E COLUI CHE TU HAI MANDATO, GESU' CRISTO.

La vita eterna è che conoscano Te, o Dio e Colui che Tu hai mandato, Gesù Cristo”.
Così dice Gesù nel Vangelo di Giovanni. La vita eterna infatti è contemplazione di Dio, dell'Essere infinito: “Saremo simili a Lui, perché Lo vedremo così come Egli è” scrive ancora Giovanni in una sua lettera. E ancora S. Paolo: “Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le Sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l’intelletto nelle opere da Lui compiute, come la Sua eterna potenza e divinità. (Rm 1,20)”. Quindi S. Paolo dice che nella creazione si contemplano le invisibili perfezioni di Dio. Pensiamo alla prodigiosa immensità della creazione, alla natura, alle foreste sterminate, a tutti gli innumerevoli corsi d'acqua, a tutte le creature, a tutta la flora e la fauna, alla creazione inanimata come le pietre e i minerali, ai cieli e a tutto ciò che contengono, con gli innumerevoli luminosi astri e le innumerevoli galassie, dove non si riesce a vedere una fine e a tenere un conteggio. Pensiamo alle creazioni dell'ingegno umano, alle opere d'arte e architettoniche, alla musica e a tutte le opere umane di investigazione scientifica. Questa infinità non si sottrae a un'opera di catalogazione e di investigazione umana. Rimane in parte intellegibile dall'intelletto umano. Einstein disse: “Il più grande mistero dell'universo è che esso sia comprensibile”. Come può la coscienza umana, che è parte del processo di creazione dell'universo, comprendere l'universo stesso dal quale discende? Questo ovviamente è il punto di vista scientifico ed evoluzionistico, perché dal punto di vista della fede, la creazione dell'anima umana è superiore alla creazione dell'universo inteso solo materialmente. Esistono un ordine e un'armonia sovrani in tutta la creazione di Dio. Noi possiamo contemplare le perfezioni invisibili di Dio contemplando la creazione. Se investighiamo la creazione attenendoci ai principi di ordine e armonia e cioè seguendo un metodo scientifico ci accorgiamo che le perfezioni della creazione sono infinite e che non è possibile stabilire una legge naturale in modo definitivo che non debba in futuro essere superata e sostituita da una legge più completa e più comprensiva. Einstein disse anche: “Sottile è il Signore, ma non malizioso”, intendendo con ciò dire che se Egli ci nasconde qualcosa è perché la natura è “essenzialmente sublime”. E' proprio contemplando la natura in modo scientifico e cioè catalogandola che ci accorgiamo dell'infinità del Suo infinito Creatore. Impossessandoci di ciò che più che ci caratterizza come uomini e cioè della ragione, la quale ragione ci spinge a investigare la natura in modo scientifico e a catalogarla, ci accorgiamo che la nostra investigazione ci porta a un Essere infinito, che ha la divina capacità di non esaurirsi mai.

giovedì 3 luglio 2008

SCRIVO D'AMORE

Scrivo d'amore.
Una ragazza che mi ama.
Una donna ormai.
Un sogno incastonato a metà del mio viaggio.
Un sogno dissoltosi come il vento.
Il vento leggero che “non sai da dove venga né dove vada”.
Il vento leggero che ci ha sollevato
e fatti cadere uno vicino all'altra.
Il vento leggero che ci ha sollevato ancora un po'
e fatti cadere una lontana dall'altro.
Il vento leggero che ancora ci solleva
e ci farà riincontrare
perché il sogno possa durare.
I sogni belli sono leggeri come il vento..

domenica 29 giugno 2008

IGNORANTE.

Ignorante.
Il tuo posto di comando per te è una compensazione della tua ignoranza.
Pur di non perdere il tuo posto di comando sei disposto a venderti al diavolo e a commettere tutte le atrocità che si possano immaginare.
Ora non sei più al tuo posto di comando!
E non è questo per te già un giudizio di Dio?
Ravvediti!
Per amor di Dio, ravvediti!!!!!!!!!!!!
Ravvediti prima del giorno del giudizio di Dio, che per la tua anima macchiata di ogni impurità sarà ben più grave giudizio di questo che stai sopportando ora, e che si chiama giustizia umana!

ONESTA' E GIUSTIZIA: QUESTA E' LA NOSTRA VERA PATRIA DI APPARTENENZA!

Nella guerra tra lo Stato e la Mafia forse qualche mafioso ha qualche pretesa di legittimità in ciò che sta facendo sostenendo che non intende sottostare alle leggi di uno Stato che pure talvolta si dimostra capace di sbagliare. Se è vero che lo Stato talvolta si dimostra capace di sbagliare, ovviamente, perché lo Stato è fatto di uomini, nessun mafioso potrebbe per questo motivo legittimare la sua attività. Ciò che è male è male e ciò che è ingiustizia è ingiustizia, al di là di qualsiasi appartenenza allo Stato o alla Mafia. Il traffico di droga, la quale distrugge le vite dei giovani, i quali invece avrebbero bisogno di essere aiutati a uscirne fuori e l'uccisione degli innocenti sono due esempi di male assolutamente gratuito e immeritato. L'ingiustizia è sempre ingiustizia e la disonestà è sempre deprecabile, a priori. Ognuno ha il dovere morale di essere giusto ed onesto in questa lotta che si combatte tra Stato e Mafia, come fosse una guerra, a qualunque classe appartenga. Voi direte che sono pazzo ad appellarmi al senso di onestà e giustizia dei mafiosi. Almeno cerco di risvegliare il senso di onestà e giustizia dei migliori di loro. In guerra tutto è lecito? No! Il senso di onestà e giustizia deve permanere anche in guerra, se uno è giusto ed onesto! Il Santo Padre Giovanni Paolo II ha coraggiosamente ricordato ai mafiosi che nessuno può arrogarsi il diritto di decidere della vita degli altri, che questo diritto della vita appartiene a Dio. Ha invitato alla conversione (importante!) e ha aggiunto: “Una volta verrà il giudizio di Dio!”. Come a dire: “Sarà solo una volta, ma sarà ben sufficiente, perché il diritto di Dio non si elude impunemente!”. In conclusione: se lottaste solo contro lo Stato forse avreste qualche possibilità di vincere, ma poiché voi lottate contro l'onestà e la giustizia, come potrete vincere? E che cosa potrete vincere?
Ecco le parole del divino Salvatore: “A che giova conquistare il mondo intero se poi uno perde la propria anima?”.

