lunedì 26 maggio 2008

IL VANGELO DI MATTEO

Diamo una scorsa ai quattro Vangeli, incominciando da quello di Matteo. Il Vangelo inizia dai preliminari. Si racconta la nascita di Gesù da una donna santa, addirittura vergine! Affinché la buona novella sia credibile dagli uomini è necessario che sia avvolta da un alone di santità. La nascita verginale di Gesù testimonia della Sua origine! Un'origine non umana, perché non ha avuto bisogno dell'intervento dell'uomo, ma “si trovò incinta per opera dello Spirito Santo”, quindi un'origine assolutamente divina! Gesù ha preso la natura umana dalla Sua Madre Santa e la natura divina dal Suo Padre Celeste! Viene riportata nel primo capitolo del Vangelo di Matteo anche la profezia del profeta Isaia, in soccorso di chi vuole credere: “Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele (Dio con noi)”. Sette secoli prima dell'avvento di Cristo già il profeta Isaia aveva scritto di una Vergine che darà alla luce un Figlio! E poi, dal secondo capitolo sono raccontati gli altri segni! Un Re che si rispetti ha bisogno di una corte regale ad attendere al suo arrivo! Ecco allora che viene raccontata la visita dei re Magi dall'oriente, guidati da una stella! Ci sono anche coloro che non gradiscono la visita di questo Re dal Cielo e allora vengono uccisi degli innocenti nell'intento di uccidere l'Innocente! E' il re Erode che ordina di uccidere tutti i bambini nei dintorni di Betlemme dai due anni in giù! Infine troviamo il precursore di Cristo, Giovanni Battista, a preparargli la strada!
Questi sono tutti segni messi da Dio affinché gli uomini possano riconoscere la portata dell'evento della venuta di Cristo! Il tutto accompagnato da riferimenti alla Scrittura che annunciavano il compiersi di queste cose! Subito dopo c'è il quarto capitolo che racconta delle tentazioni di Gesù nel deserto! Matteo racconta così l'inizio della attività di questo Re dei re atteso dai secoli: si lascia condurre nel deserto per essere tentato dal diavolo! Povero, solo, senza acqua e senza cibo! (Maria Valtorta racconta che per dissetarsi Gesù beveva la rugiada che si posava sulle piante nella notte!). Gesù si lascia tentare nel deserto! Ecco il segreto della vittoria per noi che vogliamo condividere con Cristo la gloria della nostra buona riuscita umana! Sapere dire di no alle tentazioni del diavolo! Ecco la vera gloria umana di questo Re dei re! Gesù incomincia a insegnare, a guarire e a chiamare i primi discepoli. Nel quinto capitolo vengono riportate le “beatitudini” proclamate da Gesù sulla montagna: “Beati i poveri in spirito........”. Le beatitudini sono una sorta di decalogo di Mosè (i dieci comandamenti) però al positivo: invece di dire “Non fare questo........”, “Non fare quest'altro........” viene detto: “Beato te se farai questo........”, “Beato te se farai quest'altro........”! La preghiera del Padre Nostro viene insegnata nel sesto capitolo. Nel settimo capitolo Gesù insegna la regola d'oro, anche qui al positivo: invece di “non fate agli altri ciò che non vorreste fosse fatto a voi” dice “Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti”! Nell'ottavo capitolo calma una tempesta nel lago sgridando i venti e il mare! Nel nono capitolo attesta che Egli può rimettere i peccati! Per fare ciò dopo aver rimesso i peccati a un paralitico gli rende la guarigione! Nel decimo capitolo manda i suoi discepoli a predicare e a guarire: “Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni”. Nell'undicesimo capitolo afferma la Sua origine divina: “Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare”! Nel dodicesimo capitolo insegna qual è il peccato che non sarà perdonato, né in questo mondo, né nell'altro mondo: la bestemmia contro lo Spirito Santo! Nel tredicesimo capitolo tra le altre parabole spicca la parabola del seminatore! Nel quattordicesimo capitolo sfama una folla di cinquemila uomini con cinque pani e due pesci! Poi salva di nuovo i suoi discepoli dalla violenza delle acque: viene incontro a loro camminando sulle acque. Nel quindicesimo capitolo corregge la tradizione degli antichi. Ai farisei e scribi che rimproverano ai discepoli di Gesù di non essersi lavati le mani prima di prendere il cibo, Gesù dice: “Non quello che entra nella bocca rende impuro l'uomo, ma quello che esce dalla bocca rende impuro l'uomo!”. “Ciò che esce dalla bocca proviene dal cuore. Questo rende immondo l'uomo. Dal cuore, infatti, provengono i propositi malvagi, gli omicidi, gli adultèri, le prostituzioni, i furti, le false testimonianze, le bestemmie”. Nel sedicesimo capitolo troviamo la professione di fede di Simon Pietro! “La gente chi dice che Io sia?” chiede Gesù. I discepoli rispondono: “Alcuni Giovanni Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti”. “E voi chi dite che Io sia?” continua Gesù. E Simon Pietro risponde: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. E Gesù: “Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli”! Nel diciassettesimo capitolo Gesù prende con Sé Pietro, Giacomo, e Giovanni e li porta su un alto monte e si trasfigura davanti a loro: “il Suo volto brillò come il sole e le Sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. [........] una nuvola luminosa li avvolse con la sua ombra. Ed ecco una voce che diceva: -Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo-. All'udire ciò i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. [........] E mentre discendevano dal monte, Gesù ordinò loro: -Non parlate a nessuno di questa visione, finché il Figlio dell'uomo non sia risorto dai morti-.
Nel diciottesimo capitolo: “In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”! Nel diciannovesimo capitolo Gesù ribadisce che il matrimonio è indissolubile!
E aggiunge: “Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così”! Subito dopo parla della continenza volontaria per il regno dei cieli: “Non tutti possono capirlo, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della loro madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca”! Così nello spazio di dieci versetti ci sono scritte le basi per il Sacramento del Matrimonio e per il Sacramento dell'Ordinazione Sacerdotale!
“....colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro servo, e colui che vorrà essere il primo tra voi, si farà vostro schiavo....” è l'insegnamento del ventesimo capitolo! Nel ventunesimo capitolo Gesù fa il suo ingresso trionfale in Gerusalemme seduto sopra un'asina. La folla gridava: “Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli!”. Nel ventiduesimo capitolo, interrogato dai farisei se fosse lecito o no pagare il tributo a Cesare, Gesù disse: “Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”! Nel ventitreesimo capitolo ci sono le maledizioni di Gesù agli scribi e ai farisei: “Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Quanto vi dicono fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito. [........] Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci. [........] Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell'anèto e del cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello! Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l'esterno del bicchiere e del piatto mentre all'interno sono pieni di rapina e d'intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere, perché anche l'esterno diventi netto! Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all'esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. Così anche voi apparite giusti all'esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità.[........] Serpenti, razza di vipere, come potrete scampare dalla condanna della Geenna?........”. Nel ventiquattresimo capitolo Gesù parla delle cose che dovranno accadere alla fine. “....Allora comparirà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo e allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra, e vedranno il Figlio dell'uomo venire sopra le nubi del cielo con grande potenza e gloria. Egli manderà i suoi angeli con una grande tromba e raduneranno tutti i suoi eletti dai quattro venti, da un estremo all'altro dei cieli....”. Nel venticinquesimo capitolo Gesù racconta due parabole del giudizio di Dio e poi racconta il giudizio finale vero e proprio: “Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a Lui tutte le genti, ed Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il Re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché Io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il Re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a Me. Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da Me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Ma Egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a Me. E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna”. Nel ventiseiesimo capitolo Maria, la sorella di Lazzaro (come è specificato meglio nel Vangelo di Giovanni) rompe un vaso di alabastro di olio profumato e lo versa sul capo di Gesù. Allora Giuda Iscariota (sempre come è specificato nel Vangelo di Giovanni) disse: “Perché questo spreco? Lo si poteva vendere a caro prezzo per darlo ai poveri!”. Ma Gesù disse: “Perché infastidite questa donna? Essa ha compiuto un'azione buona verso di Me. I poveri infatti li avrete sempre con voi, Me, invece, non sempre mi avete. Versando questo olio sul mio corpo, lo ha fatto in vista della mia sepoltura. In verità vi dico: dovunque sarà predicato questo vangelo, nel mondo intero, sarà anche detto ciò che essa ha fatto, in ricordo di lei”. Come è detto in Maria Valtorta, in questa unzione di Gesù con l'olio, prima della Sua morte, è rappresentato il Sacramento della Estrema Unzione o anche detto della Unzione degli Infermi. Sempre in questo capitolo Gesù consuma l'ultima cena con gli Apostoli e poi viene arrestato dai sommi sacerdoti e dagli anziani del popolo e viene da loro condannato a morte. La condanna a morte di Gesù è raccontata così: “....il sommo sacerdote gli disse: - Ti scongiuro, per il Dio vivente, perché ci dica se Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio - . - Tu l'hai detto - gli rispose Gesù – anzi Io vi dico: d'ora innanzi vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra di Dio e venire sulle nubi del cielo - . Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: - Ha bestemmiato! Perché abbiamo ancora bisogno di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; che ve ne pare? - E quelli risposero: - E' reo di morte -....”. Nel ventisettesimo capitolo i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo conducono Gesù dal governatore Pilato. Infatti la Giudea era una provincia di Roma e solo il governatore romano poteva fare eseguire una sentenza di morte. Gesù, accusato davanti a Pilato fece grande silenzio tanto che il governatore se ne meravigliò grandemente! Era usanza, per ogni festa di Pasqua, che il governatore rilasciasse al popolo un prigioniero. Pilato chiese alla folla se volesse che fosse rilasciato il prigioniero Barabba o il prigioniero Gesù, chiamato il Cristo. La folla, istigata dai sommi sacerdoti e dagli anziani, rispose: “Barabba!”. Disse loro Pilato: “Che farò dunque di Gesù chiamato il Cristo?”. Tutti gli risposero: “Sia crocifisso!”. Ed egli aggiunse: “Ma che male ha fatto?”. Essi allora urlarono: “Sia crocifisso!”. Pilato si lavò le mani davanti alla folla dicendo: “Non sono responsabile di questo sangue!”. E tutto il popolo rispose: “Il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli”. Pilato rilasciò Barabba e dopo aver fatto flagellare Gesù lo consegnò ai soldati perché fosse crocifisso. I soldati lo spogliarono, gli misero addosso un manto scarlatto, sul capo una corona di spine e una canna nella mano destra e lo schernivano, lo percuotevano sul capo con la canna e gli sputavano addosso. Poi gli tolsero il mantello, gli fecero indossare i Suoi vestiti e lo portarono via per crocifiggerlo. Incontrarono un uomo, Simone di Cirene e fecero portare a lui la croce che avrebbe dovuto portare Gesù. Lo condussero sul Gòlgota che significa: “luogo del cranio”. Gli diedero da bere vino mescolato con fiele ma Egli, assaggiatolo, non ne volle bere. Fu crocifisso e si spartirono le Sue vesti tirandole a sorte. Sul Suo capo pendeva la scritta della motivazione della sua condanna: “Questi è Gesù il re dei Giudei”. Con Lui furono crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra. Fu oltraggiato dai passanti, dai sommi sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani e dai ladroni. “Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta la terra. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: - Elì, Elì, lemà sabactàni? - , che significa: - Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? - . Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: - Costui chiama Elia - . E subito uno di loro corse a prendere una spugna e, imbevutala di aceto, la fissò su una canna e così gli dava da bere. Gli altri dicevano: - Lascia, vediamo se viene Elia a salvarlo! - . E Gesù, emesso un alto grido, spirò. Ed ecco il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, la terra si scosse, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi morti risuscitarono. E uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti. Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, sentito il terremoto e visto quel che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: - Davvero costui era Figlio di Dio! - . C'erano anche là molte donne che stavano a osservare da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. Tra costoro Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedeo”. Giuseppe di Arimatea chiese a Pilato il corpo di Gesù. Avvolto il corpo di Gesù in un candido lenzuolo, lo depose in una tomba nuova che si era fatta scavare nella roccia. Poi rotolò una grande pietra davanti alla tomba e se ne andò. Davanti al sepolcro stavano le pie donne che lo avevano seguito. Nel ventottesimo e ultimo capitolo viene raccontata la gloriosa Resurrezione di Cristo. Il terzo giorno dalla Sua morte vi fu un gran terremoto: un angelo del Signore rotolò la pietra del sepolcro e si sedette su di essa. “Il suo aspetto era come la folgore e il suo vestito bianco come la neve”. Per lo spavento le guardie erano tramortite. L'angelo disse alle donne: “Non è qui. E' risorto, come aveva detto [........] andate a dire ai suoi discepoli: e' risuscitato dai morti, e ora vi precede in Galilea; là lo vedrete. Ecco, io ve l'ho detto”. Poi il Risorto si manifesta alle pie donne. Infine si manifesta ai discepoli dicendo: “Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”.

