lunedì 15 febbraio 2010

L'evolversi della democrazia (parte 3).

Il 18 marzo del 1968, Robert Kennedy, fratello del presidente assassinato John Kennedy e candidato egli stesso alla presidenza USA, all'Università del Kansas tenne il seguente discorso sul PIL (Prodotto Interno Lordo, ovvero quella quantità economica che dovrebbe misurare la ricchezza, o fatturato annuo, di una nazione). Sarà assassinato anche lui, il 6 giugno 1968, solo 3 mesi dopo quel discorso: “Con troppa insistenza e troppo a lungo sembra che abbiamo rinunciato alla nostra eccellenza personale e ai valori della nostra comunità in favore del mero accumulo di beni terreni. Il nostro Prodotto Interno Lordo ha superato 800 miliardi di dollari l'anno ma quel PIL – se giudichiamo gli USA in base a questo – quel PIL comprende l'inquinamento dell'aria e la pubblicità delle sigarette e le ambulanze per sgombrare le strade dalle carneficine. Comprende serrature speciali per le nostre porte di casa e prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende l'abbattimento delle sequoie e la scomparsa delle nostre bellezze naturali nel caos della deregolamentazione urbanistica. Tiene conto della produzione di napalm e delle testate nucleari e delle auto blindate della polizia per fronteggiare le rivolte urbane. Comprende il fucile di Whitman e il coltello di Speck (criminali al centro di fatti di cronaca). E i programmi televisivi che esaltano la violenza al fine di vendere giocattoli ai nostri bambini. Eppure il PIL non tiene conto della salute dei nostri ragazzi, la qualità della loro educazione e l'allegria dei loro giochi. Non include la bellezza delle nostre poesie o la solidità dei nostri matrimoni, l'acume dei nostri dibattiti politici, l'integrità dei nostri funzionari pubblici. Non misura né il nostro ingegno né il nostro coraggio, né la nostra saggezza, né la nostra conoscenza, né la nostra compassione, né la fedeltà alla nostra patria. In poche parole misura tutto eccetto quello che rende la vita degna d'essere vissuta. Ci dice tutto sull'America eccetto il motivo per cui siamo orgogliosi di essere Americani”. Il PIL è una grandezza monodimensionale, ha una sola dimensione, può solo crescere o diminuire e perciò non può restituire la grandezza e la bellezza del vivere, che è multidimensionale, è fatto di molte cose, tra le quali, come dice Bob Kennedy: “l'allegria dei giochi dei nostri ragazzi, la loro educazione e la solidità dei nostri matrimoni. La nostra saggezza, il nostro coraggio, la nostra conoscenza, la nostra compassione, la fedeltà alla nostra patria........”. Inoltre, come dice anche Maurizio Pallante, presidente del Movimento per la decrescita felice (la decrescita è quella del PIL: Youtube: decrescita felice maurizio pallante ) non tutte le merci sono beni e non tutti i beni sono merci. Una merce è qualcosa che viene scambiata con denaro. Ora: gli armamenti, che costituiscono qualche punto percentuale del PIL sono merci, ma non sono beni. Se io percorro un chilometro di strada con l'auto e ci metto un'ora, perché c'è traffico, ho fatto crescere il PIL, perché ho consumato più benzina, ma non è un bene, chi ci ha guadagnato? Ci può essere un guadagno circoscritto di denaro dei produttori di petrolio e di benzina, ma non è un bene reale perché il denaro di per se stesso non è un bene se non viene trasformato in un bene reale. E se io mi coltivo la mia frutta e verdura nel mio orto, mangio cibo di maggiore qualità e non spendo nulla, quindi non faccio crescere il PIL: usufruisco di un bene che non è una merce. Questa mania, ossessione della crescita economica porta a mercantilizzare tutto, cosicché si producono merci delle quali non ci sarebbe assolutamente bisogno, si producono più rifiuti, perché hanno un costo che fa crescere il PIL, si produce più CO2, perché il consumo di carburante fa crescere il PIL, perché c'è qualcuno che ci guadagna su. Si inventano dei pretesti per combattere le guerre, perché le guerre arricchiscono l'industria degli armamenti, le quali fanno crescere il PIL. Questa è la dimostrazione che la decrescita economica non comporta una riduzione della qualità della vita, ma potrebbe comportare persino un innalzamento della qualità della vita, proprio perché è priva di fondamento l'equazione merce = bene. E perché poi non si richiede di rinunciare all'energia, ma si richiede di migliorare la tecnologia perché l'energia possa essere usata in modo meno dispersivo e perché possa essere portata avanti l'energia delle fonti ecologiche e rinnovabili: eolico, solare, geotermico, dei biocarburanti.... Come dice Beppe Grillo: Non abbiamo bisogno di una centrale nucleare da 1 milione di Kilowatt, ma abbiamo bisogno di 1 milione di centrali da 1 Kilowatt: ognuno di noi può essere produttore in proprio di energia alternativa solare, eolica, ....e poi l'energia si condivide in rete, è solo questione di tecnologia, queste cose già si stanno facendo! (continua........)

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