lunedì 23 giugno 2008

LE DUE VIE

Ci tengo a chiarire che, in riferimento al post precedente, per il regno dei Cieli non esiste la possibilità del pareggio, cioè non esiste una terza via: o si è dentro o si è fuori. Il purgatorio esiste, ma è assimilato con il possesso del regno dei Cieli, infatti chi è nel purgatorio è già certo della sua salvezza eterna. Il primo dei Salmi parla proprio delle “due vie”: non ve ne sono altre! O con Dio o contro di Lui. Per fare ancora una volta un paragone calcistico è come la palla in prossimità della linea della porta: o è dentro o è fuori, o è gol o non è gol! Nel suo Inferno il poeta Dante Alighieri parla degli ignavi, coloro che nella vita non fecero né del male e né del bene. Ebbene, Dante li mette in una condizione di patimento. Perciò costoro sono fuori del regno dei Cieli perché in realtà sono stati egoisti, hanno pensato a se stessi! Pur non volendo fare il male, però lo hanno fatto, perché pensando solo a loro stessi hanno negato il bene che si offriva loro! E insieme a costoro, Dante Alighieri mette anche quel coro di angeli che, quando ci fu la ribellione di Lucifero, non presero parte né per Lucifero e né per Dio, ma furono per loro stessi! Ora, detto ciò, bisogna qui sfatare quel luogo comune che dice che è meglio fare il male piuttosto che non fare né il male né il bene! Questa è una sciocchezza! Bisogna fare il bene e solo il bene ha valore. Il resto è come il sale senza sapore! Lo stesso Gesù Cristo in Maria Valtorta dice che, in caso di incertezza, è meglio non agire, piuttosto che agire male! Ma questo caso è diverso dal caso degli ignavi! Gli ignavi non hanno agito perché in realtà hanno pensato a se stessi, ma se uno non ha agito perché ha avuto timore di fare del male a qualcuno, sinceramente e non ipocritamente, allora ha agito bene!

CRISTO SA VINCERE. CRISTO SA PERDERE. CRISTO SA PAREGGIARE.

Abbiamo perso! L'Italia è fuori dal Campionato Europeo! Però la Spagna è dentro! Evviva la Spagna! Evviva Zapatero! Evviva il buon calcio! E chi se ne frega! Vinca il migliore! Chi ha avuto ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato ha dato, scurdammuce 'o passato, simme 'e napule, paisà! Che scocciatura questa frenesia di dovere vincere a tutti i costi come se le altre nazioni non valessero nulla! E basta! Siamo un po' realisti, grandi bambini sognatori che siamo, pur di potere gridare a tutto il mondo che siamo i più forti di tutti! Ma lasciamo pure che lo gridino le altre nazioni e piuttosto vediamo di giocare bene, di giocare un calcio pulito e bello, spettacolare, perché no! Facciamo che vincano i buoni valori che lo sport cerca di promuovere! Tanti signoroni in TV che si preoccupano sul perché la nostra squadra ha vinto o non ha vinto e nessuno che si preoccupa di promuovere la sportività, l'accettazione del fatto che, sì, si può anche perdere! Ma come pensiamo di arginare il fenomeno della violenza negli stadi se non si promuove, da parte di questi bei signoroni della TV, l'accettazione del fatto che si può anche perdere, che ciò che davvero conta è cercare di giocare bene e soprattutto correttamente! Nessuno ti può togliere ciò che non hai! Se alla fine vinci e non hai giocato meglio degli altri, ma allora che vinci a fare? E se perdi con la consapevolezza di avere giocato meglio di tutti, non è la migliore vittoria di tutte, questa? Perché hai fatto vincere lo sport, hai fatto vincere il bel calcio, il calcio pulito, il calcio spettacolare! E la sconfitta di Cristo sulla Croce non è la vittoria più grande di tutte? Non è Colui che ci ha amato più di tutti? Ma se non riusciamo nemmeno a perdere nello sport, come potremo imitare la gloriosa vittoria di Cristo sulla Croce? Scusate, ho messo anche Cristo nello sport! Ma perché Cristo è virile! Cristo sa giocare bene e sa vincere e sa perdere! E sa pure pareggiare a volte! Sì, Cristo non vuole vincere a tutti i costi. Lui ama la vita, ama le cose belle e dovremmo amarle anche noi! Che cosa significano quei brutti interventi sulle gambe dei giocatori, quegli strattoni, quegli spintoni? Ho sentito il telecronista che diceva, in una pericolosa azione degli avversari nella nostra area di rigore, che in questi casi il nostro difensore deve fare fallo e rischiare anche il rigore! Ma complimenti! E tu ti permetti di promuovere questo senso dello sport davanti a milioni di spettatori! Ma meno male che hanno scelto te a fare il telecronista! E chissà gli altri! No, non ci siamo! Tutti voi signoroni della TV che vi pagano profumatamente e voi calciatori che vi pagano ancora più profumatamente e poi avete paura di incassare un gol in area di rigore e vi abbassate a trasgredire le regole del gioco, col rischio di fare danni fisici agli avversari e ancora di più danni morali a tutti gli spettatori! No, non ci siamo! Non ci siamo! Dico io!