venerdì 23 maggio 2008

QUESTA E' LA BUONA NOVELLA!

Il Signore è venuto! Ecco la buona novella! Colui che è stato promesso ai profeti fin dai tempi antichi è venuto! E la testimonianza di ciò è scritta nei quattro Vangeli! E' scritta negli Atti degli Apostoli ed è scritta in tutte le lettere del Nuovo Testamento e nel Libro dell'Apocalisse! Nei Vangeli è raccolta la testimonianza della vita del Signore Gesù, nato dal Padre prima di tutti secoli e incarnatosi nel seno della Vergine Maria per opera dello Spirito Santo! Egli è stato potente in parole ed opere! Ha lasciato un insegnamento divino, ha ridato la vista ai ciechi, ha fatto udire i sordi, ha saziato gli affamati, ha guarito i lebbrosi e i malati di ogni malattia. Ha compiuto miracoli di ogni genere, compreso quello di risuscitare i morti. Ha camminato sulle onde del mare, ha dato potere ai Suoi Apostoli di fare gli stessi miracoli che faceva Lui! Ha suggellato il Suo divino insegnamento con la Sua vita! Ha consegnato Se stesso nelle mani di coloro che volevano sopprimere la Sua vita! “Come un agnello si è fatto tosare e non aprì la Sua bocca”! Egli, l'Agnello di Dio, il Figlio del Padre dai secoli eterni, ha preso su di Sé i peccati di tutta l'umanità, dal peccato di Adamo, il primo uomo, fino al peccato dell'ultimo uomo che vivrà sulla faccia della terra! Ha condiviso in tutto la condizione degli uomini, eccetto che nel peccato! E' risorto gloriosamente, come aveva predetto Lui stesso, il terzo giorno! Si è manifestato ai Suoi discepoli diletti per quaranta giorni dopodiché è asceso al Cielo! E ora siede alla destra del Padre. Ha inviato ai Suoi Apostoli il Suo Spirito Santo, come aveva promesso loro! E la Santa Chiesa, fondata dal Cristo stesso, è ancora viva e attiva sulla terra, nonostante tutti i suoi peccati e le sue debolezze, perché il Signore Gesù Cristo stesso la sostiene, il Suo Santo Spirito la sostiene e “le porte dell'inferno non potranno prevalere su di Essa” così come ha detto il Cristo stesso a San Pietro e agli Apostoli! Nei Vangeli si possono leggere i fondamenti dei Sacramenti che ha istituito il Cristo stesso: “Andate e rimettete i peccati! A chi li rimetterete saranno rimessi, a chi non li rimetterete resteranno non rimessi”. “Andate e battezzate tutte le genti nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”. E infine il Sacramento più eccellente di tutti, quello che suscita invidia agli Angeli del Cielo: “Prendete e bevetene tutti. Questo è il calice del Mio Sangue, offerto per voi e per tutti in remissione dei peccati. Fate questo in memoria di Me”! “Prendete e mangiatene tutti, questo è il Mio Corpo, offerto in sacrificio per voi e per tutti, in remissione dei peccati. Fate questo in memoria di Me”! Ha lasciato come ultimo libro del Nuovo Testamento e della Bibbia il libro dell'Apocalisse, ha lasciato che lo scrivesse il discepolo prediletto, San Giovanni Apostolo! Nel libro dell'Apocalisse vengono descritte le ultime cose, il giudizio della gran meretrice che è la Terra! Vengono confermati i fedeli nella beatitudine del regno di Dio, dove “non ci sarà più lutto, né lacrime, né affanno, né arsura di sorta, perché le cose di prima sono passate”. Vengono confermati gli infedeli nel castigo eterno di Dio, a meno che essi non si pentano! Viene descritto il giudizio di Satana, scagliato nello stagno di fuoco! Questa è la seconda morte! L'empio continui a peccare e il santo si santifichi sempre di più! Queste parole sono vere! Sigilla queste parole! Chi vi aggiungerà o vi toglierà qualcosa subirà i castighi descritti in questo libro! Amen!

NON PENSIAMO ALLE DONNE!

Non pensiamo alle donne! Sono le donne che devono pensare a noi! Gesù il Signore poteva anche stare con Sua Madre, nella Sua casetta di Nazareth. Un lavoro da falegname ce l'aveva. Magari ogni tanto poteva andare al tempio e dissertare coi dottori del tempio e venire ammirato e lodato per la Sua dottrina. Invece ha lasciato Sua Madre, ha lasciato il lavoro di falegname e si è messo a predicare per Israele e ad istruire i Suoi discepoli. Povero e vagabondo. Ma la Sua Madre lo ha seguito! Facciamo anche noi così, pensiamo alla volontà di Dio prima di tutto e poi Dio ci darà ciò di cui abbiamo bisogno! Non bisogna per forza essere preti! Io non ho mai sentito la vocazione al celibato! Pensiamo prima di tutto alla volontà di Dio, non a farsi una famiglia, a farsi una posizione! Qualunque cosa significhi per noi fare la volontà di Dio! Se Dio lo giudicherà opportuno (e io penso di sì e io credo di sì: “Non è bene che l'uomo sia solo”, lo ha detto Lui!) ci darà qualche donna che ci possa aiutare. Qualche donna che ci sia sorella o che ci sia sposa, a seconda delle circostanze! A me ha dato una fidanzata, ma molto tempo fa e che poi è andata via e molte sorelle, che in diversi momenti della vita mi hanno alleggerito il cammino! Così sia!

giovedì 22 maggio 2008

SOMMA INFINITA DI TERMINI

Prendendo spunto dall'ultima parte del post precedente vediamo come una somma infinita di termini può dare un risultato razionale o irrazionale indifferentemente. Prendiamo la somma infinita 1 + ½ + ¼ + 1/8 + 1/16 + 1/32 + 1/64 + ........ dove ogni frazione è esattamente la metà della frazione precedente. Questa somma infinita è uguale a 2, infatti ci si può arbitrariamente avvicinare quanto si vuole a 2, senza raggiungerlo mai. E' lo stesso che scrivere 1.9999........ con 9 periodico. E' noto che 1.9........ con 9 periodico è uguale a 2. Se invece prendiamo la somma infinita (somma algebrica perché ci sono i numeri negativi): 4 – 4/3 + 4/5 – 4/7 + 4/9 – 4/11 + 4/13 – 4/15 + ........, abbiamo visto nel post precedente che questa somma è uguale a π, dunque è un numero irrazionale. Il fatto che ci siano infiniti termini non decide della razionalità o dell'irrazionalità del risultato.

PI GRECO

Come si calcola l'area di un cerchio? E' facile! Basta elevare al quadrato il raggio del cerchio e moltiplicarlo per π (pi greco). Pi greco è quel numero 3.14159265........ che ha infinite cifre dopo la virgola e non è periodico, il che equivale a dire che è irrazionale ossia non può mai essere espresso come divisione di due numeri interi. Pi greco è il rapporto tra la circonferenza di un cerchio e il suo diametro. Come si può calcolare il valore di π? Si può arrotolare un pezzo di spago intorno a un cilindro di cui si conosce il diametro e così ottenere la misura della circonferenza del cilindro dal pezzo di spago arrotolato. Dividendo la circonferenza per il diametro abbiamo π. Però questo è un modo troppo rozzo, ci vuole qualcosa di rigorosamente matematico. Allora si può procedere nella maniera in cui procedette Archimede. Archimede prese in considerazione i poligoni regolari (che hanno tutti i lati uguali) inscritti nel cerchio e quelli circoscritti al cerchio. E' facile constatare che prendendo dei poligoni regolari inscritti nel cerchio con un sempre maggior numero di lati, i poligoni si avvicinano sempre di più alla circonferenza, fino quasi a somigliarle e a non riconoscere la differenza. Se voi disegnaste su un foglio un poligono regolare di 10.000 lati non riuscireste affatto a distinguerlo da una circonferenza. Ma può bastare questo? A occhio nudo non si riconoscono differenze, ma matematicamente le differenze ci sono, perché il perimetro di un poligono inscritto in una circonferenza, per quanti lati abbia, non raggiungerà mai il valore della circonferenza. Lo stesso dicasi per i poligoni regolari circoscritti alla circonferenza. Prendendo dei poligoni circoscritti con un sempre maggior numero di lati, si ottiene un valore del perimetro che si avvicina sempre di più a quello della circonferenza. In realtà è sufficiente che ci si possa avvicinare quanto si vuole al valore effettivo di π, per potere dire di conoscere il valore di π. E con questa procedura, prendendo cioè poligoni inscritti e circoscritti con un sempre maggior numero di lati, ci si può avvicinare con una precisione arbitraria al valore di π, anche se ci volessero, che so, 10 milioni di anni per conoscere le prime 100 cifre decimali. Esistono altri metodi matematici più efficaci per calcolare le cifre decimali di π. Un computer può calcolare miliardi di cifre in poche ore, ma la situazione non è sostanzialmente diversa anche se i tempi di calcolo sono molto più accelerati. Infatti noi diciamo di conoscere il valore di π solo perché, in linea di principio, possiamo arrivare a conoscere un numero illimitato di cifre dopo la virgola, tempo permettendo. Archimede con il suo metodo arrivò a stabilire solo due cifre dopo la virgola: π = 3.14........
Un modo per avvicinarsi quanto si vuole al valore di π è quello di eseguire questa somma algebrica infinita: 4 – 4/3 + 4/5 – 4/7 + 4/9 – 4/11 + 4/13 – 4/15 + ........ Come si vede, si sommano e si sottraggono alternatamente frazioni al cui numeratore c'è sempre il numero 4 e a denominatore ci sono via via crescendo tutti i numeri dispari. Non è un metodo veloce, ma è la forma più semplice ed elegante che io conosca per esprimere π con una somma algebrica infinita.
Infine, una considerazione importante: è sbagliato credere che il carattere di numero irrazionale di π (cioè con infinite cifre non periodiche) sia conseguenza del fatto che per calcolarlo bisogna avvicinarvisi con poligoni con un numero sempre maggiore di lati. Si potrebbero infatti calcolare le lunghezze di certe linee curve, approssimandole con segmenti di retta in numero sempre maggiore e avere come risultato non un numero irrazionale, ma razionale.

mercoledì 21 maggio 2008

NON CAPISCO........