sabato 21 giugno 2008

IL CIELO E LA TERRA

Ieri sera ho seguito la nuova trasmissione di Rai tre, in onda il Venerdì sera alle 23.45, dal titolo: “Il cielo e la terra”. E' una trasmissione che parla di temi che riguardano veramente l'uomo nel suo profondo, temi come la felicità, la vita dopo la morte, Dio, ecc........La puntata di ieri sera era dedicata alla felicità. Che cos'è la felicità, si può essere felici e come si può esserlo? Erano presenti vari ospiti. Un sacerdote, un imam rappresentante della fede islamica, un filosofo ateo, un monaco buddista, un rabbino........Mi sembra che con trasmissioni come queste gli spettatori possano riprendere un momentino a respirare. Naturalmente c'erano diversi pareri sulla felicità, qualcuno secondo me più azzeccato, qualcuno meno, però credo che sia importante che le persone riprendano ad affrontare argomenti come questi, che riguardano profondamente l'uomo, perché anche solo il fatto di parlarne apre in noi degli spiragli di luce, di vita e di speranza. Una delle domande fatte a della gente comune e poi agli ospiti in studio, alla fine della puntata, era questa: “Come si può essere felici?”. Veniva richiesta in breve una ricetta della felicità. Se me lo avessero chiesto a me, avrei risposto di cercare la felicità, di cercare l'oggetto del nostro desiderio, che in ultima analisi risulta essere la verità o Dio. Secondo Sant'Agostino Dio ha creato il nostro cuore per Lui e il nostro cuore non ha pace se non riposa in Lui. Questo cercare Dio o la felicità o la verità è un rispondere a una chiamata che Dio stesso ha messo nel nostro cuore. Vivere la nostra vocazione di 'cercatori di Dio' è l'unico modo che abbiamo di essere felici, anche e soprattutto quando sembra che Lui proprio non voglia farsi trovare. Qualcuno degli ospiti in studio ha sollevato la questione se l'uomo sulla terra sia chiamato a essere felice e non piuttosto a essere semplicemente esecutore di un disegno divino che non riguarda la sua felicità, almeno non la felicità terrena. In merito a questo sentiamo cosa dice il Salvatore divino nel Vangelo di Giovanni. Nel capitolo 15, in uno dei discorsi dell'ultima cena, il divino Salvatore dice: “Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena”. Dunque il divino Salvatore parla di gioia se osserveremo i Suoi comandamenti, parla della Sua gioia, che sarà pienamente in noi se faremo così come dice Lui. E parla di gioia pur sapendo benissimo che sta andando incontro ad una morte che più atroce non ce n'è. Io non conosco i testi originali del Vangelo, né conosco le lingue in cui sono stati redatti originariamente i Vangeli. Mi attengo semplicemente alla traduzione italiana che dice “gioia” e non “felicità”. E in effetti sembrerebbe improprio parlare di felicità proprio in quell'ora precedente alla Passione di Cristo. Forse il termine “felicità” si usa più appropriatamente quando si vive un'ora felice e non si pensa a nient'altro che a quell'ora felice. Invece nel Vangelo di Giovanni il Cristo parla di gioia e di gioia piena. Non è per nulla diversa dalla “felicità” perché si nutre della consapevolezza che il Suo gesto darà la Vita Eterna ai Suoi amici, ma è anche consapevole di quello che costerà a Lui questa felicità eterna per i Suoi amici.

giovedì 19 giugno 2008

BRAVO BERLUSCONI, SEI TUTTI NOI (PURTROPPO)!

Ma che bravo il nostro Presidente del Consiglio che si preoccupa di quelli che meritano fino a dieci anni di galera, ma non di più! Perché lo fa per loro, mica lo fa per lui l'emendamento! Ma che bravi gli italiani, decine di milioni che votano uno che si fa le leggi per lui stesso, e non è la prima volta! E lui lo dice: lo fa per lui e anche per tutti gli altri, però! Che bravo!........Ma vedi come si preoccupa! Ma è solo per snellire i tempi della giustizia e schiaffare subito subito dentro quei bastardi che meritano più di dieci anni, mica per altro! Cosa vi credevate! Ma è solo perché i giudici ce l'hanno con lui! Senti senti cosa dice di lui quel giudice! Allora è giusto, visto che quel giudice ce l'ha proprio con lui, che lui utilizzi la sua alta carica istituzionale per farsi le leggi 'ad personam'! Questa è la tesi che sostiene lui e che sostengono i suoi sostenitori. E mi sembra giusto, mi sembra proprio un buon esempio di come si deve comportare una alta carica dello stato, che si preoccupi del bene della collettività, disinteressatamente! Da' proprio l'esempio di come si deve comportare una persona integra, disinteressata, che ci tiene veramente a fare vedere a tutti che lui è lì solo per mettersi al servizio di tutta la nazione! Perché è questo che tutti gli elettori vogliono vedere in un alto rappresentante dello stato, che sia sincero e disinteressato! O forse no?........No! Mi sono sbagliato, non è questo che vogliono vedere gli elettori e altrimenti non si spiegherebbe come mai lo hanno votato e rivotato! Scusate, mi sono sbagliato! Bravo Berlusconi, continua pure a curarti dei cazzi tuoi tranquillamente senza nessun problema mai, che tanto c'hai milioni di pecoroni che continueranno a votarti! Non preoccuparti! Davvero! Ciao, Berlusconi! Ciao! Sei tutti noi! (Purtroppo)!

mercoledì 11 giugno 2008

UNA PESCA MIRACOLOSA PERCHE' SENZA IL CALCOLATORE

Nell'ultimo capitolo del Vangelo di Giovanni i discepoli del Signore fanno, dietro le indicazioni del Signore stesso, una pesca miracolosa di 153 grossi pesci. Il Vangelo di Giovanni è così suddiviso: ci sono 12 capitoli prima dell'ultima cena, 5 capitoli dedicati all'ultima cena e i restanti 4 capitoli dedicati alla Passione, Morte e Risurrezione del Signore. In totale 21 capitoli suddivisi secondo lo schema 12-5-4.
Se riuniamo insieme i capitoli fino all'ultima cena abbiamo 12 + 5 = 17 capitoli.
Se invece riuniamo i capitoli dall'ultima cena fino alla fine abbiamo 5 + 4 = 9 capitoli. Se adesso moltiplichiamo tra di loro questi due numeri otteniamo 17 x 9 = 153, proprio il numero dei pesci pescati dai discepoli! C'è un altro fatto notevole: Se i capitoli fossero suddivisi secondo lo schema 12-4-4, allora i due numeri da moltiplicare tra di loro sarebbero 16 e 8, uno il doppio dell'altro, essendo 4 la terza parte di 12. Ma poiché lo schema è 12-5-4 i due numeri da moltiplicare sono 17 e 9, cioè il secondo numero, 9, è la metà sfalsata dell'altro, 17. E quando si moltiplicano tra di loro due numeri interi che sono uno la metà sfalsata dell'altro si ha come risultato un numero triangolare, ossia un numero che è la somma dei numeri da 1 a N, in questo caso da 1 a 17: 153 = 1 + 2 + 3 + 4 + 5 + ........ + 17 !