Non capisco perché i bambini devono essere sempre redarguiti dai grandi. Posso capire che ogni tanto lo siano, ma non capisco perché lo debbano essere sempre. Io mi ricordo di quando ero bambino e mi pareva di fare delle richieste legittime eppure venivo rimproverato senza sapere il perché. Ora vedo i bambini degli altri che subiscono il trattamento che subivo io. Forse perché il bambino è solo e non si può difendere. Forse perché lui non è smaliziato e ha dei comportamenti spontanei che i grandi non comprendono. Certo, ammetto che i bambini possano essere anche capricciosi, ma non credo che sia un atteggiamento corretto quello di dargli sempre contro, quello di fargli sempre il predicozzo, quello di farlo sentire inadeguato, quello di dargli del “salame”! La prima volta che mi sono sentito chiamare “salame” è stato dalla mia maestra delle elementari. “Salame?” mi dicevo, “e che cosa significa? Non sono mica un salame?”. Ma i grandi vogliono farti sentire che sei come un salame, perché essi stessi sono come dei salami legati, incapaci di reagire positivamente, belli e pronti da essere mangiati! Io sono sinceramente preoccupato per la psiche dei nostri bambini! E purtroppo penso che diventa sempre più inevitabile che una volta cresciuti essi subiscano dei traumi, perché nella loro infanzia non sono stati compresi, non sono stati amati! Ogni volta che vedo un bambino rimproverato, trattato in modo sgarbato, senza delicatezza, senza gentilezza, ne soffro! Vorrei rispondere, dire qualcosa per difendere il bambino, per fargli sentire che io, almeno io, lo capisco, e ogni tanto lo faccio, ma non posso farlo ogni volta perché i suoi genitori mi risponderebbero: “Tu pensa a te, che al nostro bambino ci pensiamo noi, ne abbiamo o no il diritto?”. E poi i genitori si meravigliano che il bambino cresce irrispettoso, irrequieto, maleducato, violento! Per forza, perché se non si sente capito, il bambino non si cura più di farsi capire, perché sa già che nessuno lo potrà capire più! Il bambino si sente mancare di rispetto e a sua volta egli stesso manca di rispetto verso gli altri! Una volta si usavano le “maniere forti”, tipo le botte, le sculacciate e via dicendo........Io non ho avuto un'educazione di questo genere. Comunque non penso che il sottile e continuo malcontento dei genitori verso il proprio figlio possa fare meno male delle botte! Con ciò non sto assolutamente dicendo che bisogna dare le botte ai propri figli, sto dicendo solo che bisogna amarli! Amarli significa RISPETTARLI! Significa non redarguirli tutte le volte! Significa non fargli delle osservazioni pungenti tutte le volte! Penso anche che se uno crede di sapere educare bene il proprio figlio, allora non lo sa affatto educare bene! Perché si pone già nella condizione di non rispettare la propria creatura! Perché si pone nella condizione di essere colui che “sa”, colui che è “intelligente”, colui che “sa come è la vita”, colui che “ha vissuto e perciò sa come è la vita”! Salvo poi ritrovarsi in futuro un figlio che avrà grossi problemi a vivere! Rispettate i vostri figli, non mettetevi nell'atteggiamento di essere “quelli che sanno”, “i grandi che hanno vissuto e hanno capito la vita”! Mettetevi in gioco! Discutete con i vostri figli, sì, ma lasciatevi trasportare dalle conseguenze del discorso, seguite la logica che espone vostro figlio, non fate valere le vostre ragioni per partito preso, perché “è così e basta”! E abbiate pazienza! Anche se vi costerà un poco, avrete in futuro un figlio che vi creerà meno problemi! Se avrete pazienza davvero, allora potrete poi essere rigidi quando sarà necessario esserlo, quando sarà davvero il momento di dire: “è così e basta!”. E il vostro bambino vi ascolterà, -perché se i miei genitori sono stati pazienti fino ad adesso-, penserà lui, -e adesso mi dicono che questa cosa qui non si può fare, allora ci sarà davvero un motivo per cui questa cosa qui non si può fare!-.

martedì 20 maggio 2008

UNO SPAZIO INFINITO E UNA GEOMETRIA NON EUCLIDEA IN PRESENZA DI GRANDI MASSE. (CHE VOR DI' ?)

E' vero che due rette parallele non si incontrano mai? Secondo la geometria di Euclide, che ci hanno fatto studiare a scuola, è vero! Ma la geometria dell'universo nel quale viviamo segue la geometria di Euclide? Le conferme che ha ricevuto la teoria della relatività generale di Einstein dicono che la risposta è no, ossia la geometria dell'universo nel quale viviamo non segue la geometria di Euclide, ossia lo Spazio non è Euclideo! Tanto più si è vicini a una grande massa, come il sole o come la terra e tanto più la geometria si discosta da quella Euclidea o, per usare altre parole, “lo spazio si incurva”! Per capire che cosa voglia dire che “lo spazio si incurva” si fa l'esempio di esseri che vivono sulla superficie di una sfera, come la terra, per esempio. Non avendo modo di fare altre misure, a questi esseri sembrerebbe di vivere sopra un infinito piano, essendo la curvatura del pianeta molto bassa, ovvero il raggio del pianeta molto grande! Ma ci si accorge di vivere sopra una superficie curva se ci si allontana dal pianeta verso l'alto fino a vederlo dall'alto come una sfera! La difficoltà nell'immaginare uno spazio tridimensionale curvo è che noi non abbiamo alcun modo di allontanarci in una quarta dimensione per osservare le tre dimensioni, per così dire, dall'alto, perché noi viviamo in un universo a tre sole dimensioni spaziali e la cosa è per noi inimmaginabile! I matematici però sono più facilitati a concepire un universo così fatto, cioè curvo, perché per i matematici le tre dimensioni si riducono semplicemente a numeri e a simboli matematici. Nel linguaggio matematico, inserire una dimensione in più non cambia poi molto le cose! Resta però la difficoltà di visualizzare mentalmente un universo siffatto! Come la superficie di una sfera è uno spazio a due dimensioni curvo immerso in uno spazio tridimensionale, così si può concepire, perlomeno con numeri e simboli matematici, uno spazio a tre dimensioni curvo immerso in uno spazio a quattro dimensioni! Rimanendo solamente sulla superficie di una sfera, le rette corrispondono ai “cerchi massimi”: per esempio il cerchio dell'equatore è un cerchio massimo e quindi è una retta nello spazio a due dimensioni così concepito. Ecco che così le rette si incontrano: pensate a tutti i meridiani, che sono tutti cerchi massimi e che si incontrano al polo nord e al polo sud! La superficie di una sfera è uno spazio finito però illimitato, infatti si può percorrere girando anche più volte intorno senza incontrare limiti. L'universo non si sa se è finito o infinito. Se fosse finito sarebbe, verosimilmente, anch'esso finito ma illimitato, cioè si potrebbe continuare a percorrere senza incontrare limiti e al limite ritornando allo stesso punto. Ciò è difficile da immaginare, ma si può fare, con uno sforzo di fantasia. Per i matematici è solo una cosa matematica che ha la sua realtà matematica rigorosa e quindi è più che immaginabile! Io tuttavia penso che lo spazio dell'universo sia infinito! Quindi non solo senza limiti ma anche infinito in ogni direzione! Nessun matematico potrebbe dirmi il contrario perché non lo sanno neanche loro! Uno spazio infinito e una geometria non euclidea in presenza di grandi masse! Questo è ciò che io penso! Non so se sia importante, ma lo penso e quindi lo sostengo!

domenica 18 maggio 2008

DICE IL SIGNORE:

Dice il Signore:

ORA ASCOLTATEMI TUTTI!
TUTTI!
SONO GIUNTI I TEMPI DELLA VOSTRA PURIFICAZIONE E NIENTE SARA' PIU' COME PRIMA!
COLORO CHE MI HANNO SEMPRE RESPINTO SARANNO NEL DOLORE E NELLE TENEBRE PIU' NERE E QUESTO SARA' PER LA LORO PURIFICAZIONE!
COLORO CHE NON MI HANNO SEMPRE RESPINTO, MA NEMMENO MI HANNO SEMPRE ASCOLTATO FARANNO UN PASSO INDIETRO PER FARE POSTO A COLORO, POVERI E UMILI CHE INVECE NON MI HANNO MAI NEGATO NULLA!
ESSI IN VERITA' RISPLENDERANNO COME GLI ASTRI DEL CIELO!
IN VERITA' QUEST'ORA E' GIA' VENUTA!
AMEN!

Dice il Signore:

Dice il Signore:

MI RIVOLGO ORA A VOI, GAUDENTI!
NON AVETE VOLUTO PIANGERE CON ME, QUANDO ELEMOSINAVO IL VOSTRO AMORE E LA VOSTRA ATTENZIONE!
ECCO, CHE ORA SI ROVESCIA LA SITUAZIONE!
VOI PIANGERETE, MA IO NON VI ASCOLTERO'!

Dice il Signore:

Dice il Signore:

MI RIVOLGO A VOI, PASTORI DEL MIO GREGGE!
IO AVEVO AFFIDATO A VOI LE MIE PECORE, ED ECCO, ESSE SONO ANDATE TOTALMENTE DISPERSE!
TOTALMENTE DISPERSE!
NON MI RIVOLGO A TUTTI VOI, MA MI RIVOLGO A COLORO CHE HANNO PREFERITO FARE DEI GUADAGNI PIUTTOSTO CHE PRENDERSI CURA DELLE MIE PECORELLE!
IL MIO GIUDIZIO SU DI VOI SARA' MOLTO SEVERO!
ECCO, LO RIPETO ANCORA UNA VOLTA: IL MIO GIUDIZIO SU DI VOI SARA' MOLTO SEVERO!
VENITE A ME E PENTITEVI, PIANGETE LE VOSTRE MANCANZE, FINTANTO CHE SIETE ANCORA IN TEMPO!
ECCO CHE IO VI HO AVVISATI!

Dice il Signore:

Dice il Signore:

MI RIVOLGO A VOI RICCHI, A VOI POTENTI!
MI RIVOLGO A VOI CHE VI SIETE INNALZATI!
MI RIVOLGO A VOI CHE CREDETE DI ESSERE DA PIU' DEGLI ALTRI!
MI RIVOLGO A VOI E VI DICO QUESTO: GUARDATE GLI EVENTI CHE STANNO SUCCEDENDO NEL MONDO!
NON CREDIATE CHE QUESTI EVENTI NON DEBBANO TOCCARVI IN ALCUN MODO!
NON LO CREDIATE, PERCHE' COME E' VERO CHE NEI VASI COMUNICANTI L'ACQUA FINISCE PER RAGGIUNGERE LO STESSO LIVELLO IN OGNI VASO, COSI' QUESTI EVENTI FINIRANNO PER COINVOLGERE ANCHE VOI, IN UN MODO CHE VOI ORA NON PENSATE!
E NON SERVIRA' INNALZARE BARRIERE!
E NON SERVIRA' FUGGIRE LONTANO!
QUEST'ORA E' PIU' VICINA DI QUANTO VOI PENSIATE!

Dice il Signore:

Dice il Signore:

A VOI CHE SIETE SINCERI, IL CUI CUORE E' SINCERO E RETTO, IL SIGNORE ALTISSIMO DICE: -NON MI TEMETE!-
TEMETEMI SOLO SE SIETE IPOCRITI!
IO VI VOGLIO SALVARE, NON VOGLIO PERDERVI!
PER COLORO CHE AVRANNO SCELTO IL FUOCO CI SARA' IL FUOCO!
OGNUNO, INFATTI, HA DA ESSERE SALATO CON IL FUOCO!
VENITE A ME, UMILI DI CUORE E PURI DI CUORE E DI MENTE!
VOI SIETE I BENEDETTI NEI QUALI SI COMPIACE IL CUORE DI DIO!

Dice il Signore:

Dice il Signore:

-MA COME POSSIAMO CREDERE?-
-MA PERCHE' MAI DOBBIAMO CREDERE IN UN DIO CHE CI HA CREATI SENZA LA NOSTRA VOLONTA'?-
OH, INFELICI!
SI RIFIUTA L'AIUTO DI DIO CHE VI VUOLE SALVARE SOLO PERCHE' DIO VI HA CREATI SENZA LA VOSTRA VOLONTA'?
MA DIO SA DI CHE COSA AVETE BISOGNO, ALLORA NON FATE GLI IPOCRITI!
PERCHE' VOI PECCATE CONTRO LO SPIRITO SANTO!
NON E' CHE VOI NON CREDETE PERCHE' NON AVETE PROVE PER CREDERE!
VOI NON CREDETE PERCHE' NON VOLETE CREDERE!
VI CREDETE PIU' SAPIENTI E PIU' SANTI DELLO STESSO SPIRITO SANTO DI DIO!

Dice il Signore:

Dice il Signore:

SATANA VI HA SEDOTTI E VI HA FATTO CREDERE CHE LA MORALE CATTOLICA SUL SESSO E' UNA MORALE SOLO PROIBIZIONISTA!
COME RISULTATO AVETE CHE I MATRIMONI SI SFASCIANO GIA' SUL NASCERE!
IO VI VOGLIO VEDERE VIVERE COME ANGELI E VOI VI SIETE DEGRADATI A UN GRADO PIU' BASSO ANCORA DI QUELLO ANIMALE!
SATANA VI SEDUCE E VI INDUCE A SODDISFARE TUTTI I PIACERI CHE VOLETE!
MA COME POTETE PENSARE CHE NELL'AMORE TROVI ANCHE POSTO IL SODDISFACIMENTO DI TUTTI I VOSTRI PIACERI?
VI SIETE IMPIGLIATI NEL SODDISFACIMENTO DELLA VOSTRA CARNE, MA IO VI DICO CHE C'E' RIMEDIO.
PER CHI VUOLE LIBERARSI DALLA PRIGIONIA DELLA PROPRIA SENSUALITA' IL RIMEDIO C'E'.
PER CHI NON VUOLE FARLO, IN QUEL GIORNO IN CUI IO LO GIUDICHERO', INVANO PIANGERA' DAVANTI ALLA MIA TERRIBILE MAESTA'!

Dice il Signore:

Dice il Signore:

IO SO TUTTO.
IO SO CHI MI SARA' FEDELE E CHI NO.
IO CONOSCO IL PASSATO, IL PRESENTE E IL FUTURO.
IO NON OBBLIGO NESSUNO A PECCARE.
NON DITE CHE SONO IO CHE VI OBBLIGO A PECCARE PERCHE' CONOSCO ANCHE IL FUTURO.
IO CONOSCO IL FUTURO, MA VOI NO, DUNQUE NON AVETE NESSUNA SCUSA SE PECCATE.
IO NON SONO COSI' INESORABILE COME VOI PENSATE.
MOSTRATEMI UN MINIMO DI BUONA VOLONTA' E IO CANCELLERO' TUTTI I VOSTRI PECCATI DA DAVANTI AL MIO VOLTO.
IN VERITA' VI DICO CHE CHI COVA IL MALE DENTRO DI SE' NON VUOLE VENIRE ALLA LUCE PERCHE' LA MIA VIA E' LUCE E VERITA' E LE MIE PAROLE SONO LUCE E VERITA'.

QUESTE SONO LE PAROLE DEL SIGNORE:

Queste sono le parole del Signore:

A CHI PARLERO'?
CHI E' CHE MI STA AD ASCOLTARE?
VOI DITE DI ESSERE IMPEGNATI NEL SOCIALE, MA NON VOLETE AMARE, PERCHE' NON SAPETE AMARE, NON AVETE NEMMENO ANCORA IMPARATO AD AMARE!
E ALLORA PERCHE' VI LAMENTATE SE LE VOSTRE CITTA' SONO A FERRO E FUOCO?
SAPETE ALMENO RICONOSCERE QUALI SONO I FRUTTI DELLA VOSTRA VITA MALVAGIA, SAPETE ALMENO RICONOSCERE QUESTO, IO VI DOMANDO?
SEMBRA CHE IO VI CHIEDO COSE CHE STANNO SULLA LUNA!
NO, IO VI CHIEDO IN CONCRETO, CON IL CUORE IN MANO, CHE COSA INTENDETE FARE DELLA VOSTRA VITA?
IO NON VI HO CHIESTO COSE AL DI FUORI DELLA VOSTRA PORTATA!
IO VI HO CHIESTO DI AMARE IL PROSSIMO COME VOI STESSI!
IO VI HO CHIESTO DI ESSERE SINCERI, UMILI, GIUSTI, ALMENO QUESTO: SIATE GIUSTI!
PERCHE' TRAVISATE LE COSE?
NON SAPETE CHE HO DETTO CHE QUALUNQUE PECCATO SARA' PERDONATO, MA IL PECCATO CONTRO LO SPIRITO SANTO NON SARA' PERDONATO?
FIGLI MIEI!
IL PECCATO CONTRO L'AMORE CHE VI VUOLE SALVARE NON SARA' PERDONATO!
UMILIATEVI FINO A TERRA!
IL FUOCO STA PER ESSERE ACCESO E LE VOSTRE CITTA' NON SARANNO RISPARMIATE!
NULLA SARA' PIU' COME PRIMA!
SOFFRO NEL SAPERE CHE TANTI MIEI FIGLI CONTINUERANNO A SEGUIRE LA VIA DELLA PERDIZIONE, NONOSTANTE TUTTO!
ALLA FINE OGNUNO SARA' GIUDICATO PER LE SUE OPERE!
IO VI GIUDICHERO' PER QUELLO CHE AVETE FATTO E PER QUELLO CHE NON AVETE FATTO!
IL MIO GIUDIZIO SARA' GIUSTO!
AMEN!

COME DEVE ESSERE LA NOSTRA VITA?

Contemplando la Ss. Trinità abbiamo uno specchio di come deve essere la nostra vita! Dio non è solo potenza creativa, Dio è Amore. L'Amore tra il Padre e il Figlio che è lo Spirito Santo! A Sua immagine noi siamo chiamati a uscire da noi stessi per amare altri noi stessi, così come il Padre e il Figlio si amano e amandosi amano Se stesso! Il Figlio ha dovuto rinunciare a se stesso per amare il Padre, così come il Padre ha dovuto rinunciare al Figlio per amare noi, donandolo a noi! “Dio ha tanto amato il mondo da donare il Suo Figlio Unigenito, affinché chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia la Vita Eterna!”. Questi sono misteri da contemplare! La ragione da sola non basta. “La ragione e la fede sono le due ali dello stesso uccello”. E Pascal: “L'ultimo passo della ragione è di riconoscere che ci sono infinite cose che la sorpassano”.

sabato 17 maggio 2008

TUTTO IL MALE SARA' TRASFIGURATO IN BENE!

I miei giorni vanno via come le lacrime di questa pioggia di oggi. Vanno via veloci sui vetri. Non scalfiscono il vetro. Lo detergono. Tutti aspettiamo il sole dopo la pioggia. Tutti aspettiamo una felicità inattesa. Un sole che cancelli il ricordo di giorni plumbei. Abbiamo motivo di sperare. Chi ci promette felicità eterna ha il potere di mantenere la promessa e questo è evidente. Ci ha sempre portato dei regali meravigliosi e inaspettati insieme anche a dolore e sofferenza. Non gliene vogliamo per gli uni, gliene siamo grati per gli altri. “Se da Dio accettiamo il bene, dobbiamo accettare anche il male” disse Giobbe. E anche disse: “Dio ha dato, Dio ha tolto, sia benedetto il nome del Signore!”. Allora ringraziamo per tutto ciò che ci manda il Padre Eterno e tutto il male sarà trasfigurato in bene! Così sia!