lunedì 9 giugno 2008

IL VANGELO DI GIOVANNI

Nel Libro dell'Apocalisse, anch'esso composto da Giovanni, il “discepolo prediletto” di Cristo, leggiamo (Ap 4,6): “In mezzo al trono e intorno al trono vi erano quattro esseri viventi pieni d'occhi davanti e di dietro. Il primo vivente era simile a un leone, il secondo essere vivente aveva l'aspetto di un vitello, il terzo vivente aveva l'aspetto d'uomo, il quarto vivente era simile a un'aquila mentre vola”. La tradizione cristiana, da Sant'Ireneo, ha visto, in questi quattro esseri viventi, il simbolo dei quattro evangelisti. Gesù nei quaderni di Valtorta conferma l'esattezza di questa interpretazione! E per la precisione l'uomo è Matteo, il leone è Marco, il vitello è Luca e l'aquila è Giovanni! Dice Gesù Cristo in Valtorta che, poiché i quattro Evangelisti hanno servito a far conoscere al mondo il Salvatore e il messaggio della Salvezza, è giusto che essi siano così presenti nel giorno del Gran Giudizio! Tutti e quattro gli evangelisti sono necessari a fare conoscere agli uomini tutti la figura del Salvatore, dice ancora Gesù in Valtorta. Essi formano come una scala, a partire da Matteo, l'uomo, il peccatore convertito, che illumina la figura di Gesù il Maestro, fino a Giovanni, l'aquila che fissando il suo sole, il Cristo, vola! Passando dalla forza leonina di Marco e dal paziente lavoro del bue che è Luca! I vangeli di Matteo, Marco e Luca sono detti 'sinottici' perché possono essere sistemati in colonne parallele, perché raccontano in gran parte gli stessi episodi, seppure in maniera diversa. Diversamente dal Vangelo di Giovanni, il quale non si distingue solo per i fatti narrati ma anche per la profondità spirituale della sua narrazione! Il Vangelo di Giovanni è stato l'ultimo dei quattro Vangeli che è stato scritto e perciò Giovanni ha anche potuto scegliere i fatti da narrare in maniera che non venissero replicate proprio esattamente le cose che erano già state scritte dagli altri tre evangelisti. Come dice Gesù in Valtorta, l'inizio del Vangelo di Giovanni è il grido dell'aquila:

In principio era il Verbo,il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era in principio presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui,
e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre,
ma le tenebre non l'hanno accolta.
Venne un uomo mandato da Dio
e il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per rendere testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Egli non era la luce,
ma doveva rendere testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo
la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Egli era nel mondo,
e il mondo fu fatto per mezzo di lui,
eppure il mondo non lo riconobbe.
Venne fra la sua gente,
ma i suoi non l'hanno accolto.
A quanti però l'hanno accolto,
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali non da sangue,
né da volere di carne,
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi vedemmo la sua gloria,
gloria come di unigenito dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli rende testimonianza
e grida: -Ecco l'uomo di cui io dissi:
Colui che viene dopo di me
mi è passato avanti,
perché era prima di me-.
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto
e grazia su grazia.
Perché la legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio nessuno l'ha mai visto:
proprio il Figlio unigenito,
che è nel seno del Padre,
lui lo ha rivelato”.