AUGURO A TUTTI DI VIVERE UNA RICCA POVERTA'

Auguro a tutti di vivere una ricca povertà. Che cosa dobbiamo intendere con povertà? Povertà di risorse materiali e spirituali. Povertà che non significa indigenza assoluta. Significa che non abbiamo tutto ciò che desideriamo avere, materialmente o spiritualmente. Auguro a tutti di vivere una povertà che non invidia i ricchi, non una povertà che vive nella rabbia e nell'insoddisfazione per non potere conseguire ciò a cui si aspira. Qualunque siano le cose a cui si aspira. Siano beni materiali o doti intellettuali o spirituali o altro ancora. Una povertà serena, che attinge la sua forza dalla consapevolezza di avere fatto tutto il possibile. La povertà è sempre stata una condizione dell'uomo. I nostri antenati dovevano faticare molto per avere il sostentamento materiale quotidiano, così come si deve ancora faticare molto in molte parti del mondo per ottenerlo. Ma se oggi, nel nostro mondo occidentale, non c'è più una così stringente necessità per il sostentamento quotidiano, pure c'è povertà: povertà psicologica, spirituale, solitudine, frustrazione per non potere conseguire i propri obiettivi. Ed è una povertà che non si manifesta all'esterno e perciò è più pericolosa perché riesce a devastare gli individui nell'intimo, in una situazione di solitudine psicologica e morale. Perciò dico: auguro a tutti di potere vivere una ricca povertà! Che non abbiamo paura ad essere poveri, a riconoscerci poveri, bisognosi di tutto! Perché la povertà è sempre stata patrimonio dell'uomo! La consolazione nella mia propria povertà personale è che sono cosciente di avere fatto tutto il possibile, tutto quanto era nelle mie possibilità, per migliorare la mia condizione e quella degli altri. Una volta che siamo coscienti di avere fatto quanto era nelle nostre possibilità, possiamo essere sereni! Allora possiamo anche ridere delle nostre miserie! Mischiarci in mezzo alla gente come siamo, per quello che siamo, che forse la gente ci preferisce così, un po' derelitti, poveri, bisognosi, in modo che ognuno possa donare all'altro qualcosa che l'altro non ha, forse solo un po' d'affetto e di comprensione!

venerdì 16 maggio 2008

COMMENTO INFERNO CANTO XI

50. Soddoma e Caorsa: Sodoma e Cahors sono due città che hanno dato i nomi, una al peccato della sodomia e l'altra al peccato dell’usura. Infatti ai tempi di Dante gli usurai erano chiamati “caorsini”. Per il peccato di Sodoma vedi nella Sacra Scrittura il libro della Genesi, capitoli 18-19.
65. Dite indica sia il nome della città infernale, sia il nome di Lucifero.
105. Infatti, se la natura è figlia di Dio e l’arte umana è figlia della natura, ne segue che l’arte umana è nipote di Dio.
107. Dal libro della Genesi: “...con dolore [dal suolo] ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita. ...... Con il sudore del tuo volto mangerai il pane...”. (Gen 3,17-19).
113-114. La costellazione dei Pesci precede quella dell’Ariete, quindi manca poco al sorgere del sole. Infatti il sole ora si trova in Ariete (Canto I, 37-40).
La costellazione del Grande Carro (l'Orsa Maggiore) si estende tutta là dove spira il vento di Coro o vento di maestro, a nord-ovest. (Questa seconda indicazione dipende in modo diretto dalla precedente indicazione).

INFERNO CANTO XI

Sulla sommità di un’alta ripa
formata da grandi pietre spezzate disposte circolarmente
giungemmo sopra una più crudele stipa (di anime);
e là, per l’orribile esagerazione
del puzzo che il profondo abisso emana,
ci riaccostammo, indietro, ad una copertura
di una grande tomba, dove io vidi una scritta
che diceva: ‘Custodisco papa Anastasio,
il quale da Fotino fu sviato (trasse Fotin) dalla retta via’.
“Bisogna che ritardiamo il nostro scendere,
in modo che si abitui prima un poco l'odorato
alla cattiva esalazione; e poi non avremo riguardo”.
Così il maestro; e io: “Alcuna compensazione”,
dissi a lui, “trova (alla nostra perdita di tempo) così che il tempo non trascorra
inutilmente”. Ed egli: “Sto pensando proprio a questo”.
“Figliolo mio, all’interno di questi sassi”,
cominciò poi a dire, “ci sono tre piccoli cerchi
che digradano, come quelli che abbiamo lasciato.
Tutti sono pieni di spiriti maledetti;
ma perché poi ti basti solo il vedere,
ascolta come e perché sono qui costretti.
Di ogni malizia, che acquista odio in Cielo,
l'obiettivo finale è l’ingiustizia, ed ogni così fatto obiettivo
vale a contristare il prossimo o con violenza o con frode.
Ma poiché la frode è un male propriamente umano,
dispiace di più a Dio; e perciò stanno sotto
i fraudolenti, e più dolore li assale.
Il primo cerchio è tutto occupato da violenti;
ma poiché si usa violenza a tre categorie di persone,
esso è strutturato e distinto in tre gironi.
A Dio, a sé stessi e al prossimo si può
fare violenza, dico violenza a loro e alle loro cose,
come ascolterai con chiaro ragionamento.
Morte violenta e ferite dolorose
si possono dare al prossimo, e nei suoi averi
devastazioni, incendi e rapine;
per cui assassini e ciascuno che ferisce con mala intenzione,
guastatori e predoni, sono tutti tormentati
nel primo girone, nelle diverse schiere.
Può l’uomo fare violenza a se stesso
e ai suoi propri beni; e perciò nel secondo
girone bisogna che si penta senza vantaggio
chiunque da sé si toglie la vita,
perde al giuoco e disperde i suoi averi,
e piange là dove deve essere giocondo.
Si può fare violenza a Dio (ne la deitade),
negandolo in cuore e bestemmiandolo,
e disprezzando la natura e la Sua bontà;
e perciò il girone minore suggella
con il suo segno i sodomiti e i caorsini
e chi, disprezzando Dio in cuore, bestemmia.
La frode, della quale ogni coscienza sente rimorso,
può l'uomo usare verso chi di lui si fida
e verso quello che di lui non si fida.
Questo secondo modo sembra che intacchi
solo il vincolo naturale d’amore (che c’é tra ogni uomo);
per cui nel secondo cerchio si annida
ipocrisia, lusinghe, e chi fa le fatture (maghi e indovini),
falsità, ladroneria e simonia,
ruffiani, barattieri e simile lordura.
Nell'altro modo ci si dimentica di quell’amore
naturale (tra esseri umani), e di quello che è poi aggiunto,
per il quale si crea una fiducia speciale;
per cui nel cerchio minore, dov'è il punto
dell’universo dove siede Dite (Lucifero),
chiunque tradisce, in eterno è consumato”.
E io: “Maestro, molto chiaramente procede
il tuo ragionamento, e molto bene suddivide
questo baratro e il popolo che vi contiene.
Ma dimmi: quelli della palude fangosa,
quelli portati dal vento, e quelli fiaccati dalla pioggia,
e quelli che si scontrano insultandosi aspramente,
perché non all’interno della città rovente
essi sono puniti, se Dio li ha in ira?
e se non li ha, perché sono in tali condizioni?”.
Ed egli a me: “Perché tanto devia”,
disse, “il tuo ingegno diversamente dal solito?
o verso dove guarda, altrove, la tua mente?
Non ti ricordi di quelle parole
con le quali la tua Etica (l’Etica di Aristotele) a fondo tratta
delle tre disposizioni d’animo che il Cielo non vuole,
incontinenza, malizia e la matta
bestialità? e di come l’incontinenza
meno offende Dio e acquista meno biasimo?
Se tu riguardi bene questo pensiero,
e ti rechi alla mente chi sono quelli
che su, di fuori (dalle mura), sono puniti,
tu vedrai bene perché da questi peccatori
sono separati, e perché meno crucciata
la vendetta divina li martelli”.
“O sole che rischiari ogni vista offuscata,
tu mi soddisfi così tanto quando sciogli i miei dubbi,
che, non meno che il sapere, il dubitare mi aggrada.
Ritorna ancora un poco indietro”,
dissi io, “là dove dicesti che l’usura offende
la bontà divina, e sciogli il nodo”.
“La filosofia (di Aristotele)”, mi disse, “a chi la comprende,
fa notare, non in un punto soltanto,
come la natura prende il suo corso
dalla intelligenza divina e dal suo operare;
e se tu la tua Fisica (la Fisica di Aristotele) studi bene,
tu vi troverai, dopo non molte pagine,
che la vostra arte quella (la natura), per quanto può,
segue, come il discepolo segue il maestro;
sì che la vostra arte è quasi nipote a Dio.
Da queste due (natura e arte), se tu ti rechi a mente
il libro della Genesi dal principio, bisogna
che la gente si procuri da vivere e progredisca;
e poiché l’usuraio segue un’altra via,
la natura in se stessa e la sua seguitrice (l’arte)
disprezza, perché in altro ripone la speranza.
Ma seguimi oramai che l’andare mi piace;
perché la costellazione dei Pesci guizza su per l’orizzonte,
e il Grande Carro tutto sopra il Coro giace,
e il balzo da cui scenderemo è un pezzo più avanti”.

giovedì 15 maggio 2008

AMMONIMENTO PER UNO SPIRITO INFELICE

Perché stai solo?
Perché non ascolti gli ammonimenti di tuo Padre Celeste che ti ama infinitamente?
Perché sei testardo e vuoi fare di testa tua?
Perché chiudi il tuo cuore a chiave a doppia mandata?
Perché sei superbo!
Perché ormai non accetti più di non essere il primo!
Gli ultimi saranno primi e molti dei primi ultimi e tu, tu sei uno di questi che da primi sono diventati ultimi!
E solo per non volere essere ultimo rinunci alla tua vera vita, alla tua vera felicità?
Fino a quando resterai inerte, estraneo nei Miei confronti, dice il Signore?
Quanto Mi addolori con la tua vita ormai lontana anni luce dalla Mia vita, dalla vita vera, luminosissima, gioiosissima ed eterna che Io avevo preparato per te, questo ti dice il Signore!

martedì 13 maggio 2008

ANCORA RITENGO CHE COME OBIETTIVO PRIMARIO LA POLITICA........

Ancora ritengo che come obiettivo primario la politica debba avere la vita dei cittadini! Ci sono troppi morti sul lavoro e troppi morti sulle strade per incidenti! Questi morti non hanno tanto peso se sono visti solo come dei numeri che riempiono le statistiche! Se il numero dei morti rientra in un certo valore, allora va bene, altrimenti no! Invece bisognerebbe pensare in maniera concreta alla vita di ogni singolo individuo! Ogni individuo che muore in un incidente o sul posto di lavoro lascia delle persone in un lutto che non possiamo immaginare! Queste persone in lutto come incidono sulla vita collettiva dell'intero paese? Questo è un problema concreto, a prescindere dal fatto che la vita di ogni individuo è sacra e inviolabile e va tutelata e difesa in tutti i modi, senza tenere conto del lutto che può creare intorno a sé! Vogliamo veramente pensare in maniera concreta alla sicurezza sul lavoro? Che cosa è più importante: l'economia, la produttività o la vita stessa dei cittadini? Vogliamo fissare in maniera concreta delle priorità? Per gli incidenti sulle strade vale lo stesso discorso! Vogliamo pensare davvero alla vita di ognuno senza pensare alle statistiche? Anche un solo morto sarebbe di troppo! Io ritengo che lo stato dovrebbe impiegare molte risorse per risolvere questo problema! Potrebbe stipendiare degli ingegneri, per esempio, che studino quali siano le condizioni in cui gli incidenti stradali siano il più possibile ridotti se non annullati! Lo stesso dicasi per gli incidenti aerei e ferroviari, è logico!

SE IO POTESSI SCEGLIEREI COME OBIETTIVO POLITICO PRIMARIO........

Se io potessi sceglierei come obiettivo politico primario di combattere la prostituzione. Perché l'attenzione va rivolta a dove il male è maggiore, anche se non si vede, perché è tutto racchiuso nel cuore infelice di quelle povere donne schiavizzate e costrette a prostituirsi, adescate con il miraggio di un posto di lavoro redditizio. Il bene che ne verrebbe a tutti quanti sarebbe incalcolabile, perché tutti siamo le membra di un unico corpo (vedi post intitolato UNITA' DEL CORPO MISTICO UNIVERSALE DI CRISTO dell' 8 febbraio) e se un membro soffre tutte le membra soffrono e se un membro gode tutte le membra ne traggono giovamento. Non importa se queste povere donne sono straniere per la maggior parte. Il male è nel nostro paese e va combattuto nel nostro paese. Qui sì che è davvero il caso di tirare fuori l'orgoglio nazionale, per fare del bene a delle povere donne straniere che subiscono un male nel nostro paese. “Fate agli altri ciò che vorreste fosse fatto a voi”. Il bene va fatto agli altri, agli stranieri, se vogliamo che gli stranieri facciano del bene a noi! Ormai nell'era della globalizzazione non si può assolutamente più pensare in termini esclusivamente nazionalistici! Dovremmo essere di esempio a tutte le altre nazioni e trascinarle in questa gara di generosità verso gli altri popoli! Allora sì che avremmo di che essere orgogliosi ad essere italiani! Don Benzi è colui che si è occupato maggiormente di questo terribile male nel nostro paese e io rimando a lui e alla sua opera! Lui sa bene che nessuna donna può essere felice a fare quel mestiere, nemmeno quelle che se lo scelgono, figuriamoci poi quelle che sono costrette a farlo come schiave! Io vorrei davvero che questo problema fosse sentito da tutti, che ognuno se ne facesse carico! Come si fa a vedere tante schiave del sesso per le nostre strade e a non sentire il desiderio di fare qualcosa per loro? A me non interessa tanto la cattiva immagine che esse danno delle nostre città, a me preme la sofferenza inespressa che queste povere donne hanno dentro! Quelle che sono trattate come schiave, seviziate e maltrattate vanno liberate e anche quelle che hanno acquisito una certa complicità con il loro mestiere e fanno buon viso a cattivo gioco e sembra che non ne soffrano vanno aiutate, perché una donna è nata per fare la madre e non la schiava del sesso e non può essere felice facendo la prostituta!

SE IL SEME NON CADE NELLA TERRA E NON MUORE NON PRODUCE FRUTTO, SE MUORE CRESCERA'

In nome di che cosa facciamo le nostre azioni? Quando facciamo la raccolta dei rifiuti differenziata. Quando andiamo a votare. Quando pensiamo al futuro dei giovani. Quando aiutiamo una donna anziana ad attraversare la strada. Lo facciamo per avere un tornaconto immediato o lo facciamo “per il regno di Dio e per la sua giustizia”? Perché si può avere un tornaconto immediato anche quando, per esempio, si pensa al futuro dei giovani. Un politico che si dà da fare per i giovani può farlo per un tornaconto immediato. Non parlo di meschino interesse personale. Purtroppo c'è anche questo. Ma parlo di interesse immediato per la politica della nazione o per l'economia. Ci si può interessare dei giovani e pensare all'economia, e pensare al prestigio della nostra nazione rispetto alle altre e pensare alle statistiche: l'importante è stare sotto il 10 per cento di disoccupazione o sotto il 5 per cento, per esempio. Il bene che si può fare allora diventa una questione di numeri, di statistiche. Non sembra un'opera di bene, sembra il gioco del monopoli. Se un politico riesce a ottenere un certo valore nelle statistiche, allora è soddisfatto, allora viene premiato, altrimenti no. Facciamo troppe cose in nome della nazione, in nome della civiltà, in nome della buona educazione, in nome del partito, in nome della famiglia o degli amici o in nome del nostro proprio orgoglio. Sarebbe sufficiente fare il bene in nome del bene! Chi è che ha il coraggio di dire: io faccio questo perché è bene! Abbiamo bisogno di nasconderci dietro il nome della civiltà, dell'educazione, della tradizione, dell'orgoglio! Il bene va seminato in nome del bene, se vogliamo che cresca e produca frutto! Il seme deve andare a perdersi nel buio della terra se vogliamo che cresca, non dobbiamo cercare un tornaconto immediato!

LA VITA NON E' QUI! (2)

La fede riguarda le cose invisibili dice San Paolo e ancora: -ciò che occhio non vide e che orecchio non udì, queste cose ha riservato Dio per coloro che Lo amano-. La fede riguarda le cose invisibili. Sono presenti ma invisibili, quasi impalpabili. E' come il seme che è piccolo e quasi non si vede, ma una volta seminato cresce e si fa grande albero. E questa parabola del regno dei cieli come il seme che una volta seminato diventa albero l'ha detta lo stesso Gesù Cristo. Si semina corruttibile e si raccoglie incorruttibile (San Paolo). Dobbiamo vivere pensando alle cose di lassù (le quali, come ha detto San Paolo, sono invisibili) per fare bene tutte le cose di quaggiù. Se pensassimo solo alle cose di quaggiù dove troveremmo il coraggio di fare le cose bene? Ma se pensiamo alle cose di lassù, il successo è assicurato. Pensiamo alla infinita misericordia e giustizia di Dio, il quale ci ha promesso, se avremo buona volontà, una nuova vita nell'aldilà, incorruttibile, eterna, senza ingiustizia, senza pianto e senza dolore. Dio ha posto un limite all'ingiustizia. Ci possono torturare, uccidere, ma dopo basta, ognuno andrà presto al giudizio di Dio che sarà insindacabile e non potrà essere corrotto con il denaro da nessuno. Allora abbiamo tutti gli incentivi per fare del bene quaggiù, perché il nostro bene non andrà mai sprecato e il Signore ci premierà comunque per ciò che abbiamo fatto, anche se gli uomini vorranno soffocare e spegnere la nostra opera. -Se Dio è con noi, chi sarà contro di noi?- (San Paolo).

LA VITA NON E' QUI!

La vita non è qui! Lasciamo che la nostalgia del regno dei Cieli si manifesti! La vita del regno dei Cieli è amore! Non abbiamo paura ad essere nostalgici dell'amore! Amore di Dio Padre e amore delle creature e amore tra le creature! Noi qui stiamo vivendo come se fossimo in esilio. Senza verità, senza amore! Dio è verità e amore! La vita del regno dei Cieli è vita di verità e di amore! La gloria che ci attende è incomparabilmente più grande delle sofferenze presenti, dice San Paolo. Non ci sarà più pianto, lamento, lutto, né arsura di sorta, dice l'Apocalisse di San Giovanni, “perché le cose di prima sono passate”! Per una frazione impercettibile di secondo tutti noi siamo stati con Dio nel Suo regno, quell'attimo prima di nascere sulla terra! L'anelito che abbiamo tutti noi verso il bene non è che il ricordo che perdura in noi di quell'attimo quasi impercettibile! Questa verità è riportata sia in Vassula che in Valtorta (vedi relativi post dedicati a queste due donne). L'anima che vive ancora in una carne non può capire che cosa sia, quale grandiosità sia, la vita dello spirito nel regno di Dio, dice Gesù in Valtorta. Non è cosa che si possa spiegare con le parole. Alla Valtorta stessa Gesù disse: -Vedrai che la Mia dimora sarà infinitamente più bella di quello che pensi!-.

lunedì 12 maggio 2008

COMMENTO INFERNO CANTO X

11-12. Giosafat è il luogo di riferimento dove la Scrittura indica che avverrà il giudizio universale, quando ognuno riprenderà il corpo che aveva sulla terra.
13-15. Come si è visto nel Canto precedente, questo è il cerchio degli eretici. In “questa parte”, ossia in questo particolare luogo dove ora si trovano Dante e Virgilio, ci sono quelli che negano l'immortalità dell'anima, dei quali Epicuro, vissuto prima di Cristo, nel III-IV secolo a.C., è considerato il capostipite.
32. Farinata degli Uberti, di cui Dante aveva già chiesto a Ciacco nel VI Canto. Fu un personaggio di rilievo della parte ghibellina di Firenze, parte avversa ai guelfi, alla quale apparteneva Dante.
64-66. Dante dice di avere capito di chi si tratta dalle sue parole e dal tipo della pena, perché si tratta di un eretico: è Cavalcante dei Cavalcanti, padre del poeta Guido, il quale era amico di Dante.
78. ciò mi tormenta più che questo letto: non si tratta solo di un'iperbole. Dobbiamo pensare che la fierezza colpevole di questo spirito fosse tale che neanche una tomba infuocata e incandescente riuscisse a ridimensionarla.
79-81. La luna, nella mitologia, è Proserpina, la regina degli Inferi. Il riaccendersi 50 volte la faccia della luna, indica il passare di 50 pleniluni, ossia circa 50 mesi.
106-108. da quel momento che sarà chiusa la porta del futuro: ossia dal giorno del giudizio universale.