Nel secondo capitolo si racconta il miracolo della trasformazione dell'acqua in vino, con il quale, dice Giovanni, Gesù diede inizio ai suoi segni: “Ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: -Non hanno più vino-. E Gesù rispose: -Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora-. La madre dice ai servi: -Fate quello che vi dirà-. Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili. E Gesù disse loro: -Riempite d'acqua le giare-; e le riempirono fino all'orlo. Disse loro di nuovo: -Ora attingete e portatene al maestro di tavola-. Ed essi gliene portarono. E come ebbe assaggiato l'acqua diventata vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto l'acqua), chiamò lo sposo e gli disse: -Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un po' brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono-”. Io vedo due significati in questa ultima frase: un significato è che quando Dio tocca qualcosa con un miracolo la rende perfetta e perciò il vino era eccellente. L'altro significato che vi vedo è che con l'avvento di Cristo viene il vino buono, mentre con l'Antico Testamento c'è il vino meno buono: infatti anche nell'Antico Testamento ci sono i giusti che versano il loro sangue, però questo sangue è mischiato con il sangue versato dai nemici di Israele, mentre nel Nuovo Testamento il Cristo versa tutto il Suo sangue e con esso ci disseta e non ha bisogno di altri spargimenti di sangue, perché il Cristo si carica tutti i peccati sopra di Sé! E' del terzo capitolo il colloquio che Gesù ha di notte con Nicodemo: “C'era tra i farisei un uomo chiamato Nicodemo, un capo dei Giudei. Egli andò da Gesù, di notte, e gli disse: -Rabbì, sappiamo che sei un maestro venuto da Dio; nessuno infatti può fare i segni che tu fai, se Dio non è con lui-. Gli rispose Gesù: -In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall'alto, non può vedere il regno di Dio-. Gli disse Nicodemo: -Come può un uomo nascere quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?-. Gli rispose Gesù: -In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è Spirito. Non ti meravigliare se t'ho detto: dovete rinascere dall'alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito-. Replicò Nicodemo: -Come può accadere questo?-. Gli rispose Gesù: -Tu sei maestro in Israele e non sai queste cose? In verità, in verità ti dico, noi parliamo di quel che sappiamo e testimoniamo quel che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Eppure nessuno è mai salito al cielo, fuorché il Figlio dell'uomo che è disceso dal cielo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna-. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio”. E' del quarto capitolo l'episodio della donna Samaritana al pozzo di Giacobbe: “Giunse pertanto a una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c'era il pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno. Arrivò intanto una donna di Samaria ad attingere acqua. Le disse Gesù: -Dammi da bere-. I suoi discepoli infatti erano andati in città a far provvista di cibi. Ma la Samaritana gli disse: -Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?-. I Giudei infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani. Gesù le rispose: -Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva-. Gli disse la donna: -Signore, tu non hai un mezzo per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest'acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?-. Rispose Gesù: -Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna-. -Signore, gli disse la donna, dammi di quest'acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua-. Le disse: -Va' a chiamare tuo marito e poi ritorna qui-. Rispose la donna: -Non ho marito-. Le disse Gesù: -Hai detto bene “non ho marito”; infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero-. Gli replicò la donna: -Signore, vedo che tu sei un profeta. I nostri padri hanno adorato Dio sopra questo monte e voi dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare-. Gesù le dice: -Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate quel che non conoscete, noi adoriamo quel che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità-. Gli rispose la donna: -So che deve venire il Messia (cioè il Cristo): quando egli verrà, ci annunzierà ogni cosa-. Le disse Gesù: -Sono io, che ti parlo-. In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliarono che stesse a discorrere con una donna. Nessuno tuttavia gli disse: -Che desideri?-, o: -Perché parli con lei?-. La donna intanto lasciò la brocca, andò in città e disse alla gente: -Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia forse il Messia?-. Uscirono allora dalla città e andavano da lui. [........] Molti Samaritani di quella città credettero in lui per le parole della donna che dichiarava: -Mi ha detto tutto quello che ho fatto-. E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregarono di fermarsi con loro ed egli vi rimase due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e dicevano alla donna: -Non è più per la tua parola che noi crediamo; ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo-”. E' notevole il fatto che Gesù Cristo in questa città della Samaria trova piena accoglienza, sebbene i Giudei e i Samaritani non avessero buone relazioni tra di loro. Contrariamente a quello che avviene in gran parte della Giudea e nella stessa città di Cristo, Nazareth, dove se egli è accolto, è insieme anche osteggiato. Nel quinto capitolo guarisce un paralitico ed è sabato, il giorno in cui Mosè (Esodo 20,8) aveva prescritto il riposo da ogni attività. Per questo i nemici di Gesù trovano il pretesto per accusarlo, “perché faceva tali cose di sabato”! “Ma Gesù rispose loro: -Il Padre mio opera sempre e anch'io opero-. Proprio per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo: perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio”. E poi Giovanni riporta il seguente memorabile discorso, fino alla fine del capitolo: “Gesù riprese a parlare e disse: - In verità, in verità vi dico, il Figlio da sé non può fare nulla se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, e voi ne resterete meravigliati. Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi vuole; il Padre infatti non giudica nessuno ma ha rimesso ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato. In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità vi dico: è venuto il momento, ed è questo, in cui i morti udiranno la voce del Figlio di Dio, e quelli che l'avranno ascoltata, vivranno. Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso al Figlio di avere la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell'uomo. Non vi meravigliate di questo, poiché verrà l'ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udiranno la sua voce e ne usciranno: quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. Io non posso far nulla da me stesso; giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. Se fossi io a rendere testimonianza a me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera; ma c'è un altro che mi rende testimonianza, e so che la testimonianza che egli mi rende è verace. Voi avete inviato messaggeri da Giovanni ed egli ha reso testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché possiate salvarvi. Egli era una lampada che arde e risplende, e voi avete voluto solo per un momento rallegrarvi alla sua luce. Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato. E anche il Padre, che mi ha mandato, ha reso testimonianza di me. Ma voi non avete mai udito la sua voce, né avete visto il suo volto, e non avete la sua parola che dimora in voi, perché non credete a colui che egli ha mandato. Voi scrutate le Scritture credendo di avere in esse la vita eterna; ebbene, sono proprio esse che mi rendono testimonianza. Ma voi non volete venire a me per avere la vita. Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma io vi conosco e so che non avete in voi l'amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi ricevete; se un altro venisse nel proprio nome, lo ricevereste. E come potete credere, voi che prendete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene da Dio solo? Non crediate che sia io ad accusarvi davanti al Padre; c'è già chi vi accusa, Mosè, nel quale avete riposto la vostra speranza. Se credeste infatti a Mosè, credereste anche a me; perché di me egli ha scritto. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?-”.