INFERNO CANTO X

Ora se ne va per un appartato sentiero,
tra il muro della città e i martirii,
il mio maestro, e io dietro di lui.
“O sommo virtuoso, che per gli empi cerchi
mi conduci intorno”, cominciai, “come a te piace,
parlami, e soddisfa i miei desideri.
La gente che giace nei sepolcri
si potrebbe vedere? già sono alzati
tutti i coperchi, e nessuno fa la guardia”.
E quegli a me: “Tutti saranno chiusi
quando da Giosafat qui torneranno
coi corpi che lassù hanno lasciato.
Il loro cimitero da questa parte hanno
Epicuro e tutti i suoi seguaci,
che credono che l’anima muoia insieme al corpo.
Perciò alla domanda che mi fai
da qui dentro subito sarà data risposta,
e al desiderio che ancora tu non mi dici”.
E io: “Buon duca, non tengo celato
a te il mio cuore se non per parlare poco,
e tu mi hai, non proprio adesso, a ciò disposto”.
“O toscano che per la città del fuoco
vivo te ne vai parlando così cortesemente,
compiaciti di restare in questo luogo.
La tua parlata manifesta
che tu sei nativo di quella nobile patria,
alla quale forse fui troppo molesto”.
All’improvviso questo suono uscì
da una delle tombe; perciò mi accostai,
temendo, un poco di più al duca mio.
Ed egli mi disse: “Volgiti! Che fai?
Vedi là Farinata che si è alzato:
dalla cintola in su tutto lo vedrai”.
Io avevo già fissato il mio sguardo nel suo;
ed egli si ergeva con il petto e con la fronte
come se avesse l’inferno in gran disprezzo.
E prontamente le animose mani del duca
mi spinsero tra le sepolture fino a lui,
dicendo: “Le tue parole siano contegnose”.
Come io fui davanti alla sua tomba,
mi guardò un poco, e poi, quasi sdegnoso,
mi domandò: “Chi furono i tuoi antenati?”.
Io che ero desideroso di ubbidire,
non glieli celai, ma glieli dissi apertamente;
quindi egli aggrottò un po’ la fronte;
poi disse: “Furono fieramente avversi
a me e ai miei avi e alla mia fazione,
sì che per due volte li dispersi”.
“Se furono cacciati, essi ritornarono da ogni parte”,
risposi io a lui, “l'una e l'altra volta;
ma i vostri non appresero bene quell’arte”.
Allora si levò dall’apertura scoperchiata
uno spirito, accanto a questo (a Farinata), dal mento in su:
credo che si era messo in ginocchio.
Guardò intorno a me, come se desiderio
avesse di vedere se altri erano con me;
e dopo che non ebbe più dubbi (sul fatto che ero solo),
disse piangendo: “Se per questo cieco
carcere vai per l'altezza del tuo ingegno,
mio figlio dov’è? e perché non è con te?”.
E io a lui: “Non vengo per mia iniziativa:
colui (Virgilio) che attende là, mi porta per questo regno,
colui che forse Guido vostro ebbe a disdegno”.
Le sue parole e il tipo della sua pena
mi avevano di costui già rivelato il nome;
perciò fu la risposta così piena.
Subito drizzatosi gridò: “Come
dicesti? Egli 'ebbe'? Egli non è più vivo?
la dolce luce del sole non ferisce più i suoi occhi?”.
Quando si accorse di qualche indugio
che io avevo prima di rispondere,
ricadde supino e non apparve più fuori.
Ma quell’altro magnanimo, a cui richiesta
mi ero fermato, non mutò aspetto,
né mosse collo, né piegò suo fianco;
e continuando il discorso di prima,
“Se essi hanno quell’arte”, disse, “male appresa,
ciò mi tormenta più di questo letto in cui giaccio.
Ma non sarà riaccesa cinquanta volte
la faccia della donna che qui regge (la luna: non passeranno 50 pleniluni)
che tu saprai quanto quell’arte è difficile.
Con l'augurio che tu possa ritornare nel dolce mondo,
dimmi: perché quel popolo (fiorentino) è così spietato
contro i miei in ciascuna sua legge?”.
Da che io a lui: “Lo strazio e il grande scempio
che colorò il fiume Arbia di rosso (rosso di sangue),
tali provvedimenti fa prendere nei nostri consigli”.
Dopo che ebbe mosso il capo sospirando,
“Non fui solo a fare questo”, disse, “né certo
senza ragione avrei agito insieme agli altri.
Ma fui io solo, là dove accettato
fu da ciascuno di radere al suolo Firenze,
colui che la difese a viso aperto”.
“Deh, con l'augurio che la vostra stirpe possa trovare riposo”,
pregai io a lui, “scioglietemi quel nodo
che qui ha imbrogliato il mio pensiero.
Sembra che voi vediate, se ben odo,
in anticipo ciò che il tempo porta con sé,
e per il presente avete un altro modo”.
“Noi vediamo, come chi è presbite,
le cose”, disse, “che ne sono lontane;
di tanto risplende ancora a noi il Sommo Duce.
Quando si avvicinano o sono, è tutto vano
il nostro intelletto; e se altri non ci apportano notizie,
nulla sappiamo della vostra condizione.
Perciò puoi comprendere che del tutto morta
sarà la nostra conoscenza da quel momento
che sarà chiusa la porta del futuro”.
Allora, come se fossi afflitto da qualcosa commessa per mia colpa,
dissi: “Ora direte dunque a quel caduto
che il suo figlio è ancora in mezzo ai viventi;
e se io restai, prima, muto senza rispondere,
fategli sapere che lo feci perché ero assorto
già nel dubbio che mi avete sciolto”.
E già il maestro mio mi richiamava;
per cui io pregai quello spirito più solertemente
che mi dicesse chi stava insieme con lui.
Mi disse: “Qui con più di mille giaccio:
qua dentro c’è Federico II (di Svevia)
e il Cardinale; e degli altri taccio”.
Quindi si nascose; e io verso l’antico
poeta rivolsi i passi, ripensando
a quelle parole che mi parevano avverse.
Egli si incamminò; e poi, così andando,
mi disse: “Perché sei così smarrito?”.
E io risposi alla sua domanda.
“La tua memoria conservi quel che udito
hai contro di te”, mi comandò quel saggio;
“e ora fai qui attenzione”, e alzò il dito:
“quando sarai davanti al dolce sguardo
di quella il cui bell'occhio tutto vede,
da lei conoscerai il viaggio della tua vita”.
Dopo si incamminò dal lato sinistro:
lasciammo il muro e andammo verso il centro
per un sentiero che termina in una valle,
che fin lassù faceva arrivare il suo fetore.

sabato 10 maggio 2008

TRADUZIONE DI "INSIDE" DI STING

Questa è una traduzione mia della canzone di Sting intitolata “Inside” (“Dentro”). Il mio Inglese è approssimativo e chiedo scusa se qualche parola non è stata tradotta in modo corretto. Il significato generale della canzone, comunque, rimane sempre ben comprensibile.

Dentro le porte sono sigillate all'amore
dentro il mio cuore sta dormendo
dentro le dita del mio guanto
dentro le ossa della mia mano destra
dentro è più freddo delle stelle
dentro i cani stanno piangendo
dentro la giostra dei venti
dentro gli orologi sono riempiti con la sabbia
dentro lei non mi ha mai colpito
dentro l'inverno sta crepitando
dentro la bussola della notte
dentro le pieghe della terra
Fuori le stelle stanno ruotando
Fuori il mondo ancora sta bruciando
Dentro la mia testa c'è una scatola di stelle che non ho mai osato aprire
dentro i feriti nascondono le loro cicatrici
dentro la caduta di questo passero solitario
dentro le canzoni dei nostri difetti, cantano di trattati non conclusi
dentro questo esercito in ritirata, ci nascondiamo dietro il rumore del tuono
Fuori la pioggia continua a cadere
fuori i tamburi ci stanno chiamando
fuori la marea non si farà attendere
fuori stanno buttando giù il cancello
L'amore è il bambino di una guerra infinita
l'amore è una ferita aperta ancora bruciante
l'amore è una bandiera spiegata senza vergogna
l'amore è un'esplosione,
l'amore è il fuoco del mondo
l'amore è una stella violenta
Una marea di distruzione
L'amore è una cicatrice arrabbiata
Una violazione, mutilazione, capitolazione
L'amore è annichilimento, annichilimento.
Dentro lo spegnersi della luce, la notte mi avvolge intorno
Dentro i miei occhi rifiutano la loro vista, lei non mi troverebbe mai in questo luogo
Dentro ci stiamo nascondendo dalla luce della luna, scivoliamo tra le ombre
Dentro il cerchio della notte, dentro la memoria del suo volto
Fuori i muri stanno tremando
Dentro i cani si stanno alzando
Fuori l'uragano non aspetta
Fuori stanno urlando giù al cancello
L'amore è il bambino di una guerra infinita
l'amore è una ferita aperta ancora bruciante
l'amore è una bandiera spiegata senza vergogna
l'amore è un'esplosione,
l'amore è il fuoco alla fine del mondo
l'amore è una stella violenta
Una marea di distruzione
L'amore è una cicatrice arrabbiata
La pena dell'istruzione
Una violazione, mutilazione, capitolazione
L'amore è annichilimento.
Io mi inerpico per questa torre dentro la mia testa
Una scala a spirale sopra il mio letto
Io sogno le scale non mi chiedono perché
Butto me stesso dentro il cielo
Amami come un bambino, come un unico figlio
Amami come un oceano, come il seno di una madre
Amami come un padre, come un figliol prodigo
Amami come una sorella, come il mondo che è appena incominciato
Amami come un prodigio, come un ragazzo idiota
Amami come un innocente, come il tuo giocattolo preferito
Amami come una vergine, come un cortigiano
Amami come un peccatore, amami come un uomo che sta morendo.
Annullami, infiltrami, inceneriscimi, accelerami, mutilami,
inondami, violami, implicami, vendicami, devastami
Amami come un parassita, come un sole che muore
Amami come un criminale, amami come un uomo che corre
Irradiami, soggiogami, meditami, ricreami, demarcami,
educami, puntualizzami, valutami, coniugami, impregnami,
designami, umiliami, segregami, drogami, calibrami, replicami

In questa canzone si parla di un “dentro” e si parla di un “fuori”. “Dentro” ci sono le nostre comodità, le nostre sicurezze e i nostri nascondimenti. Fuori c'è un mondo che brucia, ci sono uomini a un cancello che vogliono entrare, c'è una marea di distruzione che non vuole attendere. L'amore viene descritto come una stella violenta: la stella è ciò che dà luce e calore e vita al mondo. Violenta perché nessuno può impedire che esploda e che arda con tutta la sua potenza. L'amore va lasciato ardere fino in fondo. Anche viene qui descritto l'amore come una bandiera spiegata senza vergogna, come una ferita aperta ancora bruciante e come il bambino di una guerra interminabile. Significa che ci sono cose da mettere a posto e bisogna che vengano alla luce. Alla luce, sia che si tratti di un manifesto da spiegare, di una ferita da sanare, o di un bambino da salvare dalla guerra e da consolare. Anche la marea va vista come la volontà di Dio e quindi va vista come un effetto del suo amore. Basta che sappiamo farci coinvolgere dalla vita nella sua totalità. L'amore, dice ancora, è la pena da sopportare per la nostra istruzione, una violazione, mutilazione, capitolazione fino all'annichilimento. Poi presenta tante situazioni in cui si può amare e ci si può fare amare: “Amami come un bambino, come un unico figlio. Amami come un oceano, come il seno di una madre. Amami come un padre, come un figliol prodigo....”. Infine manifesta il desiderio di essere coinvolto: “Annullami, infiltrami, inceneriscimi, accelerami, mutilami, inondami, violami, implicami, vendicami, devastami....”

INSIDE - STING

Inside (Sting, 2003)

Inside the doors are sealed to love,
Inside my heart is sleeping
Inside the fingers of my glove,
Inside the bones of my right hand
Inside it’s colder than the stars,
Inside the dogs are weeping
Inside the circus of the winds
Inside the clocks are filled with sand
Inside she’ll never hurt me,
Inside the winter’s creeping
Inside the compass of the night,
Inside the folding of the land
Outside the stars are turning
Outside the world’s still burning
Inside my head’s a box of stars I never dared to open
Inside the wounded hide their scars,
inside this lonesome sparrow’s fall
Inside the songs of our defeat, they sing of treaties broken
Inside this army’s in retreat, we hide beneath the thunder’s call
Outside the rain keeps falling
Outside the drums are calling
Outside the flood won’t wait
Outside they’re hammering down the gate
Love is the child of an endless war
Love is an open wound still raw
Love is a shameless banner unfurled
Love’s an explosion,
Love is the fire of the world
Love is a violent star
A tide of destruction
Love is an angry scar
A violation, a mutilation, capitulation,
Love is annihilation, annihilation.
Inside the failures of the light, the night is wrapped around me
Inside my eyes deny their sight, she’d never find me in this place
Inside we’re hidden from the moonlight, we shift between the shadows
Inside the compass of the night, inside the memory of her face
Outside the walls are shaking
Inside the dogs are waking
Outside the hurricane won’t wait
Inside they’re howling down the gate
Love is the child of an endless war
Love is an open wound still raw
Love is a shameless banner unfurled
Love’s an explosion,
Love is the fire at the end of the world
Love is a violent star
A tide of destruction
Love is an angry scar
The pain of instruction
A violation, a mutilation, capitulation,
Love is annihilation.
I climb this tower inside my head
A spiral stair above my bed
I dream the stairs don’t ask me why,
I throw myself into the sky
Love me like a baby, love me like an only child
Love me like an ocean; love me like a mother mild
Love me like a father, love me like a prodigal son
Love me like a sister, love me like the world has just begun
Love me like a prodigy, love me like an idiot boy,
Love me like an innocent, love me like your favorite toy
Love me like a virgin, love me like a courtesan,
Love me like a sinner, love me like a dying man.
Annihilate me, infiltrate me, incinerate me, accelerate me, mutilate me,
inundate me, violate me, implicate me, vindicate me, devastate me
Love me like a parasite, love like a dying sun
Love me like a criminal, love me like a man on the run
Radiate me, subjugate me, incubate me, recreate me, demarcate me,
educate me, punctuate me, evaluate me, conjugate me, impregnate me,
designate me, humiliate me, segregate me, opiate me, calibrate me,
replicate me