Non intendo commentare adeguatamente questo Vangelo di Giovanni, perché ci vorrebbero 1000 pagine, se bastano. Voglio solo sottolineare alcuni punti notevoli. C'è un riferimento inequivocabile alla risurrezione del corpo nell'ultimo giorno: “verrà l'ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udiranno la sua voce e ne usciranno: quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna”. Poi anche qui il Cristo rivendica per sé la testimonianza di Giovanni Battista, ma subito dopo aggiunge che Egli non ne ha bisogno, perché è una testimonianza data perché se ne avvantaggino gli uomini! Infatti dice poi che c'è una testimonianza superiore a quella di Giovanni Battista ed è quella data dalle opere da Lui compiute! Infine dice come mai i Suoi nemici non credono: non credono perché cercano la propria gloria e non cercano la gloria di Dio! Quella gloria di Dio Padre che Gesù cerca quando dice: “Io non posso far nulla da me stesso; giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato”.
Nel sesto capitolo, in seguito al miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, dove si sfamarono cinquemila uomini, Gesù dice: -Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo-. Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: -Come può costui darci la sua carne da mangiare?-. Gesù disse: -In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno-.
Gesù Cristo non vuole sminuire il valore del miracolo che Dio fece quando sfamò gli ebrei nel deserto con la manna venuta dal cielo. Egli vuole che chi lo ascolta si renda conto della portata dell'evento che si compie con la Redenzione portata da Lui stesso.
E' Lui che dà la Salvezza agli uomini, è Lui il compimento della Promessa! E la sua carne e il suo sangue diventeranno davvero vero cibo e vera bevanda con l'istituzione del Sacramento dell'Eucarestia, la Comunione con il Corpo e con il Sangue di Cristo!
Nel settimo capitolo leggiamo: “Gesù disse: -Per poco tempo ancora rimango con voi, poi vado da colui che mi ha mandato. Voi mi cercherete, e non mi troverete; e dove sono io, voi non potrete venire-. Dissero dunque tra loro i Giudei: -Dove mai sta per andare costui, che noi non potremo trovarlo? Andrà forse da quelli che sono dispersi fra i Greci e ammaestrerà i Greci? Che discorso è questo che ha fatto: Mi cercherete e non mi troverete e dove sono io voi non potrete venire?-. Nell'ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù levatosi in piedi esclamò ad alta voce: -Chi ha sete venga a me e beva chi crede in me; come dice la Scrittura: fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno-. Questo egli disse riferendosi allo Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui: infatti non c'era ancora lo Spirito, perché Gesù non era stato ancora glorificato”. Questo è uguale a quello che disse alla donna samaritana al pozzo di Giacobbe: “Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna”.
E' del capitolo ottavo l'episodio della peccatrice perdonata: “Gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, gli dicono: -Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?-. Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra. E siccome insistevano nell'interrogarlo, alzò il capo e disse loro: -Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei-. E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi. Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo. Alzatosi allora Gesù le disse: -Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?-. Ed essa rispose: -Nessuno, Signore-. E Gesù le disse: -Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più-”. Se volete sapere che cosa scriveva Gesù con il dito per terra, il Vangelo di Valtorta lo dice: “Ha scritto successivamente: Usuraio – Falso - Figlio irriverente – Fornicatore – Assassino - Profanatore della Legge – Ladro – Libidinoso – Usurpatore - Marito e padre indegno – Bestemmiatore - Ribelle a Dio – Adultero”. La seconda volta che si rimette a scrivere per terra, mentre gli accusatori se ne vanno via, scrive: “Farisei – Vipere – Sepolcri di marciume – Menzogneri – Traditori – Nemici di Dio – Insultatori del suo Verbo ....”.
Il nono capitolo è tutto dedicato all'episodio della guarigione del cieco nato. I farisei ancora una volta accusano Gesù Cristo di non avere osservato il sabato, per avere operato una guarigione miracolosa nel giorno di sabato! Gesù disse al cieco guarito: -Tu credi nel Figlio dell'uomo?-. Egli rispose: -E chi è, Signore, perché io creda in lui?-. Gli disse Gesù: -Tu l'hai visto: colui che parla con te è proprio lui-. Ed egli disse: -Io credo, Signore!-. E gli si prostrò innanzi. Gesù allora disse: -Io sono venuto in questo mondo per giudicare, perché coloro che non vedono vedano e quelli che vedono diventino ciechi-. Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: -Siamo forse ciechi anche noi?-. Gesù rispose loro: -Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: Noi vediamo, il vostro peccato rimane-.
E' del decimo capitolo la parabola di Gesù buon pastore: “-In verità, in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra per la porta, è il pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori. E quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, cammina innanzi a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei-. Questa similitudine disse loro Gesù; ma essi non capirono che cosa significava ciò che diceva loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: -In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza. Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; egli è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore. E ho altre pecore che non sono di quest'ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore. Per questo il Padre mi ama: perché io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso, poiché ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo comando ho ricevuto dal Padre mio-”. Come al solito, un commento adeguato a questa parabola richiederebbe diverse pagine. Mi soffermerò solo su questa frase: “Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo”. La libertà del regno dei cieli consiste nel potere entrare e nel potere uscire. Infatti se non si entra significa che si è fuori, ma se si entra senza potere uscire significa che si è costretti a farlo! Gesù è la porta, venuto in verità e semplicità, mandato dal Padre! Venuto nella pienezza dei tempi e annunciato da tutti i segni! E' come se fosse impossibile non vedere dove sta la porta per entrare! Venuto in tutta mitezza e umiltà, come buon pastore che ama le pecore e non vuole che esse si perdano, pronto a dare la vita per esse! Nessuno può dire che è stato da Lui costretto con la forza a entrare nel Suo regno!
Nell'undicesimo capitolo il Signore Gesù risuscita Lazzaro di Betania, fratello di Marta e di Maria. Questa Maria, sorella di Lazzaro e di Marta, secondo il Vangelo di Valtorta è Maria di Magdala o altrimenti detta Maria Maddalena, la peccatrice convertita, che bagna i piedi del Signore con le sue lacrime e li asciuga con i suoi capelli! Dai quattro Vangeli non si evince che Maria sorella di Lazzaro sia la Maddalena! Forse i quattro evangelisti hanno ritenuto opportuno di non specificare ulteriormente la vera identità della Maddalena, per non creare inutili scandali nella prima comunità dei credenti in Cristo! Per venire alla cronaca di Giovanni, le sorelle di Lazzaro mandano a dire al Signore che il loro fratello è malato. Il Signore si trattiene due giorni e poi si mette in marcia con i Suoi discepoli. Quando arriva a Betania, Lazzaro è morto già da quattro giorni! “Marta disse a Gesù: -Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, egli te la concederà-. Gesù le disse: -Tuo fratello risusciterà-. Gli rispose Marta: -So che risusciterà nell'ultimo giorno-. Gesù le disse: -Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?-. Gli rispose: -Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo-”. Poi il racconto prosegue con il Signore che incontra Maria, la quale anche lei gli dice piangendo: -Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!-. Allora il Signore Gesù si mette a piangere anche Lui! E poi ancora prosegue così: “Intanto Gesù, ancora profondamente commosso, si recò al sepolcro; era una grotta e contro vi era posta una pietra. Disse Gesù: -Togliete la pietra!-. Gli rispose Marta, la sorella del morto: -Signore, già manda cattivo odore, poiché è di quattro giorni-. Le disse Gesù: -Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?-. Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: -Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato. Io sapevo che sempre mi dai ascolto, ma l'ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato-. E, detto questo, gridò a gran voce: -Lazzaro, vieni fuori!-. Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti in bende, e il volto coperto da un sudario. Gesù disse loro: -Scioglietelo e lasciatelo andare-”. E' scritto che Gesù pianse! Infatti Gesù è Dio ed è uomo e come uomo è soggetto ai sentimenti umani. Ma come mai Gesù pianse se sapeva che avrebbe fatto risorgere Lazzaro? Anche a questa domanda risponde Gesù stesso in Valtorta, dicendo che Egli pianse perché in quel momento gli si presentava davanti la morte come terribile conseguenza del peccato dell'uomo. Egli vedeva le terribili conseguenze derivate all'uomo dal suo peccato. Egli contemplava la morte spirituale dell'uomo più che la sua morte corporale! Giovanni ci fa vedere i rapporti che ci sono tra il Padre e il Figlio: Gesù dice al Padre: -Io sapevo che sempre mi dai ascolto-, tuttavia non si esime di chiedere al Padre! Egli chiede sempre, pur sapendo di essere sempre ascoltato!
Al dodicesimo capitolo troviamo questo discorso di Gesù: “-E' giunta l'ora che sia glorificato il Figlio dell'uomo. In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre lo onorerà. Ora l'anima mia è turbata; e che devo dire? Padre, salvami da quest'ora? Ma per questo sono giunto a quest'ora! Padre, glorifica il tuo nome-. Venne allora una voce dal cielo: -L'ho glorificato e di nuovo lo glorificherò!-. La folla che era presente e aveva udito diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: -Un angelo gli ha parlato-. Rispose Gesù: -Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me-. Questo diceva per indicare di quale morte doveva morire. Allora la folla gli rispose: -Noi abbiamo appreso dalla Legge che il Cristo rimane in eterno; come dunque tu dici che il Figlio dell'uomo deve essere elevato? Chi è questo Figlio dell'uomo?-. Gesù allora disse loro: - Ancora per poco tempo la luce è con voi. Camminate mentre avete la luce, perché non vi sorprendano le tenebre; chi cammina nelle tenebre non sa dove va. Mentre avete la luce, credete nella luce, per diventare figli della luce-. Gesù disse queste cose, poi se ne andò e si nascose da loro”. Gesù, dopo avere detto che il seme caduto in terra deve morire per produrre frutto, Egli stesso confessa che la Sua anima è turbata! Anche per Lui morire non è facile, e Lui lo dice ed è una morte non solo fisica ma morale e spirituale! Dal tredicesimo capitolo incominciano cinque capitoli, fino al diciassettesimo, tutti dedicati all'ultima cena! Ecco come incomincia il tredicesimo capitolo: “Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. Mentre cenavano, quando già il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo, Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto. Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: -Signore, tu lavi i piedi a me?-. Rispose Gesù: -Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo-. Gli disse Simon Pietro: -Non mi laverai mai i piedi!-. Gli rispose Gesù: -Se non ti laverò, non avrai parte con me-. Gli disse Simon Pietro: -Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!-. Soggiunse Gesù: -Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto mondo; e voi siete mondi, ma non tutti-. Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: -Non tutti siete mondi-. Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: -Sapete ciò che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi-”. Gesù è un Maestro che non si limita solo ad insegnare con le parole, ma ricorre anche a gesti concreti, come quello di lavare i piedi ai Suoi discepoli, ad uno ad uno! Ecco una parte di discorso del quattordicesimo capitolo: “-Se mi amate, osserverete i miei comandamenti. Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui-. Gli disse Giuda, non l'Iscariota: -Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?-. Gli rispose Gesù: -Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama non osserva le mie parole; la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi. Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto-”. La nostra intelligenza sarà sempre inadeguata a comprendere nella loro pienezza questi eccelsi discorsi del Salvatore riportati dall'Apostolo Giovanni, se il Suo Santo Spirito non viene in nostro soccorso a illuminarcene i significati! Il Salvatore dice che pregherà Dio Padre di inviare agli Apostoli lo Spirito Santo, che Egli qui chiama il Consolatore! Addirittura la Ss.Trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo prendono dimora in chi ama Gesù e osserva la Sua parola!: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”!
Nel quindicesimo capitolo Gesù continua il lungo discorso dell'ultima cena: “Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli. Come il Padre ha amato me, così anch'io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri”. Gesù dice ai Suoi discepoli che staccati da Lui, Vera Vite, non possono fare nulla! Subito dopo però aggiunge: Se rimanete in Me, chiedete quello che volete e vi sarà dato! Appartenere a Lui significa dedizione totale, da una parte e dall'altra: dare tutto per ricevere tutto! Ma perché ci dice questo? Ecco perché, lo dice Lui stesso: “Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena”!
Parla di gioia quando conosce benissimo tutto ciò che sta per accadergli da lì a poco!
Ecco che con Gesù Cristo cambiano i rapporti tra Dio e l'umanità amata da Dio! Infatti Egli dice: “Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi”!
Nel sedicesimo capitolo parla ancora della venuta dello Spirito Santo: “Ora però vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: Dove vai? Anzi, perché vi ho detto queste cose, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ora io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma quando me ne sarò andato, ve lo manderò. E quando sarà venuto, egli convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio. Quanto al peccato, perché non credono in me; quanto alla giustizia, perché vado dal Padre e non mi vedrete più; quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo è stato giudicato. Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l'annunzierà”. Qui c'è un mistero: infatti Gesù dice che quando Egli se ne sarà andato, allora manderà il Consolatore. Ed è pur vero che tante volte, quando siamo in lutto, per la scomparsa di una persona cara o per un avvenimento spiacevole, poi ci accorgiamo che quel lutto era solo il preludio ad una nostra gioia più profonda!
Il principe di questo mondo è stato giudicato”! Il principe di questo mondo è il diavolo. E' principe non perché Dio gli abbia dato spontaneamente questo principato, ma perché gli uomini lo hanno liberamente eletto principe di questo mondo nel loro cuore! Ma ad ogni modo egli è solo principe e al di sopra del principe c'è il Re, il Re del Cielo e della terra che è il Signore, se vogliamo che il Signore regni nel nostro cuore! Per adesso il principe di questo mondo è stato giudicato, dice Gesù, ma non è ancora stato cacciato via. Ma verrà il giorno che lo sarà (Vedi il Libro dell'Apocalisse)!
Nel diciassettesimo capitolo Gesù rivolge questa mirabile preghiera a Dio Padre, che riempie tutto il capitolo e che riporto qui integralmente: “Così parlò Gesù. Quindi, alzati gli occhi al cielo, disse: -Padre, è giunta l'ora, glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te. Poiché tu gli hai dato potere sopra ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sopra la terra, compiendo l'opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te, con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse. Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro; essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato. Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue e tutte le cose tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come noi. Quand'ero con loro, io conservavo nel tuo nome coloro che mi hai dato e li ho custoditi; nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si adempisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico queste cose mentre sono ancora nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato a loro la tua parola e il mondo li ha odiati perché essi non sono del mondo. Non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu mi hai mandato nel mondo, anch'io li ho mandati nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch'essi consacrati nella verità. Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro, perché siano come noi una cosa sola. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me. Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato; poiché tu mi hai amato prima della creazione del mondo. Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto; questi sanno che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l'amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro-”.