NEI GIARDINI CHE NESSUNO SA - RENATO ZERO

Nei giardini che nessuno, sa. (Renato Zero, 1994)

Senti quella pelle ruvida,
un gran freddo dentro l'anima,
fa fatica anche una lacrima a scendere giù.
Troppe attese dietro l'angolo,
gioie che non ti appartengono.
Questo tempo inconciliabile gioca contro di te.
Ecco come si finisce poi,
inchiodati a una finestra noi,
spettatori malinconici,
di felicità impossibili...
tanti viaggi rimandati e già,
valigie vuote da un'eternità...
Quel dolore che non sai cos'è,
solo lui non ti abbandonerà mai , oh mai!
E' un rifugio quel malessere,
troppa fretta in quel tuo crescere.
Non si fanno più miracoli
adesso non più.
Non dar retta a quelle bambole.
Non toccare quelle pillole.
Quella suora ha un bel carattere,
ci sa fare con le anime.
Ti darei gli occhi miei,
per vedere ciò che non vedi.
L'energia, l'allegria,
per strapparti ancora sorrisi.
Dirti sì, sempre sì,
e riuscire a farti volare,
dove vuoi, dove sai,
senza più quel peso sul cuore.
Nasconderti le nuvole,
quell'inverno che ti fa male.
Curarti le ferite e poi,
qualche dente in più per mangiare.
E poi vederti ridere,
e poi vederti correre ancora.
Dimentica, c'è chi dimentica
distrattamente un fiore una domenica
e poi...silenzi. E poi silenzi.
Nei giardini che nessuno sa
si respira l'inutilità,
c'è rispetto grande pulizia,
è quasi follia.
Non sai come è bello stringerti,
ritrovarsi qui a difenderti,
e vestirti e pettinarti sì,
e sussurrarti non arrenderti.
Nei giardini che nessuno sa,
quanta vita si trascina qua,
solo acciacchi, piccole anemie.
Siamo niente senza fantasie.
Sorreggili, aiutali,
ti prego non lasciarli cadere.
Esili, fragili,
non negargli un po' del tuo amore.
Stelle che ora tacciono,
ma daranno un senso a quel cielo.
Gli uomini non brillano,
se non sono stelle anche loro.
Mani che ora tremano,
perché il vento soffia più forte...
non lasciarli adesso no,
che non li sorprenda la morte.
Siamo noi gli inabili,
che pure avendo a volte non diamo.
Dimentica, c'è chi dimentica,
distrattamente un fiore una domenica
e poi silenzi. E poi silenzi!

Vediamo con quanto amore e con quanta delicatezza Renato Zero si rivolge agli inabili, a chi è stato dimenticato una domenica in un ospizio e ai sofferenti in genere!
Dovremmo avere, tutti quanti, questi sentimenti che ha Renato Zero nei confronti di queste persone! Qui c'è l'amore e l'amore è capace davvero di regalare la felicità all'uomo: quando uno si sente guardato con uno sguardo d'amore e comprensione, anche se, come dice la canzone, le sue valigie sono vuote da un'eternità o se si aspetta qualcuno che alla fine non verrà. Amore dato e amore ricevuto: chi si sente guardato con un tale sguardo d'amore alla fine è portato ad amare anche lui, perché accetta la sua condizione e perciò si distacca un po' da se stesso, fidando, affidandosi e perciò amando. L'amore che fa uscire da se stessi e fa dire: “Ti darei gli occhi miei, per vedere ciò che non vedi. L'energia, l'allegria, per strapparti ancora sorrisi. Dirti sì, sempre sì, e riuscire a farti volare, dove vuoi, dove sai, senza più quel peso sul cuore. Nasconderti le nuvole, quell'inverno che ti fa male. Curarti le ferite e poi, qualche dente in più per mangiare. E poi vederti ridere, e poi vederti correre ancora. Dimentica, c'è chi dimentica distrattamente un fiore una domenica e poi...silenzi. E poi silenzi”.

venerdì 9 maggio 2008

JERICHO - SIMPLY RED

JERICHO (Simply Red, 1985)

Listen boy I'll tell you a thing
I'll make you a career in the business I'm in
I'll make you rich I'll make you a toy
I'll make you turn over into my little boy
you see I'm going somewhere
I don't know what I'm gonna do when I get there
You know money's a thing
your only inspiration and your only meaning
you must think that all I do
is spend my time making pretty pictures of you
you can fall when I will climb but
I'll be falling over just by having you in my mind.
Mend that fight oh listen to them
kicking up a ball inside a Jericho wall
Mend that fight all twisted through them
if you ain't rich then you won't go the ball
Havin' mercy and lickin' up love
and movin' through your ocean
like I've never had enough.
You see you ain't all I want
you're everything and more that I have ever hoped
for you must think that all I do
is spend my time making pretty pictures of you
you can fall when I will climb but
I'll be falling over just by having you in my mind.
Mend that fight oh listen to them
kicking up a ball inside a Jericho wall
Mend that fight all twisted through them
I'm rich you ain't so you won't go the ball
ba ba ba ba ba ba ba ba ba ba
for you must think that all I do
is spend my time making pretty pictures of you
you can fall when I will climb but
I'll be falling over just by having you in my mind.
Mend that fight oh listen to them
kicking up a ball inside a Jericho wall
Mend that fight all twisted through them
I'm rich you ain't so you won't go the ball

TI RINGRAZIO ADONAI, SORGENTE DELLA POTENZA E GRANDE IN CONSIGLIO

Dai manoscritti del mar morto, Inni, cap. 1:

Ti ringrazio Adonai...
e sorgente della potenza
... grande in consiglio,
le tue misericordie sono senza numero
e terribile è la tua gelosia.
... Chi potrà sussistere davanti alla tua collera?
Sei tardo alla collera nel tuo giudizio.
Tu sei giusto in tutte le tue azioni.
Nella tua sapienza
hai fondato le generazioni eterne:
prima che le creassi
tu conoscevi tutte le loro opere
da tutte le eternità.
Perché tutto si compie secondo il tuo beneplacido
e non si può conoscere nulla
senza il tuo beneplacido.
Tu hai plasmato ogni spirito,
hai fatto l'anima e hai dato uno statuto
e un giudizio a tutte le loro azioni.
Tu hai disteso i cieli
per la tua gloria,
hai creato ogni anima secondo il tuo beneplacido
e gli spiriti potenti secondo i loro statuti,
prima che diventassero angeli della tua santità
...spiriti eterni nei loro dominii:
i luminari secondo i loro misteri,
le stelle secondo i loro sentieri,
e tutti i venti tempestosi secondo la loro carica,
i lampi e i tuoni secondo il loro servizio
e le riserve del piano provvidenziale secondo i loro scopi,
la nebbia e i chicchi di grandine
secondo le loro misteriose (leggi).
Nel tuo vigore, tu hai creato
la terra, i mari, gli abissi,
e nella tua sapienza tu hai fondato
anche i cieli, le stelle e tutto ciò che in essi si trova;
li hai disposti secondo il tuo beneplacido
e li hai dati in dominio allo spirito dell'uomo
che tu hai plasmato nel mondo
per tutti i giorni eterni
e per le generazioni perpetue,
per dominare...nei tempi determinati
nei quali hai assegnato il loro servizio
in tutte le loro generazioni
e il giudizio nei tempi stabiliti,
per dominare... di generazione in generazione.
E la visita apportatrice di felicità
con tutti i loro flagelli...
tu l'hai disposta per tutti i loro discendenti
per un numero di generazioni eterne
e per tutti gli anni, in perpetuo.
... hai creato
e con la sapienza della tua conoscenza
hai determinato la loro testimonianza
prima che venissero all'esistenza:
tutto accade secondo il tuo volere e la tua benedizione,
e nulla è fatto senza di te.
E' dalla tua intelligenza ch'io conosco queste cose,
giacché tu hai aperto le mie orecchie
a meravigliosi segreti.
Io non sono che una creatura d'argilla
e un essere impastato con acqua,
un insieme di ignominia
e una fonte di impurità,
una fornace di iniquità e un edificio di peccato,
uno spirito di errore e perverso,
sprovvisto di intelligenza,
spaventato dei giudizi giusti.
Che cosa posso dire
che già non sia noto?
Che cosa posso fare ascoltare
che già non sia stato narrato?
Ogni cosa è incisa al tuo cospetto,
con lo stilo del ricordo per tutti i tempi determinati in perpetuo,
e i cicli del numero degli anni eterni
in tutti i loro tempi stabiliti,
non sono stati celati né sottratti dal tuo cospetto.
Come può un uomo esporre il suo peccato,
come può replicare a proposito delle sue iniquità,
come può rispondere a ogni giusto giudizio?
Tu sei il Dio delle conoscenze,
a te appartengono tutte le opere della giustizia
e il segreto della verità,
mentre è dei figli di Adamo il servizio dell'iniquità
e le opere fallaci.
Tu hai creato sulla lingua uno spirito,
conosci le sue parole e hai stabilito il frutto delle sue labbra
prima che vengano all'esistenza.
Tu hai disposto le parole su di un righino
e l'emissione dello spirito delle labbra
su di una misura.
Hai fatto emettere suoni per i loro misteri
ed emissioni di spiriti per le loro riflessioni,
per fare conoscere la tua gloria,
per narrare le tue meraviglie in tutte le opere
della tua verità e i tuoi giusti giudizi
e per lodare il tuo nome con la bocca di tutti.
Ti conoscano nella misura della loro intelligenza
e ti benedicano per i secoli dei secoli.
Tu nella tua misericordia e nelle tue grandi bontà
hai irrobustito lo spirito dell'uomo di fronte ai flagelli...
e l'hai purificato dall'abbondanza di iniquità,
affinché, in presenza di tutte le tue opere,
narri le tue meraviglie.
Io narrerò agli uomini i giudizi che mi hanno colpito
e ai figli dell'uomo tutte le tue meraviglie
con le quali ti sei dimostrato forte in me...
Ascoltate, sapienti,
intenti alla conoscenza e impazienti!
Sia deciso il vostro carattere!
Voi tutti semplici,
aumentate la prudenza!
Giusti, bandite l'ingiustizia!
Voi tutti dalla via perfetta,
sostenete... povero.

E' un inno di lode all'Altissimo in cui si possono discernere questi concetti in particolare: l'immensità infinita di Dio Creatore e la Sua giustizia. La Sua Onniscienza che conosce tutte le cose ancora prima che vengano all'esistenza. Egli ha fatto anche i venti tempestosi e i lampi e i tuoni e la nebbia e la grandine, che sono cose meravigliose della Sua creazione e che talora apportano devastazione. Poi si parla di una visita apportatrice di felicità insieme a flagelli, che Dio ha disposto per tutti i discendenti dell'uomo. E si dice alla fine che Dio irrobustisce lo spirito dell'uomo di fronte ai flagelli e lo purifica dall'abbondanza di iniquità.

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