Quand'ero con loro, io conservavo nel tuo nome coloro che mi hai dato e li ho custoditi; nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si adempisse la Scrittura”. Il figlio della perdizione è Giuda Iscariota, che intanto era uscito, già dal tredicesimo capitolo, per andare ad accordarsi con i nemici di Gesù. Per la Scrittura che deve adempiersi vedi: Gv 13,18-19 e Sal 41,10. Non è che Giuda si dovesse per forza perdere e che il suo destino fosse segnato come traditore di Cristo, perché egli, come ogni uomo, avrebbe potuto salvarsi se avesse voluto! Qui entra in gioco il mistero dell'onniscienza di Dio, che vede il futuro allo stesso modo di come vede il presente, pur senza negare all'uomo il libero arbitrio. E' come dice in Luca 17,1: “E' inevitabile che avvengano scandali, ma guai a colui per cui avvengono”!
Nel diciottesimo capitolo Gesù coi Suoi discepoli esce per andare nel giardino dove poi viene catturato dai soldati dei sommi sacerdoti e dei farisei guidati da Giuda Iscariota. Ecco le parole che Gesù dice davanti a Pilato: “Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: -Tu sei il re dei Giudei?-. Gesù rispose: -Dici questo da te oppure altri te l'hanno detto sul mio conto?-. Pilato rispose: -Sono io forse Giudeo? La tua gente e i sommi sacerdoti ti hanno consegnato a me; che cosa hai fatto?-. Rispose Gesù: -Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù-. Allora Pilato gli disse: -Dunque tu sei re?-. Rispose Gesù: -Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce-. Gli dice Pilato: -Che cos'è la verità?-. E detto questo uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: -Io non trovo in lui nessuna colpa. Vi è tra voi l'usanza che io vi liberi uno per la Pasqua: volete dunque che io vi liberi il re dei Giudei?-. Allora essi gridarono di nuovo: -Non costui, ma Barabba!-. Barabba era un brigante”. In questo scambio di battute tra Gesù e Pilato continua il tema secondo cui il regno di Dio non è di questo mondo! Gesù dice a Pilato che è venuto per rendere testimonianza alla verità. Pilato, il funzionario del grande impero Romano, con alta responsabilità e alti incarichi, non immagina che ci possa essere un alto funzionario come Gesù, rappresentante di un altro regno diverso dal suo! Eppure anche il regno di Dio-Verità, perché Dio è Verità, ha bisogno dei suoi rappresentanti e dei suoi testimoni: “Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità”! Pilato, tutto assorbito negli incarichi del grande impero ha completamente perso di vista la verità, tanto che chiede: “Che cos'è la verità?”. Come se il grande impero Romano fosse la cosa più importante di tutte!
Nel diciannovesimo capitolo Gesù il Signore viene flagellato, incoronato di spine, schiaffeggiato e schernito dai soldati e infine crocifisso. Pilato fa mettere sulla croce di Gesù Cristo l'iscrizione con il motivo della condanna: “Gesù il Nazareno, il re dei Giudei”! I sommi sacerdoti dicono a Pilato: “Non scrivere: il re dei Giudei, ma che egli ha detto: Io sono il re dei Giudei”. E Pilato risponde: “Ciò che ho scritto, ho scritto”! Giovanni è l'unico dei quattro evangelisti che dice che presso la croce di Gesù c'era anche Sua Madre!: “Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Cleofa e Maria di Magdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: -Donna, ecco il tuo figlio!-. Poi disse al discepolo: -Ecco la tua madre!-. E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa”. Gesù sulla croce ha pensato alla Sua Madre, rimasta senza Figlio e le ha dato Giovanni evangelista, l'autore di questo Vangelo, il discepolo prediletto, come figlio che la prendesse in casa sua! In questo passo del Vangelo si può anche vedere la maternità spirituale che Gesù ha dato alla Sua Madre su tutti gli uomini! Nel ventesimo capitolo leggiamo l'apparizione del Risorto ai discepoli: “La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: -Pace a voi!-. Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: -Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi-. Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: -Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi-. Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Didimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dissero allora gli altri discepoli: -Abbiamo visto il Signore!-. Ma egli disse loro: -Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò-. Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: -Pace a voi!-. Poi disse a Tommaso: -Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!-. Rispose Tommaso: -Mio Signore e mio Dio!-. Gesù gli disse: -Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!-”.
Bellissima questa descrizione: le due volte che Gesù Risorto appare ai discepoli vengono descritte in due parole: -venne Gesù, a porte chiuse-, come se fosse la cosa più naturale del mondo! Il Signore appare loro maestosamente nel Suo corpo glorificato. Tutti i segni della Passione sono andati via, ma sono rimaste le cinque piaghe, delle mani, dei piedi e del costato! E con questo corpo glorificato, coi segni delle cinque piaghe, giudicherà tutti gli uomini nel Gran Giorno del Giudizio! Allora accogliamo anche noi l'invito che il Signore Gesù fa a Tommaso: “Non essere più incredulo, ma credente!”, affinché non avvenga anche a noi come a Tommaso, di essere costretti a ricrederci in quel giorno!
Nel ventunesimo ed ultimo capitolo: “Quando già era l'alba Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: -Figlioli, non avete nulla da mangiare?-. Gli risposero: -No-. Allora disse loro: -Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete-. La gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: -E' il Signore!-. Simon Pietro appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi il camiciotto, poiché era spogliato, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano lontani da terra se non un centinaio di metri. Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: -Portate un po' del pesce che avete preso or ora-. Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatre grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: -Venite a mangiare-. E nessuno dei discepoli osava domandargli: -Chi sei?-, poiché sapevano bene che era il Signore. Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro, e così pure il pesce. Questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risuscitato dai morti”. Il Signore si manifesta a loro come un estraneo che chiede da mangiare! E quante volte non si manifesta a noi in questa forma, infatti Lui ha detto: “Ciò che farete al più piccolo dei miei fratelli l'avrete fatto a me”! I pesci raccolti nella rete sono centocinquantatre: cioè la somma di tutti i numeri da 1 a 17! E diciassette sono i capitoli di questo Vangelo prima che incominci la Passione del Signore!
Il Vangelo di Giovanni termina così: “Questo è il discepolo che rende testimonianza su questi fatti e li ha scritti; e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù, che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere”!
E io voglio ricordare che ci sono dieci volumi, ognuno formato da centinaia di pagine, in cui si racconta il Vangelo, con episodi conosciuti e con episodi inediti, scritti da Maria Valtorta negli anni '40, che vedeva gli episodi in visione e anche lei era vittima sacrificata all'amore, immobilizzato a letto da diverse malattie! Dice il Signore Gesù nell'Opera di Valtorta che nemmeno con questi dieci volumi noi conosciamo tutto della Sua vita e poi ancora dice che, al di là dell'iperbole fatta da Giovanni (“Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù, che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere”), se fossero scritte tutte le cose compiute da Lui nella Sua vita, comprese le preghiere fatte da Lui per ogni anima, bisognerebbe riempire tutte le sale di una delle nostre più grandi biblioteche!

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